Un giorno di caos, e alle 20 tutti i nomi di Fabio Martini

Un giorno di caos, e alle 20 tutti i nomi Prima l'annuncio dei pm: non ci sono segreti. Poi un vortice di indiscrezioni, infine la consegna Un giorno di caos, e alle 20 tutti i nomi Procura e governo quasi in gara per divulgare le carte Fabio Martini ROMA il lungo «palleggio» sui misteriosi nomi dol dossier Mitrokhin si n trasformato proprio l'ultimo giorno in una corsa affannosa, con l'effetto di assisterò allo spettacolo olio qualcuno temeva: la giornata di ieri si è consumata in uno stillicidio di nomi fatti trapelare ad arte. Con il risultato di mettere sullo stesso piano sia le «vittime» del Kgb, sia le spio al soldo dei sovietici. Soltanto alle 19,55, cinque minuti prima l'inizio dei Tg di massimo ascolto, il dossier e stato consegnato ai cronisti. Una giornata specialmente convulsa, durante la quale tutti hanno fatto mostra di voler far presto: in particolare, il governo e la Procura di Roma hanno ingaggiato, senza dichiararla, una corsa a chi consegnava per primo le carte alla Commissione Stragi. Una fretta immaginata per evitare inutili gogne, ma che non è bastata a fugare equivoci. La vera svolta si è ora consumata duo sere fa, con la decisione del governo di rompere gli indugi e di rendere noto il contenuto del dossier Mitrokhin, nonostante la Commissione Stragi avesse chiesto le carte alla magistratura c non all'esecutivo. Ma la convulsa sequenza degli avvenimenti di ieri e la (•incorsa tra i diversi protagonisti ha reso se possibile, più confusa la lettura del reale significato delle carte. La pressante richiesta di fare presto inizia di buona mattina con un coro: insistono per non perdere un minuto il segretario dissino Walter Veltroni, ma anche Marco Taradash del Polo, membro della commissione Stragi, liti è proprio lui, alle 1 1,28 ad annunciare ai cronisti in attesa: «Sono arrivati gli atti trasmessi dalla Pro- cura». Ma il presidente della Commissione, il diessino Giovanni Pellegrino è in viaggio per Roma e Taradash annuncia - bontà sua - che il plico non e stato aperto per «un gentleman agreement» con Vincenzo Manca di Forza Italia. In attesa di Pellegrino, il plico viene chiuso in cassaforte, alla stregua di un tesoro. Aspettando Pellegrino, e sempre Taradash a far sapere che il dossier è stato trasmesso alla Commissione «senza il vincolo della segretezza». Si saprà piii tardi che la magistratura non ha apposto il segreto perché - come ha scritto il Procuratore della Repubblica di Roma Vecchione «la trasmissione ad una autorità legittimata non costituisce pregiudizio per lo svolgimento del- le indagini». Ma l'annuncio che non c'è segreto fa crescere l'eccitazione nel Palazzo. La suspence produce effetti bizzarri e contrapposti. Enzo Fragalà di An annuncia: «Non appena avrò i nomi organizzerò un volantinaggio», mentre il presidente della Camera Luciano Violante si dice certo; «L'Italia si è comportata con il più alto livello di trasparenza». Alle 13,30 Pellegrino annuncia che «entro la giornata saranno resi noti i documenti dell'archivio», ma pur dichiarando di essere «in silenzio stampa», subito dopo si produce in una punzecchiatura per niente velata: «Avevo chiesto il dossier alla Procura di Roma ma ieri sera ho appreso dalla tv che le carte mi sarebbero state inviate dal governo cui non le avevo chieste...». Passa poco per conoscere i primi nomi e sono i parlamentari di An a farli trapelare. Dice Mario Palombo: «Nelle liste del Kgb ci sono i nomi di Cossutta e di De Martino». Subito dopo Alfredo Mantica: «I nomi più importanti sono di giornalisti...». Ed è ancora un parlamentare di An, Enzo Fragalà a fare i nomi: «Ci sono Cavallari, Zincone e Viola». E mentre nel frullatore entra di tutto, Palazzo Chigi fa sapere che nel mo¬ mento in cui viene meno il vincolo di riservatezza collegato alle indagini, gli atti sono nella piena disponibilità della Commissione Stragi che può decidere «nella sua autonoma responsabilità». E il presidente della Commissione Pellegrino riguadagna i riflettori con una riflessione controcorrente: «Se non fossi stato investito di responsabilità istituzionali, avreste aspettato ancora qualche giorno: nell'interesse del Paese non capisco la curiosità per cose che sarebbero state note in ogni caso, mentre per le persone citate, sarebbe stati necessari controlli di attendibilità». La curiosità sempre più morbosa si allentava pochi minuti prima dei Tg delle 20: il dossier di 645 pagine veniva consegnato ai cronisti. TWD

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