Un pezzo di Himalaya a Biella di Enrico Camanni
Un pezzo di Himalaya a Biella LA PANORAMICA ZEGNA Un pezzo di Himalaya a Biella WEEKEND Enrico Camanni Gì sono due stagioni ideali per gustare la strada panoramica Zegna: la tarda primavera e il primo autunno. Verso la fine di maggio i rododendri giganti che ricoprono le pendici del monte sopra Trivero si coprono di fiori, come un lembo di foresta himalayana trapiantata sulle Prealpi Biellesi. Ma l'autunno permette di gustare in pieno il panorama per cui Ermenegildo Zegna concepì la strada nel 1939, alla vigilia della Seconda Guerra mondiale. Zegna amava profondamente la dorsale montuosa che collega Trivero con l'alta Valle Cervo, offrendo una vista indimenticabile sulla pianura vercellese, a Sud, e a Settentrione sul bianco massiccio del Monte Rosa che si staglia improvviso come una visione appena si supera con lo sguardo il crinale. Con gesto filantropico, volle costruire una carrozzabile che per¬ mettesse a tutti di godere queste meraviglie, ma volle anche preservare i fiori, le piante, i boschi e i pascoli delle sue montagne, costituendo una specie di parco-balcone a disposizione dei visitatori. L'itinerario automobilistico parte da Trivero, importante centro industriale laniero, prende quota lungo le pendici del Colle San Bernardo attraverso la valle dei rododendri, raggiungo i mille metri della Caulera e poi continua a salire fino ai «bocchetti» di Stavello e di Margosio. Toccata la cresta del monte, traversa a lungo a mezza costa in direzione della piccola stazione invernale di Bielmonte e di Bocchetta Sessera, scendendo infine sui paese di Rosazza, in Valle Cervo, e quindi su Biella. Oltre agli spettacoli naturali (in autunno le latifoglie e i larici cambiano colore, punteggiando di infinite cromie le pendici del monte), la Panoramica Zegna attraversa i luoghi dove Fra Dolcino, Margherita e gli eretici del 1300 vissero le loro ultime ore di spiriti liberi, arroccati sul Monte Rubello, decimati dal freddo e dalla fame, co¬ stretti a mangiare ì propri morti per sopravvivere, e infine trucidati o catturati dalle truppe vescovili. Il Giovedì Santo del 1307, proprio la sera dell'ultima cena di Gesù, i crociati di Ranieri sferrarono l'attacco decisivo nella piana di Stavello e in poche ore l'acqua del piccolo rio Carnasco si colorò completamente del rosso sangue dei dolciniani. A poca distanza oggi sorgono il cippo anarchico che ricorda il nobile martirio di Dolcino e l'oratorio di San Bernardo che gli abitanti del Biellese e della Valsesia vollero edificare in lode al Signore per la sconfitta del frate ribelle. Tutti questi luoghi possono essere visitati a piedi, grazie alla recente rete di sentieri storici che incordano le varie vicende dell'agonia dolciiiiana e conferiscono un fàscino particolarissimo ai monti di Biella. Poi si può scendere in città e, con la funicolare, si può raggiungere in pochi minuti il borgo antico di Biella appoggiato sulla collina. L'industriale Zegna davvero innamorato di quei panorami e della dorsale montuosa che collega Trivero con l'alta Valle Cervo, concepì la strada come un regalo ai suoi concittadini Immagini dalla Panoramica Zegna
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