Pakistan, i generali si riprendono il patere di Fabio Galvano

Pakistan, i generali si riprendono il patere Dopo mesi di tensione tra potere civile e militare sul Kashmir. Le forze di New Delhi in massima allerta Pakistan, i generali si riprendono il patere Putsch del capo dell'esercito appena destituito dal primo ministro Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Colpo di Stato nel Pakistan. Il primo ministro Nawaz Sharif è stato esautorato - è ora agli arresti domiciliari - dai militari fedeli al comandante dell'esercito, generale Parvez Musharraf, che ha assunto il potere. Poche ore prima Musharraf era stato destituito da Sharif per divergenze ormai insanabili sul ritiro dei guerriglieri filopakistani dal territorio indiano nella regione di Kargil, ritiro necessario per porre termine alla tensione con New Delhi dopo gli scontri per il Kashmir. Le notizie provenienti da Islamabad precisano che la residenza del premier e dei ministri, oltre all'Assemblea nazionale, sono state circondate; che radio e tv di Stato sono state occupate e hanno interrotto le trasmissioni per alcune ore; che nel quartiere diplomatico della città si sono uditi colpi d'arma da fuoco; che l'aeroporto internazionale è stato chiuso. Anche a Lahor?, città d'origine del primo ministro, reparti dell'esercito hanno bloccato gli edifici governativi e l'aeroporto. In serata il generale golpista è apparso in televisione spiegando in un breve comunicato che «la situazione è stabile e sotto controllo» e che «i politici avevano cercato di interferire con le forze annate». Il colpo di Stato costituiva, secondo Musharraf, «l'ultima possibilità» per salvare il Paese dal governo che stava «distruggendo sistematicamente» le istituzioni dello Stato e trascinava l'economia al tracollo. «Queste notizie sono grave motivo di preoccupazione», ha detto un portavoce del governo di Delhi, che ha messo l'esercito in stato di massima allerta lungo la frontiera con il Pakistan: «Teniamo la situazione sotto osservazione e il comitato per la sicurezza si riunirà per analizzare gli sviluppi». Parlando dal suo esilipdi Londra, l'ex premier Benazir Bhutto ha definito il generale Pervez Musharraf «un uomo molto coraggioso». «È un moderato», ha affermato aggiungendo: «Voglio che i militari sappiano che in Pakistan molti comprendono il perché di quello che hanno fatto, perchè hanno destituito il dittatore che era alla guida del Paese». «Se c'è stato un colpo di Stato ha ammonito da Washington James Rubin, portavoce del Dipartimento di Stato - chiederemo il pronto ripristino della democrazia. La Costituzione sia rispettata nello spirito e nella lettera». La decisione del premier, che ha scatenato la reazione dei militari, è stata presa mentre il generale Musharraf era nello Sri Lanka per una cerimonia celebrativa del mezzo secolo di vita dell'esercito di quel Paese. L'agenzia ufficiale App ha annunciato che Sharif aveva imposto le dimissioni del generale «con effetto immediato»; e che nuovo capo di Stato Maggiore era stato nominato il generale Khwaja Ziauddin, capo dei servizi di sicurezza del Pakistan. Il nome di Musharraf, che un anno fa aveva sostituito il generale Jehangir Karamat accusato di avere criticato Sharif, si aggiungeva così alla lunga lista di vittime del primo mini- stro pakistano: un ministro della Giustizia e un presidente, nei suoi 31 mesi di governo, per non parlare dell'esilio imposto all'ex primo ministro Bhutto con l'accusa di corruzione. Il generale Musharraf, rientrato a Karachi, era ieri sera in procinto di raggiungere Islamabad. La tensione fra Sharif e il generale durava da tempo, punteggiata da manifestazioni popolari di protesta contro il primo ministro «colomba». Tutto era cominciato con l'offensiva lanciata da Musharraf - con una forza mista di guerriglieri musulmani e regolari del Reggimento di fanteria del Nord nel Kashmir, la contesa regione che nei 52 anni dell'indipendenza di India e Pakistan da Londra è già costata tre guerre fra i due Paesi. L'avventura nel Kashmir si era risolta con il ritiro delle truppe di Islamabad ordinato da Sharif in seguito alle pressioni internazionali. La situazione sarebbe precipitata il mese scorso dopo un inatteso monito di Washington, preoccupata dalla possibilità di cambiamenti «extracostituzionali» in Pakistan a causa delle tensioni politiche. Di fatto i militari, che avevano apertamente sostenuto le incursioni in territorio indiano, tentavano di resistere alle pressioni del governo, che a luglio si era piegato agli inviti americani e aveva deciso il completo ritiro dalla provincia di Kargil. Il mese scorso Musharraf aveva negato di essere in procinto di dimettersi, dichiarando di essere «in buoni rapporti» con Sharif: «Completerò il mio mandato, a Dio piacendo». Era l'inizio del braccio di ferro sfociato nel putsch di ieri. Nawaz Sharif è agli arresti domiciliari, radio e televisione sono occupate dai soldati il Parlamento è circondato, si spara Per Benazir Bhutto «il vero dittatore è il premier cacciato» E Washington ammonisce «Chiederemo il pronto ripristino della democrazia» Soldati pakistani scavalcano la recinzione della sede della tv di Stato a Islamabad: è l'inizio del putsch del generale Musharraf