Libri d'artista progettati (quasi) per non essere venduti di Giorgio Calcagno
Libri d'artista progettati (quasi) per non essere venduti CATALOGO Giorgio Calcagno Libri d'artista progettati (quasi) per non essere venduti M ALLARME gettò in aria i (Indi e decise chi; non bisognava più abolire il rischio, per cento anni. Tanto, si doveva rischiare, che anche le parole per dirlo andavano affidato all'arbitrio: disponendosi in modo imprevedìbile sulla carta, grandi, piccole, spaziate da bianchi sempre diversi, fino a comporre loro stessi! ima figura. L'autore dell'«Apròs-midi d'un phaune» non sapeva, creando quelle pagine ned 1H<)7, che avrebbe avuto tanti seguaci nel nostro secolo. Da quel coup de dós, progenitore di tutte le avanguardie, non nasce solo la poesia del '!)()(). Nasce anche un modo diverso di pensare la scrittura, e il libro. I nipoti di Mallarmé hanno sfruttato a fondo la sua lezione, nelle coni rastanti avventure dello sperimentalismo, a partire dai futuristi, li si sono moltiplicati a partire dagli Anni (50, con il grand Inumani, del linguaggio. Il colpo di dadi si rovescia in chimismi grafici, pittura di parole, cerca di scoprire nuovi significati dando il primato dei significanti, fa turbinare nella sfera di cristallo lettere e sogni per sprigionarne i nascosti sensi. In Italia diventa fenomeno capillare, orgogliosamente sotterraneo, consapevolmente eversivo, che esce dalla clandestinità solo per rituffarcisi dentro. Ma i numeri sono alti, come i nomi di molti protagonisti. Ne dà la prima testimonian- za compiuta il catalogo «I libri d'artista in Italia, 1960-1998», di Liliana Dematteis e Giorgio Maffei, edito dalla Regione Piemonte. I due curatori, frugando nei laboratori dell'arte e della poesia, hanno messo insieme un repertorio di 292(1 opere, indicando i principali percorsi e dando la parola agli autori: da Vincenzo Accame a Mirella Bontivoglio - che scrive la B del suo cognome in forma di maschera del carnevale veneziano - da Gastini e Isgrò, da Lora Totino a Miccini, da Ontani a Pienotti. Solo Giulio Paolini preferisce affidare la sua ooetica a un «Nulla da dichiarare», inserito in una purissima geometria. Liti e presente il grandi! Bruno Munari, il vero padre di tutti, con una dichiarazione registrata poco prima della morte: «Questi libri non sono progettati tanto per essere venduti, quanto per essere un segnale, che comunica». Libri inventivi, forse rischiosi, spesso geniali; sempre proiettati in un oltre, che provoca l'intelligenza. «I libri d'artista in Italia, 60-98» Liliana Dematteis e Giorgio Maffei edizione Regione Piemonte 2 JJ Due illustrazioni di Parmiggiani (in alto) e Paolini da «Libri d'artista»
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