« Per me c'è un'altra lista »

« Per me c'è un'altra lista » L'EX PREMIER SOCIALISTA: «MANCANO I CAPITOLI PIÙ' INTERESSANTI» « Per me c'è un'altra lista » Craxi: lacunosa, non ci sono i comunisti intervista Augusto Mlnzollnf GONGOLA nettino Craxi dall'altro capo del telefono nel suo rifugio di Hammamnt. Ma fino ad un certo punto. Anche se il rapporto Mitrokhin conferma una tesi che l'ex-segretario socialista ha sostenuto tanto volte, quell'elenco non lo appaga. Anzi, il personaggio è convinto che sia lacunoso. Per lui, probabilmente mancano i capitoli più, interessanti. On. Craxi, a suo giudizio questo rapporto deve essere preso come una «bufala» oppure bisogna andare a rileggere la storia di quegli anni? E in cho modo? «Questo materiale non ò che un capitolo, o neppure essenziale, di un libro. E' il libro che andrebbe riscritto por intero. Se in questa lista non ci sono comunisti, di nessun genere, vuol dire clic sono stati tolti o che stanno in un'altra lista. Non è affatto una bufala. Scopriamo cose che sapevamo e nnturulmente tutti noi ne vorremmo supere delle altre. Chi è andato a cercare curii!? Risulta che una funzionarla dell'Archivio di Stato italiano ha passato mesi a Mosca a spulciare gli archivi del Pcus. A chi ha reso conto? Per saperne di più sulle relazioni italo-soviotiche ci rivolgeremmo anche alla ditta italiunu che anni addietro informatizzò la Novosti, l'agonzia sovietica controllata dal Kgb...». Quale? «Non posso certo dirlo io. Arida te a vedere in Piemonte, nel settore dell'informatica». A parte gli indovinelli. Secondo il rapporto, lei ha ereditato un Psi «influenzato» dal Kgb, addirittura a livelli di segreteria. «11 Psi si era sottratto da tempo alle "influenze" sovietiche. Un conto del resto sono le influenze, un conto sono le infiltrazioni che sono sempre possibili, (ili anni difficili orano stati altri. Furono gli anni in cui il Psi veniva finanziato dal Pcus e poi, per anni ancora, la corrente cosiddetta "carrista" che diede vita al Psiup. Da allora molte cose erano cambiato e di certo De Martino non era un uomo di Mosca come, in quegli anni, lo era invece ancora Berlinguer». Si è accorto mai di atteggiamenti che potessero farle sorgere il sospetto di influenze del Kgb sul partito? «Il Psi, in quegli anni, non ebbe mai incertezze o ambiguità di politica internazionale almeno su questioni essenziali che riguardavano l'indipendenza dei popoli e i diritti umani. De Martino e con lui il Psi, sinistra compresa, avevano le idee abbastanza chiare sul "socialismo reale"». Lei conosce De Martino. Nel dossier si legge che De Martino, quando era vicepresidente del Consiglio, intensificò i rapporti con la «residenziatura sovietica» in Italia. Le pare verosimile? «Nenni aveva tagliato i ponti con i sovietici nel '56 nel corso della tragedia ungherese e De Martino lo aveva seguito, a differenza di altri cho si organizzarono con i soldi russi per rovesciarlo. Non mi pare invece inverosimile che i suoi collaboratori, vista anche l'opposizione che veniva dai comunisti, che, come si sa, non risparmiarono Nenni ma neppure De Mnrtino, per non parlare di Craxi, abbiano manovrato per tentare di coprirgli le spalle. Da qui ad un'attività spionistica ci passa». Quando lei appoggiò gli euromissili, noto pressioni di Mosca su quei settori del partito che oggi ritroviamo nei dossier? «Sulla questione degli euromissili nel partito incontrai una certa resistenza. La punta di diamante fu Lombardi. Non ricordo se il gruppo parlamentare votò compatto o se ci furono dissidenze o assenze. Basta verificarlo. Da qui mi ò difficile». Il dossier indica in Achilli addirittura un agente vero e proprio dei servizi segreti ungheresi. E' possibile? «Per anni Michele Achilli, praticamente isolato nel partito e staccatosi anche dalla sinistra lombardiana, andava conducendo una politica estera in proprio. Eravamo un partito abbastanza unito ma poco