Vesuvio, nessun rischio d'eruzione

Vesuvio, nessun rischio d'eruzione Trema il vulcano, la paura si riaccende, ma la Protezione civile assicura: non c'è pericolo Vesuvio, nessun rischio d'eruzione Barberi: in caso d'emergenza, 7 giorni per sgombrare Mariella Cirillo NAPOLI Un nuovo sciame sismico e la paura si riaccende. Nelle prime ore di ieri la terra è tornata a tremare nell'area del Vesuvio, dove sabato la popolazione aveva già nettamente avvertito una scossa di magnitudo 3,6. Questa volta l'episodio piit intenso è avvenuto alle 4,35, quando i sismografi hanno registrato un terremoto di magnitudo 2,9, seguito da altri movimenti tellurici di minore entità. In molti sono stati svegliati dal tremito che ha scosso le case ed il timore di una eruzione si è riaffacciato nei Comuni dell'area vesuviana. Ma il lungo sonno del vulcano sembra destinato per il momento a continuare. Lo sostengono gli esperti che - eccetto voci isolate seppur autorevoli, come quella del vulcanologo ed ex direttore dell'Osservatorio vesuviano Giuseppe Luongo - escludono che la crisi sismica preluda ad un imminente risveglio ed invitano i cittadini a non allarmarsi. A pronunciare il verdetto, i componenti della commissione Grandi Rischi riuniti ieri pomeriggio a Roma dal sottosegretario alla Protezione Civile. Franco Barberi tiene a sottolineare che l'attuale situazione «non preoccupa» e che esiste un piano di emergenza in caso di eruzione: l'intera popolazione (poco meno di 700 mila persone) potrebbe essere evacuata in 7 giorni. L'assenza di pericoli imminenti è legata, secondo i vulcanologi, a due considerazioni scientifiche: le scosse registrate rientrano in un microsismicità normale (duecentotrecento scosse all'anno) per il Vesuvio e non sono accompagnate dagli altri segnali che annunciano un rischio-eruzione. «Ci preoccuperemmo - spiega il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica, Enzo Boschi - se ci fossero, e non ci sono, altri fenomeni, come una intensa attività sismica, attività geochimiche, ad esempio emissioni di lapilli e gas, deformazioni dell'edificio vulcanico». Ed è Barberi a ribadire che il magma è ad una profondità di 10 chilometri: «Se si muovesse avrebbero luogo microfratture, fughe di gas, varia¬ zioni della composizione chimica». Il sottosegretario alla Protezione Civile critica Luongo («Ha lanciato irragionevoli allarmi») e ricorda che il piano d'emergenza prevede varie fasi: dall'attivazione delle strutture di coordinamento in presenza del pacchetto di fenomeni precursori «che in questo caso non si sono verificati», alla messa in sicurezza della popolazione «che con la viabilità attuale richiederà 7 giorni». «E' un piano estremamente delicato e difficile - sottolinea Barberi - e ci auguriamo di non dover essere mai messi alla prova. Il problema è comunque individuare il momen¬ to adatto per farlo partire». La comunità scientifica segue in ogni caso con la massima attenzione quanto sta avvenendo, a cominciare dagli esperti dell'Osservatorio Vesuviano. «Siamo in presenza di una crisi simile a quella registrata nel '96 - spiega la direttrice, Lucia Civetta - quando ci furono una serie di scosse di intensità abbastanza elevata. Sono durate alcuni mesi, seguite poi da un periodo di calma». Per il momento, dunque, nulla di anomalo: «Ma - avverte al vulcanologa - bisogna ricordare che il Vesuvio è un vulcano attivo e che arriverà il giorno in cui erutterà». «Si cerca di minimizzare «Il piano del governo è sbagliato perché la gente stia tranquilla» non tiene conto dell'imprevisto» wmmmmmmmmmm mmmmmmm mm Il Vesuvio e sotto Giuseppe Luongo ordinario di fisica del vulcanismo a Napoli

Persone citate: Barberi, Enzo Boschi, Franco Barberi, Giuseppe Luongo, Lucia Civetta, Luongo, Mariella Cirillo, Vesuviano

Luoghi citati: Napoli, Roma