Voto sui test nucleari e Clinton chiede un rinvio di Franco Pantarelli

Voto sui test nucleari e Clinton chiede un rinvio V i liLettera al leader repubblicano Lott e Voto sui test nucleari e Clinton chiede un rinvio Franco Pantarelli NEW YORK Riuscirà una lettera di Bill Clinton a evitare il voto del Senato americano sulla messa al bando degli esperimenti nucleari? La votazione è fissata per oggi e se avverrà sarà una sconfitta certa per il Presidente. I numeri dicono infatti che il trattato non ha i voti sufficienti per essere ratificato. Alcuni membri della maggioranza repubblicana hanno «tradito» il loro partito e si sono detti pronti a votare «sì», ma i contrari sono sufficienti a far mancare la maggioranza. L'America si troverà in pratica a dover dire «abbiamo scherzato» ai 154 Paesi che hanno già firmato il trattato, e tutte le esortazioni di Clinton a chi non lo ha ancora ratificato perderanno ogni valore. Per evitare il peggio, Clinton punta al rinvio del voto, ma anche per questo occore convincere almeno una quindicina di repubblicani e ieri sembrava difficile. Domenica tutti i personaggi più importanti del governo avevano compiuto una specie di «blitz» su tutti i canali possibili. Ma se, anche grazie a loro, l'opinione pubblica è ora all'80 per cento favorevole alla ratifica, il grosso dei repubblicani è convinto che l'America debba continuare i test nucleari per mantenere intatta la propria supremazia militare. Per accettare il rinvio, ha detto a loro nome Trent Lott, il leader del gruppo, vogliono l'impegno che Clinton non chiederà più la ratifica del trattato fino a quando resterà alla Casa Bianca. Non se ne parla nemmeno, ha risposto lui, ma ieri pomeriggio, vista la mala parata, ha deciso di scrivere personalmente a Trent Lott. «Le chiedo formalmente di rinviare» la discussione del Trattato, dice Clinton nella lettera, senza però impegnarsi a non chiederne più la ratifica. La sua speranza è che Lott, o almeno alcuni dei suoi, si facciano impressionare da quell'80 per cento dell'opinione pubblica, ma solo oggi si saprà se era una speranza fondata.

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