AGENTI E SCRITTORI di Maria Laura Rodotà

AGENTI E SCRITTORI AGENTI E SCRITTORI Aspettando i nuovi thriller con lo squalo Andrew Wylie Maria Laura Rodotà inviata a FRANCOFORTE LA migliore trama in circolazione a Francoforte è questa. Un famoso scrittore che ha appena venduto per una ci Ifra pazzesca cinque romanzi non ancora scritti, di colpo sparisce. E' stato ucciso dai fondamentalisti islamici che gli danno la caccia da anni per un libro blasfemo? E' stato rapito? Si nasconde? Spinto dai grandi editori a cui ha estorto mega-anticipi, il suo agente letterario, detto lo Sciacallo, comincia a cercarlo. Il thriller piace molto a Francoforte, dove domani si apre ufficialmente la Buchmesse, la fiera del libro. Peccato non sia un libro, ma una boutade in voga tra la gente delle case editrici che, alla vigilia dell'apertura della fiera, compra vende e inciucia nella hall dell'hotel Frankfurter Hof. Lo scritto¬ re è ovviamente Salman Rushdie; l'agente è Andrew Wylie, il più celebre, il più tosto a trattare, dotato di ricchissimo catalogo. Che propone il pacchetto Rushdie sulla fiducia. Wylie lavora dal secondo tavolo a destra dopo la reception (il martedì di vigilia, alle nove di mattina, editor e agenti vanno a occupare tavoli e ci passano la giornata). Tutti lo guardano, giustamente perchè nel tranquillo ambiente editoriale spicca: faccia ossuta rossa, cranio roseo con tre capelli appiccicati, lievemente zoppicante, occhi azzurri lunghi e bocca aperta aggressiva a ogni morso di club sandwich. Lui lo sa e sfida i commensali, «e dai, orava a mordere me». Sarebbe un grande cattivo nella versione cinematografica di qualunque cosa, Ouando ti dicono che «di fondo è una pasta d'uomo», quasi ci rimani male. Comunque, è lui che ha fatto il primo colpo della Buchmesse, annunciato in giro per la hall da una sua collaboratrice opportunamente chiamata Benita: la vendita a largo raggio e alto prezzo (in Italia, alla Mondadori) del richiestissimo, da mesi, Ziri busca de Klingsor dello spagnolo Jorge Volpi. Un thriller un po' atomico un po' posthitleriano clic si svolgo nel 1947. Sperando sia bello come quello inventato su Rushdie, Altri thriller circolano, e al solito si vendono. Come l'atteso Mimi Ga ine del vontiseienne inglese Hector McDonald, preso dalla Sperling. Per il resto, lo opinioni divergono. La maggioranza mugugna «è una fiera fiacca, non ci sono libri "caldi", non ci sono grandi atteso». Una minoranza obietta «lo dicono ogni anno, quando arrivano, poi dopo due giorni comin- ciano le aste frenot iche». E' vero però elio gli occidentali, americani inglesi francesi e tedeschi, quest'anno sembrano promettere poco. E tutti aspettano nuovi filoni di libri hot dal Terzo Mondo e dintorni Non più indiani, già molto scoperti e venduti negli anni passati; magari sudamericani «poco frequentati da tanto tempo». Forse, visto che se no frequentano da un |xi' e hanno un corto successo, saghe familiari matrilineari con annesse vicende d'amore, sofferenze e porcherie. Uno dei libri di cui si parla è TTie Hiding Place della maltese Trezza Azzopardi, storia una famiglia con sei sorelle e padre incestuoso. Ma naturalmente c'è di tutto un po', noi cataloghi stampati col compii ter che girano tra i tavoli. Anche l'autobiografia di .lesso Ventura, ex lottatore comico di catch ora governatore del Minnesota, 7 Atri'1 Gol Time lo Blecd, non ho tempo per sanguinare; ma in Europa viene piazzata con fatica. E si fa fatica anche a vendere al nuovo mercato europeo, quello dell'est. «I russi fanno due passi avanti e sei indietro», si indigna un boss dell'agenzia William Morris mentre alcuni editor di quella nazionalità si alzano dal suo tavolo. E vanno a inseguire Ralph Vicinanza, che sembra un Ben Kingsley triste lontano dal successo di Gandhi, ma in realtà vivo felice perchè è l'agente di Stephen King. Poi, in attesa di negoziati pili composti, su tavoli meno invasi da panini, negli stand delle case editrici e all'Agoni Center, ieri sera le trattative sono continuate alle feste degli editori negli hotel: Little, Brown e Time Warner, Fischer Verlag e varie altre. Ma ogni sera di fiera c'è da scegliere. Con quel che segue. Anni fa, lo scrittore inglese Julian Barnes disse «i tassisti di Francoforte odiano la Buchmesse. In tutti gli altri business, i convegnisti prendono taxi in cerca di puttane, Quelli dell'editoria restano in albergo a far cose tra loro». | Aspettegolare su Wyhe.se non altro.

Luoghi citati: Europa, Francoforte, Italia, Minnesota