CANCELLATE TELAVIV

CANCELLATE TELAVIVCANCELLATE TELAVIV L'IDEA Larry . Collins LA scorsa estate India e Pakistan, le ultime arrivate tra le potenze nucleari, furono condotte sull'orlo di un conflitto armato dalle scorrerie di tribù ribelli nella contesa provincia indiana del Kashmir. Come si armavano e si finanziavano, quei ribelli? Con i soldi della droga. La Colombia, un tempo nazione fiorente, è diventata un crogiolo bollente di terrorismo, illegalità e caos che minaccia la stabilità della zona Nord dell'America latina. Perché? Per via degli enormi profitti generati dal traffico della cocaina, un tempo dominato dai cartelli criminali e ora gestito dalla guerriglia marxista del FARC, il Fronte armato rivoluzionario della Colombia. Nelle ultime due settimane il Programma per il controllo della droga delle Nazioni Unite (UNDCP), che fa base a Vienna, ha pubblicato le sue stime per il raccolto di papavero da oppio di quest'anno in Afghanistan almeno cinquemila tonnellate di oppio greggio. Questa cifra spaventosa significa che l'Afghanistan da solo avrà prodotto nel '99 più oppio greggio di quanto l'intero pianeta non ne producesse appena cinque anni fa. Una volta trattato chimicamente, quel raccolto darà non meno di 520 tonnellate di eroina, almeno dieci volte la quantità disponibile nel mondo quindici anni fa. Dove andrà a finire tutta quell'eroina? In gran parte in Europa e molta arriverà agli angoli delle strade di Torino, Milano, Roma e Napoli. Abbatterrà i prezzi, rendendo la droga ancor più accessibile di quanto già non lo sia. Gli spac- L'IDLaCo EA y . ns ciatori che cercano di indurre una nuova generazione di giovani italiani a provarla diranno ai loro potenziali clienti che la droga adesso è così pura che posso sniffarla o fumarla anziché iniettarsela con un ago, correndo il rischio di contrarre l'Aids. L'Italia, già tra le più inguaiate d'Europa sul fronte dell'eroina, è pronta per un nuovo giro di disastri. Ogni chilo di quell'incredibile raccolto di papaveri sarà tassato dai Talibani, gli estremisti islamici dell'Afghanistan. I guadagni procureranno le armi di cui hanno bisogno per massacrare i fratelli musulmani che non accettano le loro dottrine radicali, per schiavizzare ulteriormente le donne del loro Paese, per appoggiare le attività terroristiche internazionali quando conviene ai loro bisogni. Trasformato in base di morfina, gran parte di quell'oppio greggio attraverserà l'Iran, nel suo viaggio verso i laboratori di eroina della Turchia. I Pasdaran, la Guardia rivoluzionaria dei mullah integralisti, imporranno la loro tassa di transito su ogni chilo che passa. Quell'incasso servirà a mantenere al potere il loro regime repressivo, a finanziare il terrorismo degli Hezbollah e forse, come suggerisce «La spada di Dio» basandosi su alcune informazioni molto preoccupanti acquisite nel corso delle mie ricerche, per co-finanziare l'acquisizione iraniana di anni nucleari. Sono queste realtà così spietate ad avermi indotto a scrivere «La spada di Dio». Se il libro, un romanzo, qualche volta sembrerà ai suoi lettori quasi una registrazione di eventi che accadono davvero è perché, purtroppo, per molti aspetti così è. Pubblichiamo in anteprima l'incipit del romanzo di Larry Collins «La Spada di Dio» (Mondadori, pp. 408, L. 33.000), in libreria all'inizio della prossima settimana: un gruppo rivoluzionario sta pianificando di cancellare Tel Aviv dalla mappa terrestre con tre nuclei atomici Ne «La Spada di Dio» un ex agente Cia si batte contro un vecchio nemico iraniano per salvare Israele ANTEPRIMA ED eccolo di nuovo, quel rumore che in altre notti senza luna aveva sentito crescere dentro la foschia che s'insinuava tra i grandi abeti della Staatforst, eccolo entrare dalla finestra della sua fattoria. Era il sordo ronzio di un aeroplano che scendeva verso la pista del piccolo aeroporto privato di Hartenholm, appena dietro il limite esterno della foresta. Continuò ad ascoltare mentre il rumore si avvicinava, poi lo sentì diminuire di colpo e svanire, lasciando solo al vento il compito di rompere il silenzio che avvolgeva quel lembo di pianura tedesca che da Amburgo si estendeva fino alla frontiera danese. Neanche tre minuti più tardi, scoppiettando, il motore riprese allegramente vita. Questa volta l'aereo percorse la pista in direzione della fattoria, il pilota si preparava a decollare per poi