Dietro le corazze, lo sfottò dei pirati di Marco Neirotti

Dietro le corazze, lo sfottò dei pirati LA PUGLIA DEI FUORILEGGE, CROCEVIA DEI TRAFFICI D'EUROPA Dietro le corazze, lo sfottò dei pirati Bari, la guerra infinita ai contrabbandieri reportage Marco Neirotti Inviato a BARI D IARIO di guerra. E' l'unica definizione per appunti di cronaca scritti vivendo, da soli o con i baschi verdi della Guardia di Finanza, le notti del contrabbando sulla costa pugliese. E' un territorio occupato dove gli uomini in uniforme dello Stato fanno, con tenacia e coraggio affascinanti, la Resistenza. Qui, se non sei uno spettatore che ride, vivi una paura densa: quando in taxi passi tra i loro «pali» e i loro convogli, quando stai seduto su un jeeppone grigio che, se avvistato, sarà bersaglio di rostri e pale di ferro. In un Paese dove si dibatte di sicurezza, questa guerra non riguarda soltanto buoni e cattivi, Finanza e Contrabbando, ma semina vittime innocenti: un'auto in fuga ha ammazzato due motocilisti, una colonna di blindati di scorta ai carichi ha rovesciato una Jetta con una coppia e tre bambini, un'altra ha sfondato un'ambulanza colpevole di avere lampeggianti azzurri sul tetto: il povero malato diretto in ospedale è morto. Non devi essere sul loro percorso: ti fanno a pezzi. E Bari città, come i centri intorno, da Molfetta a Monopoli offre braccia. Il potere del denaro e quello del senso di dominio gravano con intimidazioni, mentre in quartieri come San Paolo o Bari vecchia ti domandano quale bizzarria porti lì una «persona per bene». Lì, grazie anche a figure «modello», si pescano scaricatori, autisti di blindati, con fedine penali stupefacenti. L'altro Stato domina, uccide. E attrae giovani. Diario di guerra, allora. L'avamposto è l'elicottero della Finanza, che sorvola il mare verso il Montenegro fin dal pomeriggio, quando là incominciano le operazioni di imbarco. Nel porto di Bar stanno in fila i Super Corbelli bianchi da 16 metri e i Super Termoli da 18, i primi portano 350 casse, oltre 17 mila stecche, i secondi 500 casse, 25 mila stecche. Mezzi che costano da 800 milioni a un miliardo e mezzo. Ne partono decine ogni sera. Caricano alla luce del sole perché hanno pagato una tassa, 70 mila per cassone, 3 mila per litro di carburante. Partono nel pomeriggio. L'elicottero li individua con il radar e avverte le forze di mare: un guardacoste, centrale operativa viaggiante, e vedette, molte delle quali sono mezzi sequestrati, revisionati e riutilizzati. Sono sfide terribili, tra la gara di off-shore e il gioco della morte, perché gli scafi del contrabbando hanno punte blindate e speroni per devastare la barca nemica. E nessuna regola. Appena è buio, su un mare che non è pece soltanto là dove onde naturali o provocate lo imbiancano, si gioca una partita forsennata. Le vedette avanzano nel buio. Al momento dell'incontro ingaggiano percorsi a zig zag che alzano onde di ritorno, si cerca il testacoda dei Super Corbelli zavorrati dal carico di sigarette. Se riduce la corsa, lo si affianca, lo si costringe a una virata e durante la virata, a pochi centimetri tra uno scafo e l'altro, si salta a bordo. Eccone uno bloccato. Sono in tre a scortare il carico. Lo scafista guadagna 2 milioni e mezzo a viaggio, Con lui ci sono il motorista è il «fiduciario» del carico, che lo consegnerà alle «forze di terra». Diario di guerra, ancora. Mercoledì 6 ottobre, al largo di Savelletri. Intercettato uno scafo, tallonamento, inseguimento. Quello vira per tornare al largo. Improvvise le fiamme. Hanno esasperato i motori. Affiancati, salvati, arrestati. Fra loro c'è Roberto Prudentino, 46 anni, fratello di Francesco, ritenuto il maggiore boss del contrabbando. Con ogni probabilità non seguiva un carico, aveva preso un tram per l'Italia. Molti arrivano a terra. Eccoci sulla costa, a più riprese, da soli e con i finanzieri. Ti aspetti angoli riparati, nascosti. Macché. Puoi prendere un taxi e andare a guardare oltre lo schieramento dei fuoristrada blindati come mostri che scorteranno il carico. Puoi sederti in un dehors e guardare scaricare mentre bevi una birra. Se però ti metti in mezzo, il bianco diventa nero. Notte. Località San Vito, Polignano a Mare. L'attracco è stato edificato da loro stessi: una piccola darsena, cemento per il piazzale di scarico, fessure nella roccia create ad arte perché ci si infilino con decisione le punte blindate dei Super Termoli. E' un trasporto alla grande: il territorio è controllalo da una ventina di fuoristrada blindati, un incappucciato accanto ad ognuno. Sono pronti tre camion, settanta o ottanta scaricatori, che guadagnano centomila lire a testa per una catena di passaggi di casse che dura da dieci minuti a un quarto d'ora. Ci sono