LETTERE

LETTERE LETTERE Matrimonio e sacerdozio Sulla Slampa Don Leonardo Zega accenna ad un possibile recupero dei preti sposati. Quelli lasciamoli dove sono e se ne stiano in silenzio, è l'unica cosa ragionevole che possano fare. Quando hanno deciso di diventare sacerdoti sapevano quali compiti e rinunce li attendevano. Chi non mantiene le promesse vale molto poco, anche se ha titoli e incarichi importanti, e i preti sposati non hanno nemmeno mantenuto quelle fatte a Dio! Le loro donne, che si sono abbassate a indurli in tentazione, valgono ancora meno. Sono ancora peggiori i sacerdoti che continuano ad esercitare il loro ministero pur avendo le amanti o gli amanti sicuri che la gente non s'accorga di nulla, ma la gente sa sempre tutto. La Chiesa cattolica faccia pulizia, espella il marciume che racchiude e la gente tornerà nelle chiese. L il cattivo esempio l'arma più micidiale. Nei tempi andati il popolo andava lo stesso in chiesa ma era per paura, la povertà rende timorosi. Lea Garittin Mainot, Cuneo Benemerenze della Caritas Sono una tra le migliaia e migliaia dei dannati della terra che ha ricevuto qualche aiuto dal mondo del volontariato come la Caritas e altri nei momenti difficili. Mi è sembrato giusto e doveroso testimoniare che senza quel mondo i disperati della terra starebbero ancor peggio di adesso. Senza di loro molti di noi perderebbero l'ultima dignità che gli è rimasta. Purtroppo i nostri momenti difficili sembra che siano senza fine. Forse sarebbe opportuno valutare bene le situazioni prima di screditare una istituzione cosi vicina ai diserodati. Specialmente in una società dove povertà è sinonimo di vergogna. Alia Sharif, Torino Le pecore di Cratino Sulla Stampa del 3 ottobre Guido Ceronetti critica la pronuncia del greco antico praticata nelle nostre scuole come «insensata, raccapricciante», e poi «cadaverica» e, ancora, come «una spa¬ ghettata di assurdità fonetiche, trasmettitrici di un verbo mummificato». Difende, in alternativa, la pronuncia dei greci di oggi, che sono eredi del mondo bizantino, e che, invece di pronunciare ot Athenàioi, pronunciano i Athinèi (spero che «Afinèi» sia un semplice errore di stampa). A suo parere questo fatto sarebbe salvifico. Appare quindi urgente dare qualche informazione. Non si tratta di «una spaghettata», perché a pronunciare co¬ l'accento: la parola ànthropos («essere umano») la pronunciano anthrópos perché la penultima (un omega) è lunga. Poca cosa, in fondo. L'altro gruppo è rappresentato solo dai greci, e dopo tutto li si può ben capire. Sbaglierebbe chi credesse che si ricorra qui a un semplice criterio maggioritario, perché questa maggioranza, in un secolo e mezzo di studi linguistici seri e faticosi, ha acquisito la fondata convinzione che Erasmo aveva ragione. Le pecore di Cratino (un commediografo ateniese del V sec. a. C.) direbbero, con la pronuncia bizantina e moderna, vi vi, mentre alla scuola di Erasmo avevano imparato a dire correttamente bè bè; la parola «salute» in dialetto ionico, erasmianamente hùgiéie, secondo una pronuncia che viene data come «vita, e non polvere di morte», dovrebbe suonare ijiìi. Altro che «spaghettata». Prima di autoinfliggerci un provincialismo collettivo, conviene essere più prudenti, allo scopo di non cadere nella trappola del provincialismo individuale. E ancora più prudente deve essere chi abbia un minimo di senso di responsabilità culturale, che lo dissuada dall'esercitare un vacuo demagogismo, che, creando l'equivoco del requiem per il greco, può seriamente danneggiare gli incauti o coloro che si trovino ad essere, ma incolpevolmente, ignoranti. Il greco è una materia che nella scuola italiana si insegna ancora bene: speriamo che duri. Luigi Enrico Rossi, Roma prof. ord. di Letteratura greca all'Università «La Sapienza» I Professori, si sa, hanno sempre ragione, anche quando è la vita a dargli torto. Ma io non sono un prof., sono un bruto... Ho fatto lo spazzino a Delfi, lo straccialo a Mitilene... Resta che la pronuncia erasmiana è «morto che parla» e fuori dai recinti universitari ha il corso di una moneta bucata. Guido Ceronetti Sara nasce fuori orario Nel giorno dedicato all'Adisco, Associazione donatrici sangue del cordone ombelicale, 11 settembre, è nata la mia stupenda nipotina. Mia nuora e mio figlio si erano sottoposti a tutti gli esami richiesti ed avevano espletato tutte le formalità per donare il sangue del cordone. Purtroppo però nessuno aveva detto a Sara di nascere in orario d'ufficio: è nata di notte ed il sangue del cordone è andato sprecato con buona pace di tutti coloro che considerano fisiologica una buona percentuale di sprechi nelle iniziative umanitarie. La nonna di Sara Gabriella Quaglia, Moncalieri me noi il greco - e cioè con la pronuncia cosiddetta erasmiana - è tutto il mondo dei grecisti delle principali culture europee - esclusi i pochi che diremo poi -, e cioè italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, insieme con tutti quelli che di queste stesse culture sono clienti (anche gli americani, colonia filologica tedesca). Esclusi ne sono due gruppi. Uno comprende l'Olanda e l'Inghilterra (con il Commonwealth), che in realtà praticano una lieve variante (posizione «latina» del¬

Persone citate: Alia Sharif, Cuneo, Guido Ceronetti, Guido Ceronetti Sara, Lea Garittin Mainot, Leonardo Zega, Luigi Enrico Rossi, Sara Gabriella Quaglia

Luoghi citati: Mitilene, Moncalieri, Olanda, Roma, Torino