Un governo «pacificatore» per fare i conti con la storia di Augusto Minzolini

Un governo «pacificatore» per fare i conti con la storia VECCHI E NUOVI VELENI Un governo «pacificatore» per fare i conti con la storia Augusto Minzolini FORSE, per capirci qualcosa nel grande polverone sollevato dalla pubblicizzazione del rapporto Mitrokhin, bisogna tornare ai giorni della nascita del governo D'Alema. All'epoca, il solito Francesco Cossiga, il mallevadore politico dell'operazione che portò a Palazzo Chigi il primo ex-comunista, descrisse così, senza peli sulla lingua, il nuovo esecutivo: «...mette insieme nostalgici del Patto di Varsavia e filo-atlantici, il Kgb e la Cia». Allora la battuta fu presa come uno scherzo, come una trovata del solito bontempone Cossiga, ma oggi si scopre che quella uscita - anche se il rapporto trasmesso ai nostri servizi segreti dall'intelligence inglese va preso, come è doveroso, con le molle - aveva un fondo di verità. Eh sì, perché al di là del fatto in se stesso, dei tanti nomi di spie o pseudo-spie che vi si trovano, di gente sicuramente ignara e di altri colpevoli, quello che emerge sul piano politico non è una novità, ma un dato che paradossalmente - era chiaro a tutti sin dall'inizio: dentro la maggioranza, a tutti gli effetti, ci sono gli ultimi nostalgici della rivoluzione d'ottobre, del comunismo, dell'anti-arme" ricanismo militante. In un certo senso ha, quindi, ragione Armando Cosstrfita a mostrarsi sorpreso, a dire che tutto è ridicolo: lui non ha mai nascosto il suo passato, tantomeno lo ha rinnegato, semmai - vista la formazione politica che ha fondato - lo ha esaltato. E le polemiche nel governo su grandi questioni della politica estera di quest'anno - dal caso Ocalan all'intervento italiano nel Kosovo stanno lì a dimostrarlo. Del resto, se non ci fosse stata questa anomalia, probabilmente la maggioranza non avrebbe avuto bisogno del soccorso dell'opposizione su alcuni argomenti. Così il dossier non pone un nuovo problema politico, semmai rammenta - per quel che conta - una questione già nota, che i più nella maggioranza hanno rimosso o addirittura sempre negato: ò possibile per usare un paradosso - fare un governo con i reduci della Cia e del Kgb? Nel minestrone italiano la risposta è «sì». Anzi, si può dire che non ò la prima volta, dato che i governi Dini, Prodi e D'Alema si sono giovati dell'apporto fondamentale di Cossutta e compagni. Ecco perché, in fondo, tanto argomentare da parte di tutti è in un certo qua! modo superfluo. Ognuno mette in risalto ciò che più gli preme, o per attaccare o per difendersi: Palazzo Chigi, e il presidente del Consiglio in primis, sottolinea¬ no con il pennarello rosso le congiure politiche del Kgb contro Berlinguer e la presenza nei dossier di un mare di socialisti e magari di personaggi politici che in questo momento stanno d'altra parte; l'opposizione, ovviamente, rimarca il caso Cossutta. Insomma, siamo allo stallo. Almeno por la polemica politica presente, visto che, per dirla con Cossiga, tutti sapevano che nel governo della «grande pacificazione» (questo era scritto nel certificato di nascita del governo D'Alema) c'erano anche i reduci del Kgb. Semmai la questione deve riguardare il passato, e in Italia non è cosa di poco conto. Sulle storie del passato, infatti, nel nostro Paese molti hanno costruito il presenti!: le storie di mafia, ad esempio, pesano ancora, basta parlarne con Giulio Andreotti e, magari, con lo stesso Berlusconi; le storie di Tangentopoli, con le loro vittime e i loro colpevoli, continuano a trascinarsi; per non parlare degli altri scandali, delle altre liste, delle pagine degli altri dossier. Sarebbe il caso di dare un filo logico a tutto questo, aggiungendo magari un nuovo capitolo che in fondo esisteva ancor prima che l'Intelligence Service ci facesse regalo del rapporto Mitrcokhin. C'è bisogno, insomma, di una rilettura della storia di questo Paese, delle sue storture e delle sue pagine nere, affidata ad una Commissione d'inchiesta parlamentare o ad un comitato di saggi, oppure a qualsiasi altro organismo adatto al caso. Per dirla in breve: questo governo con dentro Cia e Kgb, per citare di nuovo il Picconatore, dovrebbe essere all'altezza del ruolo di «pacificatore» che si era dato, partendo dal presupposto che non si può dare per buono il racconto di un pentita sul bacio di Andreotti a Riina e trattare come una barzelletta un dossier messo insieme dai servizi segreti di Sua Maestà, quelli che hanno fatto nascere la leggenda di 007. Per cui forse ha ragione ancora Cossiga quando dichiara: «Se le indiscrezioni sono vere anche il più pulito, e cioè il cavalier Berlusconi, ha la rogna. Per cui chiudiamo questa vicenda e non parliamone più». Questo, però, dovrebbe valere per lutto.

Luoghi citati: Italia, Kosovo