virare, subito dopo, a Est, verso il mare aperto. Per andare dove? In Polonia? Gli Stati baltici? Qualche altra piccola pista nella Germania dell'Est? «Heinrich!» Era la moglie, e stava usando il suo tono di voce più autoritario. «Vuoi morire di freddo? Torna subito a letto, dove dovresti essere!» Il contadino sospirò, chiuse la finestra e a piedi scalzi si avvicinò al letto. «Quante volte devo dirti che quello che succede in quell'aeroporto non sono fatti nostri?» sospirò la moglie. «Non t'impicciare. Non è roba per gente come noi». Il contadino s'infilò lentamente sotto il piumino, fino a quando toccò con la punta degli alluci il fondo del letto. Per un secondo fissò l'ombra scura che copriva le travi del soffitto. Poi, rivolto alla moglie, a quelle ombre o forse a se stesso, mormorò qualcosa nel dialetto locale. «De Voss de brut allwedder», la volpe è di nuovo a caccia. A meno di due chilometri dalla fattoria, un furgone Volkswagen nero, con i fari spenti, percorreva furtivamente la strada dell'aeroporto da dove era appena decollato l'aereo. Si fermò all'incrocio con la statale N206. Il conducente controllò alla sua destra. L'uomo accanto a lui controllò a sinistra. Non c'erano auto in vista, alle due e mezzo del mattino su quella strada di campagna non c'era quasi mai nessuno. «Okay» ordinò l'uomo seduto sul sedile del passeggero. «Vai». Il conducente accese le luci e svoltò verso Ovest, verso il raccordo dell'autostrada A7, a circa sette chilometri di distanza. L'uomo di fianco a lui estrasse una Marlboro dal pacchetto che aveva in tasca e l'accese, poi si voltò a guardare i cinque giovani. Sedevano in completo silenzio e non dimostravano alcuna curiosità per il paesaggio, a loro completamente sconosciuto, che sfrecciava all'esterno del furgone. Era esattamente ciò che erano stati addestrati a fare. Tenere la bocca chiusa e non dare all'occhio. Non fare niente che potesse attirare l'attenzione su se stessi e sui propri compagni. Soddisfatto, l'uomo fece un lungo tiro con la sigaretta. Ormai il Cessna C210 sarebbe stato a quota di crociera, diretto a SudOvest verso la base, una pista privata a un centinaio di chilometri da Vienna. Come sempre, era stato facile fare arrivare clandestinamente quei cinque uomini. Questi europei! Sono convinti che i loro cieli siano una specie di terreno sacro e inviolabile, sotto il controllo vigile di un migliaio di stazioni radar. Ma eludere quel controllo era poco più che uno scherzo. Certo, è contro la legge volare con un aereo privato di notte nella Germania settentrionale senza che il transponder continui a trasmettere un segnale sulla frequenza di 0022 o 0021 a seconda della quota. L'aereo sarebbe stato così identificato automaticamente come un obiettivo di secondo livello dai giganteschi radar dell'aeroporto FuhlsbùtteU di Amburgo. Quei radar di notte rilevavano solo velivoli di secondo livello, perché se fossero stati impostati sul primo avrebbero registrato ogni stormo d'uccelli in volo tra Amburgo e la frontiera danese. E allora che aveva fatto il pilota? Aveva semplicemente spento il transponder e il Cessna C210 si era trasformato in un'invisibile farfalla notturna nella notte nordica. Volare con un aereo privato nei cieli d'Europa senza farsi identificare era facile come guidare un'auto lungo le autostrade senza ronerequeaoronone europea. Scosse il capo, compiacendosi, come gli succedeva spesso, di quanto fosse stato furbo il professore a comprare quel piccolo aeroporto privato. In Europa non era mai troppo difficile, e il professore lo sapeva bene, acquistare cose che ufficialmente non si potevano comprare. C'era sempre un tedesco, uno svizzero, un italiano, un francese che per il prezzo giusto avrebbe venduto anche la madre. Il problema vero era anche come riportare le merci acquistate in Iran. Ma quel loro piccolo aeroporto aveva risolto il problema. Diavolo, da quella pista avevano fatto volare in Iran otto elicotteri smontati, pezzi di ricambio per gli FI4, testate direzionali per i missili Hawkeye, tutte cose che ufficialmente l'Occidente si rifiutava di vendere al suo popolo. delle Nazioni Unite (UNDCP), che fa base a Vienna, ha pubblicato le sue non lo sia. Gli spac- le attività terroristiche internazionali quando conviene ai loro bisogni. accadono davvero è perché, purtroppo, per molti aspetti così è. 2m ■

Persone citate: La Spada, Larry Collins, Voss