Ciampi: Israele, la pace vuole coraggio di Aldo Cazzullo

Ciampi: Israele, la pace vuole coraggio «La collaborazione con l'Europa può avere un ruolo chiave per questa svolta storica» Ciampi: Israele, la pace vuole coraggio Prima visita a Gerusalemme Aldo Cazzullo invialo a GERUSALEMME La pace in Medio Oriente è a portata di mano, e sarà una «svolta storica» anche per l'Italia e l'Europa. La visione di Carlo Azeglio Ciampi e condivisa dal presidente israeliano Weizman, che nella cena ufficiale dira: «Sono pronto a volare a Damasco a firmare la pace in qualsiasi momento. Anche se non so ancora con quale aereo». «I tempi della politica sono maturi, e la scadenza del millennio può dare un'ultima spinta psicologica», prevede Ciampi. Che oltre a Israele un «grande disegno»: agganciare lo Stato ebraico al Mediterraneo e all'Europa, creare un unico sistema politico ed economico, di libero scambio e di garanzie democratiche, ria estendere con gradualità anche ai Paesi arabi. Una prospettiva che Ehud Barak giudica «molto interessante». Ma da Roma e da Bruxelles il primo ministro israeliano si attende anche altro: «I nostri servizi segreti e la nostra esperienza sostiene Barak - ci avvertono che attentati contro ebrei e interessi ebraici sono in preparazione non soltanto in Israele, ma anche all'estero. Vi chiedo aiuto per evitare chi.' pure questa volta il terrorismo si metta di traverso sulla via della pace». «Questa e la prima visita ufficiale in Israele del presidente della Repubblica italiana. Ma chi arriva qui dall'Italia non si sente lontano da casa». Cosi Ciampi ha salutato il capo dello Stato Ezer Weizman, all'arrivo nella sua residenza. Poi ha citato due predecessori: Luigi Einaudi, che fu presidente dell'associazione Italia-Israele nel '46, e Oscar Luigi Scalfaro, che «da ministro degli Interni, dopo una visita in Israele conclusasi con la firma di un accordo anti-terrorismo, fondò un'associazione parlamentare d'amicizia Italia Israele; e, alla sua elezione, ricevette in dono da Gerusalemme un albero di ulivo, che oggi e piantato nei giardini del quirinale». Più tardi, a pranzo con Barak, sono emerse le affinila politiche tra i due Paesi. Israele, nella visione di Ciampi, non devi; guardare all'Italia e all'Europa come ;t potenze ostili. L'attenzione allo Stato ebraico e invece un tassello essenziale della politica mediterranea del Quirinale, intessuta in questi mesi con gli incontri col leader algerino Bouteflika, i colloqui informali ,i Rabat in occasione dei funerali di re Massai) II, la visita in due fasi di Arafat a Roma, intramezzata da un volo nel Sinai per firmare gli accordi di Sharm-el-Sheik, «I vostri traili /.imi,ili buoni rapporti con i palestinesi non sono un ostacolo - ha riconosciuto Barak -, ora che con i palestinesi stiamo trattando direttamente». Ma l'Europa, sostiene Ciampi, non può restale fuori dai negoziati, e avrà un ruolo ancora più importante nella fase di svilup po economico che <• (lesi inala ad aprirsi presto: «I dividendi ilclla pare - spiega il presidente sono chiari a lutti, ai Paesi interessali comi1 ai Paesi amici. Per l'intero Mediterraneo la pace in Medio Orienti' 6 una svolta storica. Dobbiamo mirare, com'è nello spirito della Conferenza euro-mediterranea, a unii più diffusa cooperazione tra Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Dobbiamo mirare a collegarci con il processo di allargamento a Est. come a Sud dell'Unione europea». Una prospettiva in cui Barak si ò già collocato: «Tra qualche anno - lui confidato a Ciampi - anche noi potremmo essere in linea con i parametri di Maastricht; a parte il debito pubblico, per cui ci vorrà più temilo». Nel colloquio di ieri, Barak ha latto più volte riferimento alla figura di Rabin, con cui Ciampi ebbe un lungo incontro, sei itimi fa, a Palazzo (iliigi. E Leali Rabin, insiemi; con ElioToaffe David Cassuto, ha voluto essere presente alla visita di Ciampi alla sinagoga italiana. Il presidente ha ricordato il contributo dato dagli «italkim» alla costruzione dello Slato ebraico, e anche l'alto livello di integrazione raggiunto dalla comunità ebraica in Italia, «dove la gran parte della popolazione hit sempre considerato gli ebrei come italiani a lutti gli effetti e con tutti i diritti». Piti tardi, a cena con Weizman, Ciampi ha reso omaggio, oltre che a Rabin, anche a Sadat e «a tutte le vittime innocenti di una violenza cieca che ha colpito uomini, donne, bambini, noi mercati e nelle strade, nelle moschee e nelle sinagoghe». E ha ribadito che «il processo di pace ò giuntò ti una svolta definitiva. Di fronti; ;i ogni sfida Israele e il suo popolo non si sono mai tirati indietro. Adesso Israeli; si trova di fronte a unii sfida nuova: la sfida del dialogo con i palestinesi, la sfida della pace. La pace richiede coraggio. Ci auguriamo vivamente che ;ii responsabili, dalle due parti, non fàccia difetto né il coraggio, né la visione, né la buona volontà». Stamattina il presidente visiterà lo Yitd Vashem, il memoriale della Shoah, che considera «un monito per tutta l'umanità». Poi Ciampi parlerà di fronte alla Knesset, il Parlamento israeliano. Prima, però, farà visita alla sede dell'amministrazione palestinese, a Raniallith. «Si ricordi - l'Ini salutato ieri pomeriggio Barak - di portare i miei saluti ad Arafat». Oggi si recherà a Ramallah per incontrare il governo palestinese Barak: si ricordi di portare i miei saluti a Arafat Il presidente Ciampi con il primo ministro israeliano Barak. Nella foto piccola, Leah Rabin