Le spie più importanti? Personaggi anonimi di Francesco Grignetti
Le spie più importanti? Personaggi anonimi Fallimentare il tentativo di infiltrarsi in Vaticano. Le Mata Hari finivano per sposarsi con le «vittime» Le spie più importanti? Personaggi anonimi Segretarie e impiegati costituiscono il «grosso» del dossier Francesco Grignetti ROMA Nell'elenco delle presunte spie ci sono giornalisti e politici in vista, ma soprattutto figure di normali cittadini. Tecnici di aziende private, segretarie di ambasciata, impiegati di ministero. D'altra parte i libri di Le Carré insegnano: la spia migliore è quella che non dà nell'occhio. Kra da loro che il Kgb cercava le notizie più succulente: quelle che possono considerarsi spionaggio industriale, o militare, o diplomatico. Non c'è da meravigliarsi, allora, se si trova il professore del Politecnico di Torino, nome in codice «Uchitel», esperto di motori aeronautici, che avrebbe passato agli 007 sovietici i segreti industriali di Aeritalia, Mbb, Dornier, Onera, Cometa, Mezon. In particolare «le caratteristiche tecniche del Tornado, dell'Amx e i sistemi guida degli elicotteri». Altri informatori scientifici - sempre presunti, ci mancherebbe - della lista: il prof. Gianguido Carrara «Kulon», specialista di «tensione super-alta»; oppure il prof. ManIre «Karbone» esperto di «fibre a modulo elevato»; «Kosak», cittadino argentino residente in Italia, ingegnere chimico e litolare di un'azienda meccanica. lì c'è tale «Laura», che era un'interprete dal russo alle dipendenze della Fiat. Un avvocato che lavora all'ufficio Esteri dell'Eni, tale Giuseppe Prezioso. Un tecnico che lavora presso la ditta americana Honeywell. Un capitolo a parte meritano e forse, sempre a giudicare dal dossier, avrebbero ineritalo anche una medaglia dell'Ordine; di Lenin, anche se più prosaicamente si aspettavano delle commesse - i due ingegneri Amedeo Mencuccini e Salvatore Cassarino, soci in affari, che passano sottobanco ai sovietici l'intero processo industriale della gomma bufile. I nomi in codice «Untano» e «Metili» parlano chiaro. «I due hanno ricevuto - è riportato nelle schede di Mitrokhin - un compenso di 50 mila dollari. La documentazione ha permesso di realizzare la costruzione della fabbrica di Sumgait e di ridisegnare due nuove linee di produzione su larga scala. Ha prodotto un risparmio di 16 milioni di rubli». La lista continua a lungo, segno che era il comparto tecnicoscientifico ciò che più interessava il Kgb di stanza in Italia. L'ingegnere chimico «Franko» che nel 1975 era alla Snia Viscosa. Il funzionario «Aro» che era un esperto di nucleare dell'Ansaldo. Il prof. Harone «Bernardo», responsabile nel 1076 del laboratorio di cibernetica del Cnr di Napoli. Giovani Galina, vicedirettore della Montecatini, reclutato nel lontano 1956. Ma la penetrazione nei segreti industriali dell'occidente era solo uno dei campi dove il Kgb operava. Nel 1980, secondo anno del pontificato di Papa Giovanni Paolo II, da Mosca parte un ordine preciso: infiltrare il Vaticano. E' il loro «compito prioritario». Cominciano con uno studio della Curia. Ma si rendono conto che «il compito era difficile, tenuto conto del clima di sfiducia e sospetto». E comunque nel tempo qualche successo il Kgb lo vantava (millantando?): frate Nazareno Fabbretti, monaco francescano e corrispondente della «Gazzetta del Popolo» era stato coltivato dai servizi segreti ungheresi fin dal 1965; il sacerdote greco-ortodosso Ivan Ortunskiy «Vernyv» (cioè il Credente) che nel 1964 si laurea in Vaticano e poi lavora presso il seminario ucraino di Roma. Informò il Kgb fino al 1978 sui fatti più interni della Chiesa Uniate di Ucraina. Un altro agente, padre dal 1973 al 1975, studiò al collegio Russicum. E poi i sovietici avvicinano (meglio, avrebbero avvicinato) il vaticanista del quotidiano «L'Unità» Alceste Santini, il direttore dell'agenzia di stampa cattolica Adista Franco Leonori, il membro del dipartimento internazionale delle Acli Nestore di Meola, il redattore capo del giornale «Nuovi Tempi» della chiesa protestante Giorgio Girardet. E naturalmente ci sono i nemici dell'Urss da spiare. La Nato e il ministero della Difesa, innanzitutto. Alla fine degli Anni 60 cercano di contattare una segretaria italiana che lavora alla Nato, al quartier generale di Bruxelles. Inviano un «romeo» del Kgb, tale Gerd Fuller che ha il compito di accalappiare e sedurre la venticinquenne segretaria. Le carte non ci dicono come finì. C'è però di certo un generale dell'aeronautica, Mario Babic, addetto aeronautico alla nostra ambasciata a Mosca, che - vantano gli agenti del Kgb - nel 1959 rimane inca¬ strato in una trappola amorosa: gli fanno credere di aver messo incinta una ragazza moscovita e lo costringono a portare fuori dall'ambasciata i rapporti dell'addetto militare e i cifrari. Ma con i cifrari d'ambasciata, oggetto del desiderio di ogni spia che si rispetti, i sovietici hanno fatto davvero miracoli. Il colpo più mirabolante lo fanno nel 1953, quando un funzionario del ministero dell'Interno, Francesco Virdia «Kvestor» avrebbe consegnato per centomila lire dell'epoca tutti i cifrari segreti italiani, dell prefetture come dei carabinieri, delle ambasciate, dello stato maggiore e del Sifar. Ma è quasi infinito l'elenco di funzionari delle nostre ambasciate in giro per il mondo che collaborano - a pagamento o perché ricattati. In genere, come già è stato raccontato mille volte, usavano belle ragazze. Fa una certa impressione leggere che «Iris, donna ceca del 1933, venne reclutata dai servizi speciali della Cecoslovacchia, allo scopo di coltivare gli stranieri. Nel 1963 fu rifilata a un impiegato cifra dell'ambasciata italiana che poi la sposò nel 1967». Lascia intravedere una fosca storia di amore e disperazione. Freddo il commento dei nostri servizi segreti: «Tuie informazione dovrebbe riferirsi all'ambasciata italiana a Praga». E poi c'era il segretario comunale di Olivano romano, piccolo Comune dei Castelli romani dove si fa il vino buono, Giuseppe Stangamini «Simbad», che negli Anni 80 consegnò al Kgb il registro delle nascite. Chissà mai perché gli interessavano così tanto. Ci sono tecnici che avrebbero venduto segreti della chimica ma c'è anche un segretario comunale che (chissà perché) avrebbe fatto avere agli agenti sovietici il registro delle nascite del suo paesino Palazzo San Macuto, conferenza stampa della Commissione stragi TUU
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