«Nel '67 il Pei segnalò: rischio di golpe»

«Nel '67 il Pei segnalò: rischio di golpe» I VERBALI / Tutti i nomi e le «rivelazioni» delle schede contenute nelle pagine del dossier «Nel '67 il Pei segnalò: rischio di golpe» E Mosca preparò un piano per intervenire in Italia ROMA Nel 1967 il Kgb elaboro piani per contrastare un possibile colpo di stato in Italia. È quanto si evince da una lettura dei documento «Impedian 195» e del rapporto «Impedian n. 225», inseriti nel dossier Mitrokhin. Nel primo si segnala che «nell'estate del 1967 la dirigenza del Pei nella persona di Amendola chiese aiuto per organizzare il lavoro del partito nel caso di una possibile emergenza nel Paese», mentre nel secondo si sottolinea che «nel giugno 1967 si sono ricevuti rapporti secondo cui in Italia si stava preparando un golpe sul modello greco» e che «il emano dipartimento del Kgb Fcd, insieme alle altre sezioni Fcd, hanno preparato un piano d'azione per contrastarlo, con l'approvazione del comitato centrale del Pcus. I vertici del Pei si sono tenuti in contatto con il comitato centrale del Pcus». Ancora: «Seguendo le raccomandazioni dell'Fcd, il Politburo del comitato centrale del Pcus ha approvato una iniziativa dell'Fcd avente per oggetto uno speciale addestramento per i rappresentanti del Pc per operare in condizioni illegali. Tre rappresentanti del Pei hanno ricevuto in Urss addestramento come operatori radio. Sempre nel 1967 sono stati compiuti lavori preparatori per ricevere un rappresentante del Pc ed addestrarlo nel settore della documentazione speciale. Sono stati addestrati anche un tecnico radio e un agente-cifra ed e stato sviluppato un codice per il Pei». BRIGATE ROSSE. Il Pcus diffidava delle Brigate Rosse e non gradiva che partiti comunisti dei Paesi del Patto di Varsavia stringessero rapporti con organizzazioni della lotta annata in Italia. È quanto emerge dal rapporio «Impediam 143», secondo il quale nel '75 Yuriy Andropov notificò al comitato centrale del Pcus dei contatti tra il Pei e il Pc cecoslovacco. Infatti, il vicepresidente della commissione centrale di controllo del Pei, Salvatore Cacciapuoti, aveva incontrato il capo del dipartimento internazionale del comitato centralo del Pcc, Antonin Vaurus, al quale aveva fatto presente che da alcuni documenti in possesso delle agenzie ufficiali italiane emergeva l'esistenza di una base delle Br in Cecoslovacchia. Inoltre si sospettava la cooperazione tra le agenzie di sicurezza cecoslovacche e le Br. Nel rapporto del Kgb, prima si sottolinea che Vaurus aveva garantito a Cacciapuoti che il Ministero degli Affari Interni ceco non aveva nessun contatto con i terroristi italiani. Una risposta che non soddisfece pienamente il Pei. Il rapporto si chiude con l'annotazione di un incontro, nel '78, tra i due ambasciatori, sovietico e cecoslovacco in Italia, rispettivamente Nikita Rykhov e Vladimir Koucky. Quest'ultimo, si afferma nel documento del Kgb, «era stato particolarmente turbato» dal comportamento del collega sovietico. «Questi - si legge - rammentava ripetutamente a Koucky che ave¬ va messo in guardia i rappresentanti cecoslovacchi in merito a contatti con le Br, ma questi non gli avevano dato ascolto. Ryzhov era convinto che all'interno dell' ambasciata cecoslovacca ci fosse qualcuno che, alle spalle di Koucky, era in contatto con le Br. Ryzhov aveva accusato Koucky di recare più danni che benefici, associandosi con le Br». Il 4 maggio '78 Giorgio Amendola, in un incontro con l'ambasciatore cecoslovacco, lo invitò ad essere più prudente con le Br. L'esponente Pei, secondo quanto riferisce l'infonnatore, parlò di «contatti» che avrebbero potuto «venir fuori durante un successivo processo a loro carico». CASO MORO. In italiano significa «sperone», ma in codice, ovviamente del Kgb, è conosciuto come «Shpora»: riguarda il caso Moro e rappresenta - si legge nel «rapporto n. 234» - «una misura attiva della residentatura del Kgb a Roma». «Il documento Shpora - si aggiunge - è stato prodotto nel Centro» e l'obiettivo - a quanto si intuisce - era quello di ipotizzare un coinvolgimento americano nella vicenda Moro. Il documento «Shpora» fu inviato anticipatamente a «Zak» prima dell'inizio dei lavori del Consiglio della De, previsto per il 29-31 giugno 1978. La Residentatura del Kgb - si legge ancora - teneva sotto costante controllo lo sviluppo dell'operazione «Shpora» e le reazioni ad essa. In questa informativa si legge ancora che Zak «tenne effettivamente un discorso al meeting della De, nel corso del quale dichiarò che c'erano molti punti oscuri nel caso Moro» e che «Fracanzani, deputato della De, avanzò la proposta di istituire una commissione parlamentare per far luce sulle circostanze relative al rapimento e all'omicidio di Moro da parte delle Br e sul possibile coinvolgimento di servizi speciali stranieri». (pCE diprot- ;A GIÀ" »EU.A prodotto M ^ * ^ meuc il penale documenta V e spccit,cat> [\ Magfiìott comete dei tf •paotoScn«M 1 5». *•»•■"-' »e*v! "•lì! I li II l'I «unti IHiun l'I l'Ili 11 ilipililiiiiji lllìlllll A sinistra: la copertina del dossier consegnato ieri alla stampa Sopra: una immagine della sede del Ministero degli Esteri

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Italia, Mosca, Roma, Urss