disciplina- to. Di certo non lo sospettavamo di essere un agente dei servizi segreti stranieri». Nel dossier si parla anche di un certo Enrico «Manco», del giornalista dell'Avanti Francesco Gozzano, della scissione del Psiup. Che ricordi ha? «Enrico Manca, per anni, sino al Midas, stretto collaboratore di De Martino, era uno che non stava mai fermo. Può darsi che abbia avuto contatti anche in quella direzione. Di cosa possa essersi trattato non saprei dire. Per Francesco Gozzano cado addirittura dalle nuvole visto che era un vecchio nenniano, un autonomista di lunga data, anche scrittore del "regime craxiano". La lotta interna al Psi ci paralizzò per anni. Ci persi anni della mia vita e della mia gio- ventù io, insieme ad altri, per contendere il controllo del Psi alla influenza comunista e sovietica». Botteghe Oscure fa notare che secondo il dossier il vero nemico del Kgb fu Berlinguer. Condivide? «A partire dall'invasione sovietica dell'Afghanistan a seguito dalla posizione assunta dal Pei, il Pcus sospese il finanziamento proveniente dal "fondo di solidarietà internazionale". Il Pcus iniziò allora nei confronti del Pei una sorta di doppio gioco. Da un lato assicurò un finanziamento stabile a Cossutta perché organizzasse la lotta interna. Dall'altro mantenne buoni rapporti, anche attraverso diversi finanziamenti, con il Pei sempre alla ricerca di una via di ri avvicinamento sulle questioni essenziali. Credo, per. esempio, che negli anni successivi ebbe un suo ruolo il "fondo per la pace" che era assai più consistei! te del "fondo di solidarie tà". I sovietici non accettavano l'eurocomunismo e l'adesione di fatto all'Alleanza Atlantica e men che meno le due cose insieme. Il porto ghese Cunhal, filo-sovietico, mi disse sull'euro comunismo: "Che cos'è?"». Parliamo di Cossutta: caso politico o materia per gli stori ci? «La maggioranza ha un problema di non poco conto. Come si fa a dire a Cossutta, tu prendevi i soldi dall'Urss? Lui potrebbe rispondere: "E voi da dove venite? . C'è una "contraddizione che non lo consente". La verità è che, in tutti questi anni, si poteva rileggere la storia italiana in modo onesto e criti co. Si è preferita la via degli extraterrestri, cioè di quelli che avevano vissuto i decenni prece denti sulla luna». Nel rapporto del Kgb si parla anche di servizi segreti cecoslovacchi e caso Moro, di tentativi di Mosca di far ricadere le responsa bilità sulla Cia... «Il caso Moro continua a vivere con i suoi misteri. Quelli veri e (nielli creati ad arte. Se e quando, in quella vicenda, si è calata una mano straniera nessuno < mai riuscito a dimostrarlo». Sempre nel rapporto si par la di molti giornalisti, a cominciare da editorialisti e perfino da un direttore del «Corriere della Sera». Alberto Cavallari. Lei che ha sempre molto seguito le vicende di via Solferino, crede ad una cosa del gene re? «Conoscevo bene Cavallari. Ne gli Anni 70 veniva al Raphael Era grande amico di Spartaco Vannoni, divenuto anti-sovieti co tutto d'un pezzo. Non so cosa abbia combinato poi. Di mal in tenzionati in via Solferino ce ne era più di uno. Cavallari non era addentro alle segrete cose del potere economico-finanzia rio-militare. Avrebbe potuto es sere un eccellente "consigliere politico letterario. La cosa mi gliore che aveva era la penna. A proposito del "Corriere , commi que, non bisogna dimenticarsi che l'assassinio di Tobagi non nasce dal nulla, né dalla testa di quattro ragazzi. Io non lo di menticheròmai». Di certo De Martino non era un uomo di Mosca, come in quegli anni lo era invece ancora Berlinguer ip j fi fi Sulla questione degli euromissili nel partito incontrai una certa resistenza. punta di diamante fu lombardi Siili governo ha un problema di non poco conto Come si fa adire a Cossutta, tu prendeva soldi dall'UrssFjy L'ex leader del partito socialista Bettino Craxi

Luoghi citati: Afghanistan, Italia, Mosca, Piemonte, Urss