Solo di notte tutte le «trifule» sono bianche

Solo di notte tutte le «trifule» sono bianche Solo di notte tutte le «trifule» sono bianche E' iniziata ad Alba la Fiera del Tartufo e, per far un po' di soldi, è iniziato anche uno strano fenomeno di «transustanziazione» Carlo Potimi Einiziata ad Alba la Fiera del Tartufo, la madre di tutte le fiere, la manifestazione che coinvolge l'intero territorio di Langa e Roero nel più grande pellegrinaggio laico d'Europa. Fino a dicembre inoltrato gourmet svizzeri, tedeschi, austriaci ma anche francesi e statunitensi percorrono le strade del Barolo, del Barbaresco, dell'Arneis e del Moscato alla ricerca della più ricca ed autentica cucina autunnale. Tutti vogliosi di quella grattata di trifola motivo principale dei tanti chilometri di viaggio. Si è vero, ci sono anche i grandi vini piemontesi, mai stati così grandi, espressione di annate eccellenti come il '96, '97 e '98; ma il motivo vero del viaggio rimane sempre la trifola. Il tartufo bianco d'Alba entrato nella mitologia gastronomica e che, nel consumo albese e langarolo in tempo di fiera, rappresenta si o no il 20% del mercato. 11 resto arriva da ogni dove: dall'Istria, dalla Dalmazia, dai colli bolognesi, dalla Toscana e, ovviamente, dalle altre zone del Basso Piemonte Son lontani i tempi in cui l'incontrastato re del tartufo, l'albese Giacomo Morra, acquistava settimanalmente nel solo mercato eli Dogliani dai tre ai quattro quintali di trifole. O^gi con poche decine di chili a Dogliani si attraversa l'intera stagione di raccolta. Per compensare a questa carenza, tartufi bianchi di diversa provenienza convergono su Alba per strappare prezzi stratosferici, specialmente nei fine settimana. Si narra, che in questo periodo, nottetempo, nei pressi del casello autostradale Asti Est, tutti questi tartufi divengono, con»; per incanto, tartufi d'Alba. Un fenomeno di transustanziazione che non ha pari al mondo; di mano in mano, di bagagliaio in bagagliaio le trifole straniere entrano nel territorio albese per soddisfare le attese delle moltitudini. Pochi sono in grado di coglien • le sfumature organolettiche che differenziano i tartufi di diversa provenienza; nessuno coglierà la nota d'aglio che emana dai tartufi emiliani e sarà assolutamente impossibile distinguere le produzioni delle diverse aree piemontesi. Del resto le degustazioni comparate, a prezzi che spesso superano le 350 mila lire l'etto, sono un lusso per pochi. Per i motivi sin qui esposti Alba e la sua Fiera debbono giustamente rivendicare il titolo di capitale mondiale del tartufo bianco, da qualunque parte esso arriva. E' perfettamente inutile sostenere la causa del tartufo d'Alba quando nel contesto di cruesta lunga fiera esso è presente in minima parte. In tanti anni questa città ha costruito la propria immagine attorno al tartufo e questo patrimonio va difeso e tutelato. Il ritinto degli olii tartufati è un modo per difendere il prestigio e il gusto del tartufo e per non avallale quelle che spesso sono delle vere e proprie trulle. Ai visitatori della Fiera di Alba voglio ricordare che il Sindaco di questa città e l'Ente Turismo hanno concentrato la vendita del tartufo nei negozi specializzati e nel mercato del Cortile della Maddalena dove esperti certificano la salubrità del prodotto: diffidate di venditori improvvisati e controllate bene la merce che vi viene offerta.

Persone citate: Carlo Potimi, Giacomo Morra

Luoghi citati: Alba, Dalmazia, Dogliani, Europa, Istria, Piemonte, Toscana