La mensa serviva tangenti di Paolo Colonnello

La mensa serviva tangenti Milano: in carcere 13 persone, nove agli arresti domiciliari, per tutti l'accusa è di corruzione La mensa serviva tangenti La verità da un 'agenda dimenticata Paolo Colonnello MILANO Colombo Lupano, titolare della «ortofrutticola San Martino», ha avuto il tempo di maledirsi mille volte per la sua sbadataggine. E' stato infatti grazie alla sua agenda, dimenticata nell'anticamera della sala aste del comune di Milano e ritrovata nel gennaio del 1998 da un concorrente che la consegnò ai vigili urbani, che magistrati e carabinieri hanno potuto ricostruire quasi completamente il quadro di tangenti e corruzioni che ieri mattina all'alba ha portato in carcere 13 persone e costretto agli arresti domiciliari altri 9. Per tutti l'accusa è concorso in corruzione e turbativa d'asta. Per alcuni, addirittura, si parla di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni delle pubbliche amministrazioni di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Perché in questa nuova storia di tangenti e tangentine (la cifra più alta è stata di 120 milioni, versati in due anni a un funzionario comunale) che fa dire al procuratore generale Francesco Saverio Borrelli che «le grida d'allarme sulla fine di Mani Pulite sono del tutto infondate» e sconcertare il vicesindaco Riccardo De Corato «per la scoperta di questa cupola dalle dimensioni inusitate», sono coinvolte le amministrazioni di diversi paesi e città: da Milano ad Alessandria, da Vercelli a Gallarate, da Sesto San Giovanni a Piacenza. Un impresisonante reticolo di impiegati burocrati e imprenditori, legati tra loro da un obiettivo comune: far la cresta sul cibo da servire a bambini e ammalati. E nel modo più semplice possibile: lucrando sulla qualità dei prodotti, sul peso delle merci, perfino sulle primizie di stagione. Un esempio? Per aumentare il peso della tara sulle forniture al comune di Milano alcune aziende gonfiavano d'acqua gli imballaggi. Per aumentare i costi, invece, s'inventavano primizie fuori stagione. Per risparmiare sugli acquisti, infine, segnavano sulle bolle di consegna merce di prima qualità e conse gnavano frutta e carni di seconda o terza scelta. E fa niente se poi qualche bambino tornava a casa dall'asilo con un po' di mal di pancia. Cose che capitano: non è sempre stato cosi? Stavolta però, le lamentele di genitori e pazienti di ospedali sono servite a qualcosa: i vigili, insospettiti da tante proteste sulla qualità del cibo, hanno iniziato a controllare scoprendo che le merci erano «spesso di qualità inferiore rispetto a quella stabilita nei capitolati speciali d'appalto». La festa è finita ieri mattina, quando con in mano un'ordinanza firmata dal gip Cristina Mannocci, i carabinieri si sono presentati nelle case di una cinquantina di persone: alcuni sono finiti in carcere, altri ai domiciliari, altri ancora si sono visti perquisre abitazione e ufficio. Tra i neo detenuti anche il comandante dei vigili urbani di Sesto San Giovanni, per le sue passate funzioni all'economato e un amministrativo del benemerito Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dove, non più di due settimane fa si era recato in visita anche il presidente della Repubblica, Ciampi. Oltre agli arrestati, nel registro degli indagati sono stale iscritte almeno una trentina di persone. E l'inchiesta non finisce qui: carte e floppy disk sequestrati potrebbero riservare sorprese. Anche se per ora ad essere coinvolto è soltanto il livello burocratico amministrativo: quel sotto! .osco di uffici ed economati dove si decidono le fortune (o le disgrazie) dei fornitori. Il sistema, almeno per Milano, funzionava così: le aziende fornitrici si rivolgevano a un intermediatore, tale Casimiro Amatruda, che aveva il compito di smistare appalti e tangenti. Amatruda si rivolgeva a Franco Marino, vecchia volpe della burocrazia comunale, ex funzionario del servizio refezione e attualmente dirigente dell'economato dell'assessorato sport e turismo. Marino a sua volta forniva le "dritte" sui bandi di gara e chiudeva un'occhio, a volte tutt'e due. Sull'agenda di Colombo, Marino compariva così: «MarCom 23x3 Comi 93/94». Ovvero: corrisposti a Marino 69 milioni per tre persone. A svelare i segreti dell'allegro mondo delle forniture truccate è stato un'altro imprenditore: Giovanni Galimberti, titolare della ditta Edg, tallita per il crollo dei prezzi nel listino Sogemi, abbassato, sostengo no gli inquirenti, grazie alle tangenti. Fu lui a ritrovare l'agenda di Colombo e a leggere, allibito, che il suo fallimento era stato così riassunto dal concorrente: «Listini in merda per Edg». Speculavano sul cibo da servire lucrando sulla qualità e sul peso Prime indagini dopo le proteste dei familiari di bimbi e ammalati A sinistra, Saverio Borrelli. Sopra, bambini a mensa, lo scandalo coinvolge anche città del Piemonte