Annui: l'Italia è un esempio per l'Orni di Maurizio Molinari

Annui: l'Italia è un esempio per l'Orni Allarme per la situazione umanitaria: l'inverno si avvicina, i rifugiati sono a rischio Annui: l'Italia è un esempio per l'Orni Vertice con D'Alema prima di volare a Sarajevo Maurizio Molinari ROMA Kofi Annan cerca aiuto per evitino una crisi umanitaria dentro i confini della Serbia e spera che l'Italia possa contribuire ìi sensibilizzare l'Unione Europea. Il segretario generale dell'Onu, durante il faccia a faccia di ieri mattina con Massimo D'Alema a Palazzo Chigi, si è detto molto preoccupato per le condizioni di vita di oltre 700 mila profughi di etnia serba e ha chiesto non solo all'Italia ma alla comunità internazionale un'azione di sostegno umanitario che vada al di là dei limili imposti dalle sanzioni contro il regime di Slobodan Milosevic durante la guerra in Kosovo. Nella sua breve, ma simbolica, sosta romana prima del viaggio nei Balcani, a Sarajevo e Pristina, Annan ha ringraziato l'Italia per il ruolo di stabilizzazione svolto nella regione chiedendo «maggiore aiuto» per l'opera dell'Amministrazione dell'I imi in Kosovo e tornando più volle con il presidente del Consiglio sulla «forte preoccupazione per le condizioni dei rifugiati in Serbia». Annan a Palazzo Chigi ha lasciato trasparire il timore che la gravità della situazione umanitaria rafforzi, e non indebolisca, l'autorità di Milosevic. All'uscita dall'incontro Annan ha spiegato i suoi timori. Segretario generale, perchè ritiene imminente una crisi umanitaria in Serbia? «Dentro i confini della Serbia si trovano al momento circa 700 mila profughi giunti negli ultimi anni da Bosnia e Croazia e ora anche diti Kosovo. E' una percentuale molto alta dei rifugiati della regione. L'inverno è alle porte e per superarlo questi rifugiati hanno bisogno di aiuti umanitari che includano soprattutto acqua, elettricità, ospedali, assistenza. Lo dico da tempo ed ora la situazione è diventata urgente. Si tratta di un problema grave che la comunità internazionale deve affrontare». Kofi Annan di più non dice ma domenica seni, nella cena di lavoro con il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, era stato iissai esplicito nell'indicare nella Serbia affollata ili rifugiati ed assediata dalle sanzioni una sorta di bomba ad orologeria nei Balcani. La preoccupazione di Annan è stata accolta dal presidente del Consiglio secondo cui i problemi da risolvere sulla strada della ricostruzione ilei Balcani sono due: «il processo ili pace vìi troppo a rilento» e «l'impegno della comunità internazionale per ristabilire un minimo di convivenza fra le etnie ha bisog.no di uno sforzo maggiore». In questa cornice di permanente instabilità Annan ha sottolineato l'importanza del contributo italiano all'Orni. Che giudizio dà dell'impegno militare italiano nelle missioni internazionali? «L'Italia è un membro ideale delle Nazioni Unite. Ho espresso a D'Alema l'apprezzamento mio personale e dell'Onu per il ruolo svolto duranti; la crisi dei Balcani come anche per la partecipazione alla missione a Timor Est nonostante la lontananza». Cosa si apetta dal contributo dell'Italia agli sforzi por la tutela dei diritti umani? «Per tutti la sfida ò di riuscire ìi tutelare i diritti degli individui mentre ci avviciniamo al nuovo milennio. La protezione dell'individuo deve essere garantita anche dentro i confini dogli Stati. Bisogna che le Nazioni Unito funzionino sempre meglio per evitare che qualcuno cerchi giustizia al di fuori della loro legittimità». Davanti a questa richiesta D'Alema ha assicurato ad Annan pieno sostegno al principio dell'ingerenza umanitaria: «Spetta allo Nazioni Unite essere la sede legittima della comunità internazionale per l'affermazione dei diritti umani come criterio irrinunciabile perché la Sovranità nazionale non può essere invocata comi; giustificazione del genocidio».