poveracci, pregiudicati, e anche studenti che arrotondano. Tutta la zona è coperta da «avvisatori», strade statali, provinciali, comunali, tratturi di campagna sono piantonati da ragazzi con piccole radio o telefoni cellulari. Avvistano e avvertono: auto civette, pattuglie, colonne di Mitsubishi Pajero blindati della Finanza. La colonna parte, si incunea in Polignano. Ti viene incontro e fa paura. O ti levi o ti disintegrano. I blindati hanno lampeggianti azzurri, lì per li sembra una scorta di Stato. Ondeggiano davanti, intorno e dietro ai camion. Gli ultimi della colonna, se avvertiti di una presenza della Finanza, lasciano cadere da un foro nel centro del blindato chiodi a quattro punte e versano dieci, dodici lattine d'olio. Raccolgo un chiodo: comunque cada ci sarà una punta contro la tua ruota, l'asfalto è pieno come un campo alla semina. Si avvicinano a Rutigliano. Eliminano gli ostacoli, a costo d'ammazzare. Ti vedi venire addosso Dodge, Nissan Patrol, Chevrolet con enormi cunei di ferro saldati allo chassis, sbarre appuntite per sfondare, capaci di tagliare in due una 155, piegare la portiera rinforzata di una pattuglia sul Pajero. Se gli sfuggi bene, se no ripetono gli attacchi finché ti hanno spostato. Il carico deve passare: loro garantiscono l'arrivo. In una masseria, a un trasbordo, alla statale. Tagliano il paese come i carri armati americani, con sicurezza, qualcuno lancia stecche di sigarette alla gente come gli americani lanciavano cioccolato. 1 «blindatisti» guadagnano 800 mila lire a viaggio, più un premio se speronano questi mezzi della Finanza. I Mitsubishi resteranno fuori uso per qualche tempo, tra burocrazia e operazioni tecniche. Loro no. Rullano i fuoristrada e li blindano: tra ladro e meccanici, ciascuno non costa più di dieci milioni. Vanno a prenderseli anche sfondando le vetrine dei concessionari con quelli già blindati. Ci sono officine ovunque, nascoste tra questi ulivi, con personale specializzato che potrebbe insegnare molto agli sceneggiatori del serial tv A-Teain. Un mezzo «catturato» proprio in questo sere era stato rubato a Milano quattro giorni prima Era già operativo, molto più potente, sicuro e distruttivo di quelli dello Stato. Ha un blindatura straordinaria: una serie di lastre protegge il motori', posti» guida e posto passeggeri sono inscalfibili, cofano, parafanghi, tutto è protetto. Le gomme sono piene di un mix di silicone e grasso che resiste alle pallottole calibro 9. I blindatisti sono un servizio che corrisponde alle nostre scorte private per banche e uffici: garantiscono l'arrivo a desi inazioni' La Finanza non inolia, baschi verdi come partigiani. Esce la colonna blindata di Stato. Blocca uno dei convogli Possenti luci sui tetti delle scorie del contrabbando abbagliano la scena, marcia avanti e retromarcia per sventrali' e buttare fuori il nemico in grigio, altre luci per accecare chi impugna i fucili a pompa Franchi Spass, che sparano panettoni da 15 millimetri. Quella è l'unica strada: mentre sventrano e spostano blindati dello Stalo, magari spezzando gambe e costole dei militari che ci stanno dentro, qualcuno deve centrare quante più ruote può del camion. Così abbandoneranno il carico. Sempreché non ci sia pericolo per civili nelle vicinanze c, secondo legge, nemmeno per il nemico. E se, per assurdo, un basco verde, trasgredisse a leggi e ordini e sparasse con il Franchi contro il parabrezza di uno di quei blindati, vedrebbe soltanto qualcuno che si porta le mani alle orecchie per una smorfia, uno sfottò, nascosto sotto un passamontagna o, come questo «caposcortn», sotto la insellerà rossa dell'Uomo Ragno, che nella sua vita di fumetti e furia, trova tanto spaventosa. Sfottò che colpisce il basco verde di Puglia, solitario e tenace fortino nel porto di un contrabbando che da li si spai/,,' per tutta Europa. L'«altro Stato» domina e uccide e riesce ad attirare molti giovani: uno scafìsta guadagna 2 milioni e mezzo a viaggio, mentre i «piloti» dei 4x4 intascano 800 mila lire, più un premio se colpiscono i militari A terra fuoristrada d'acciaio e una rete di «avvisatori» con radio e telefoni cellulari per tenere sotto controllo ogni movimento delle pattuglie I super-Corbelli dei «signori delle sigarette» hanno le punte blindate e gli speroni per poter devastare le motovedette della Guardia di Finanza VE MESI DI LOTTA ALLA CRIMINALITÀ1 SEQUESTRATE 365 TONNELLATE DI SIGARETTE SEQUESTRATI 633 AUTOMEZZI DI TERRA (DI CUI 58 BLINDATI) SEQUESTRATI 41 MEZZI NAVALI (RIUTILIZZATI CONTRO IL CONTRABBANDO) SEGNALATE E DENUNCIATE 2729 PERSONE ARRESTATE 316 PERSONE Il porto di Bari e nella foto sotto uno dei blindati utilizzati dai contrabbandieri in Puglia 2729 PERSONE ARRESTATE 316 PERSONE X

Persone citate: Roberto Prudentino