IL RISCHIO DELLA SVOLTA INTEGRALISTA di Boris Biancheri

IL RISCHIO DELLA SVOLTA INTEGRALISTA IL RISCHIO DELLA SVOLTA INTEGRALISTA Boris Biancheri L5 ASIA centrale (e il Pakistan è, se vogliamo, al centro del centrolappare un vecchio mosaico di tensioni etniche, politiche e religiose dove si sono innestate in anni più recenti due situazioni di grande pericolosità. La prima ò data dalla capacità nucleare raggiunta sia dal Pakistan che dall'India, due Paesi che nel momento stesso in cui hanno avuto l'indipendenza nel 1947 sono entrati potenzialmente in conflitto. La seconda è la crescita in tutta la regione di un filone di estremismo islamico che serpeggia qualche volta in modo scoperto, come in Afghanistan o in Iran, e qualche volta in modo occulto come nell'area caucasica, nel Tagikistan e nello slesso Pakistan. Gli avvenimenti di questo ore a Islamabad vanno visti nella doppia chiave del contrasto sia interno che esterno tra correnti laiche e correnti più tradizionali e nazionaliste della società nonché della divergenza di fondo tra due grandi Paesi vicini pericolosamente armati. Vediamo come - secondo i dispacci di agenzia - sarebbero andate le cose.11 primo ministro Sharif licenzia improvvisamente il capo dell'esercito, generale Mushammar. La reazione di quest'ultimo è così rapida che non può essere stata improvvisata: in poche ore i militari circondano la residenza del premier, occupano la televisione, l'aeroporto della capitale e alcuni punti strategici non solo di Islamabad ma anche nelle province. Si è trattalo evidentemente di un piano predisposto da tempo. In un Paese dove i contrasti tra il governo e i militari sono la regola e dove tre governi sono caduti anzitempo per lo scontento della piazza, la possibilità di un colpo di Stato non poteva essere esclusa. Recentemente, la popolarità del Primo Ministro era andata (Inclinando. Sul piano interno l'economia è caratterizzata da alte tasse e bassa produttività ed è complessivamente in difficoltà. Sul piano internazionale, dopo il colpo di orgoglio delle esplosioni nucleari, il Paese era uscito umiliato dal tentativo di invadere (o far invadere da guerriglieri assoldati) il Kashmir strappandone un pezzo all'India ma di doversene poi ritirare per le pressioni americane. Nelle ultime settimane, vi erano stati scontri tra polizia e dimostranti, soprattutto studenti, in più d'una città. Si incominciava a dire che gli Slati Uniti, dopo averlo a lungo sostenuto, avessero perso fiducia in Sharif giungendo a pensare che un governo di militari avrebbe dato al Pakistan maggiore stabilità. E' possibile ime sin su questa premessa che il colpo di Stato di ieri ha avuto luogo. E' presto comunque, a poche ore di distanza, per dire se ciò corrisponde a verità. Se così fosse, e se pure un avvento del generale Mushammar rassicurasse gli Stati Uniti, non necessariamente rassicurerebbe noi. Errori in quest'area geografica prossima alle più grandi riserve energetiche dei pianeta e al centro di interessi politici enormi, ne sono stati fatti molti in passato. Sin da quando per alimentare la resistenza popolare all'Urss in Afghanistan si è data linfa al filone più radicale dell'integralismo islamico che dall'Afghanistan si è propagato fino in Bosnia e in Algeria. Tra i militari pakistani l'integralismo non è assente: in un Paese che possiede l'arma nucleare non è un pensiero tranquillizzante.