Ricomincia il grande Risiko bancario

Ricomincia il grande Risiko bancario Ricomincia il grande Risiko bancario Unicredito e Banca di Roma puntano alla Bnl MILANO Il grande Risiko bancario? Siamo appena agli inizi dopo le schermaglie di primavera e la sfida, appena rientrata, tra Generali e Sanpaolo-Imi. La pace tra i due colossi, secondo alcuni osservatori, potrebbe aver sbloccato una situazione «congelata» da mesi, in attesa che i grandi trovassero una qualche intesa. Ora, almeno se la pace troverà conferma, le Generali, il vero gigante della finanza italiana disporrà di due grandi interlocutori bancari di dimensioni e ambizioni europee: il gruppo Intesa-Comit, in cui Trieste, attraverso l'Alleanza, ha una posizione di rilievo; Sanpaolo-Imi, di cui il gruppo Generali diventerà, tramite l'Ina, un socio di tutto rispetto. Basta questa considerazione per prendere atto che l'espansio ne dei gruppi italiani con voca zione internazionale (con l'eccezione di Unicredito) passerà attraverso lo snodo triestino. L'asse padano tra Torino e le Generali, del resto è cementato da antiche e nuove alleanze: la compagnia fa parte del patto Fiat; il Sanpaolo-Imi diventerà grande azionista della società guidata da Desiata mentre un rappresentante di piazza San Carlo siederà presto nel consiglio delle Generali, occupando il posto lasciato vacante da Guido Rossi. E l'intreccio potrebbe, presto, conoscere nuove tappe. Non è un mistero che Alfonso Desiata, presidente delle Generali, mira a creare le basi per una grande «public company», in cui il management non debba subire il condizionamento di un singolo azionista. Ma questo vuol dire, ovviamente, ridurre il peso di Mediobanca, con due operazioni: aumentare, da un lato, la capitalizza¬ zione della compagnia (grazie all'acquisizione dell'Ina l'istituto di via Filodrammatici scenderà dal 13 al 10% circa nel capitale Generali); attrarre nuovi azionisti di rilievo, oggi Sanpaolo-Imi domani altri.Chissà, forse l'Ifi-Ifil, per costruire un secondo «pilastro» torinese da affiancare al tradizionale pilone milanese. Andrà proprio così? E' possibile ma, sottolineano i più cauti, finora tutti i progetti attorno alle Generali sono franati nel tempo. E per Mediobanca la tutela del Leone di Trieste è decisivo, quasi vitale. Nell'attesa, pero, si vanno dipanando gli altri fili dell'intricata matassa bancaria. Sanpaolo-Imi, finalmente, sfonda sul fronte napoletano. E non è impresa da poco. Ma l'istituto di piazza San Carlo, a testimonianza che le ruggini di primavera tra il governatore Antonio Fazio e i vertici dell'istituto non sono dimenticate, ha ricevuto un secco alt da Banca d'Italia sul fronte della Bnl. La banca romana, così, avrà un'altra destinazione. In «polo position» sembra l'Unicredito di Alessandro Profumo, che giovedì sera ha avuto un lungo colloquio a palazzo Chigi con Massimo D'Alema. Ma c'è chi non esclude che, almeno in parte, la banca potrebbe finire nell'orbita della Banca di Roma, a sua volta impegnata nella corsa al Mediocredito contro lo stesso Unicredit e l'offerta delle Popolari. E' un «puzzle» complicato, capace di avviare diverse teorie del domino. Se Banca di Roma prevarrà sul fronte Mediocredito-Banco di Sicilia sarà necessario un aumento di capitale per finanziare l'acquisto. Dall'operazione emergerà un asse tra la Fiat-Toro, decisa a salire al 15%, e l'Abn-Amro, il colosso olandese che vuol almeno tenere il passo del socio torinese. Come reagirà, però, Medioban¬ ca alla prospettiva di due soci forti in Banca Roma, l'istituto che comunque controlla l'8% del capitale di via Filodrammatici? E se invece prevarranno le Popolari, ovvero la forza d'urto combinala tra Vicenza e Padova, si apriranno nuovi varchi ed alleanze nel Nord-Est, l'area più redditizia del paese. In una situazione così agitata passano in secondo piano affari di non poco conto: l'asta per la Banca del Salento, il vulcano del marketing e dell'lnternetbanking che ha numerosi affezionati, a partire dal Monte dei Paschi; oppure, la trattativa tra Sanpaolo e lo stesso Monte per la Banca Toscana, prezioso anello lungo l'asse della Penisola per le ambizioni torinesi. Infine, resta il nodo Fondiaria, sogno proibito di Monte Paschi. Sul tavolo di Fazio, insomma, i dossier non mancano. E questo, al governatore, non dispiace di sicuro... [u. b.l Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredito

Persone citate: Alessandro Profumo, Alfonso Desiata, Antonio Fazio, Desiata, Guido Rossi, Massimo D'alema

Luoghi citati: Milano, Padova, Sicilia, Torino, Trieste, Unicredito, Vicenza