Ti mondo dei coltivati

Ti mondo dei coltivati GIORNO mimo Gramellini Ti mondo dei coltivati ^A un pa;o di giorni il «coltivatoli ha fatto irruone nelle nostre brulle . notato di una certa eleganza, e quindi tacitamente espulso dal lessico quotidiano, grazie al dossier Mitrokhin il nobile aggettivo solleva la testa e conquista i titoli dei telegiornali, tracima dalle interviste («Lei sapeva di essere coltivato?», chiedono a Jas Gawronski, neanche fosse una pianta), invade di prepotenza il «giornalese» dei talk-show pomeridiani: «E tu, quali sport coltivi?». Nel gergo degli spioni il «coltivato» era d potenziale informatore sul quale il Kgb lavorava per ottenere futuri servigi. A propiziargli un inatteso successo è stato forse il suo suono poetico, che contrasta ancor di più in quel torvo contesto di «stipendiati», «doppiogiochisti» e «manipolati». Ma non è solo una questione di forma. Nel mondo dei rapporti usa-e-getta, il «coltivato» evoca un'umanità lungimirante e paziente, capace di riservare attenzioni a un proprio simile senza pretendere una contropartita immediata. Rimanda all'epoca dei lunghi e spesso mai rivelati corteggiamenti: «Davvero a scuola eri innamorato di me? Non me ne ero mai accorta!». Il suo simbolo eterno è Fouché, che seppe «coltivare» un Napoleone in disgrazia, venendone poi ricompensato con il potere. Oggi Fouché si stuferebbe prima, e si iscriverebbe all'Udeur.

Persone citate: Giorno, Gramellini, Jas Gawronski, Mitrokhin