Generali e SanPaolo alla prova del mercato di Valeria Sacchi

Generali e SanPaolo alla prova del mercato Sotto i riflettori il nuovo asse Torino-Trieste. BancoNapoli e Bassolino plaudono all'intesa Generali e SanPaolo alla prova del mercato Ma l'Ina non ci sta: «Un accordo a nostra insaputa» Valeria Sacchi MILANO Il giorno dopo la Grande Pace che sembra preludere ad un nuovo asse Torino-Trieste, nei tre protagonisti della battaglia si alternano soddisfazione e rabbia. Soddisfatte della soluzione sono le Assicurazioni Generali («Un risultato di grande importanza», 10 ha definito Gianfranco Gutty) le quali hanno disarmato con eleganza 11 loro competitorpiù pericoloso nella difesa dell'Ina, il Sanpaolo, sacrificando ben poco oltre a quello che avevano già messo in conto: il Banco di Napoli. E riuscendo al tempo stesso a stabilire con il gruppo torinese un nuovo legame di collaborazione che verrà consolidato da partecipazioni incrociate. Operazione che allargherà a nuovi soggetti il parterre dei grandi soci di Generali secondo un disegno gradito al presidente Alfonso Desiata, e completerà la «blindatura» della compagnia triestina. Soddisfazione anche tra alcuni importanti partner dell'istituto di piazza San Carlo, come il consigliere Enrico Salza che in Sanpaolo rappresenta la Compagnia («l'accordo è un passo avanti nell'espansione della compagnia») e il direttore di Montepaschi, Divo Gronchi, che definisce «ragionevole» l'intesa e conclude: «La partecipazione del Montepaschi viene valorizzata, e quindi tutto va bene». E certamente soddisfatti sono la presidenza del Consiglio e Bankitalia che, per questa soluzione, hanno attivamente lavorato. Più pacate le dichiarazioni di Rainer Masera che da Venezia premette: «Io continuo a credere nel rapporto tra banca e assicurazione. Quindi l'idea originale del raccordo con l'Ina aveva degli elementi di forza». Ma l'Opa di Generali ha modificato «i termini economici e in economia non si fanno guerre ma discorsi che devono avere un fondamento economico», per cui Masera prende atto che «la ragionevolezza imponeva di trovare delle scelte che fossero nell'interesse degli azionisti». Masera difende ovviamente la decisione finale che definisce «forte» poiché consentirà al gruppo Sanpaolo Imi di acquisire in prospettiva una «dimensione veramente nazionale, che rafforza le sue capacità di crescere». Come era prevedibile l'Ina non ha viceversa gradito la «pace». Un'intesa che passa sopra la sua testa e la smembra, dividendo tra i due contendenti divenuti amici le sue attività. Alle Generali le assicurazioni e al gruppo torinese il Banco di Napoli, Inasim e la Bnl Vita (oltre duemila miliardi di premi, l'80% dei quali distribuito dal Bnl). Non solo. Proprio il comunicato del Sanpaolo, emesso al termine del lungo consiglio di aniministrazione che ha scelto la via della pace con Trieste alla alternativa di una contro Opa sull'Ina da lanciare attraverso Fideuram, recita infatti che l'accordo «prevede» che le Generali si adoperino affinché gli organi competenti dell'Ina, su richiesta di Sanapolo Imi, «assumano le delibere necessarie per attribuire» a Sanpaolo il controllo di Banconapoli quello di Bnl Vita, della rete Inasim e di Proxima. Le dichiarazioni del presidente dell'Ina, Sergio Siglienti, riflettono questo senso di gelo nei confronti di un alleato, il Sanpaolo, col quale nelle ultima tre settimane i vertici della compagnia avevano studiato le contromosse. «Abbiamo appreso ieri notte di un accordo intervenuto, all'insaputa del vertice e del consiglio di amministrazione della nostra società, tra Sanpaolo Imi e le Assicurazioni Generali. Accordo che prevede tra l'altro che gli organi competenti della nostra società assumano, a richiesta del Sanpaolo Imi, le delibere necessarie per l'attribuzione a quest'ultimo di partecipazioni della nostra società in banche, assicurazioni e reti distributive, attraverso una scissione parziale di Ina a favore di Sanpaolo Imi dice Siglienti, e termina: «In assenza di ogni altra indicazione la nostra società di riserva di valutare nei competenti organi sociali tali progetti e le conseguenze che deriveranno da questo accordo per l'Ina e per gli altri suoi azionisti». In attesa del giudizio dei listini, che sulla contromossa di Sanpaolo avevano seppure con qualche prudenza puntato, si esprimono a favore dell'intesa i vertici del Banco di Napoli e lo stesso sindaco Antonio Bassolino («Il Sud potrà finalmente avere una moderna banca capace di operare sul mercato globale», nonché il sottosegretario all'Industria, Gianfranco Morgando («il fatto che il polo assicurativo sia ora concentrato da una parte, ha come effetto positivo il rafforzamento di un grande gruppo bancario»). Le uniche perplessità vengono da Lamberto Torci il quale si chiede se «l'ingresso del Sanpaolo cambierà qualcosa, anche qualitativamente, negli equilibri di governo delle Generali». COME SARA1 IL SUPER SANPAOLO ^*0'lm"tDr"1 '"llnyi,"Cìwl* 'L^IMI'l'1?^^l'SU^T'r'T^:?a: 3 Dall'Integrazione tra San Paolo Imi e Banco di Napoli nascerebbe un colosso capace di una raccolta complessiva pari a 547.000 miliardi, con 2.091 filiali in Italia e 81 all'estero. Ma ecco di seguito i numeri principali (pro-forma) del gruppo creditizio (miliardi di lire) TE San Paolo Banco Imi di Napoli TOTALE Raccolta diretta 158.000 43.000 201.000 Raccolta indiretta 311.000 35.000 Risparmiogestito 136.000 17.000 153.000 Credit! alia clienteia 139.000 36.000 [ees Filial! in Italia 1351 740 2091 Filial) all'estero 76 5 Bfclj Promontori finanziari 4667 131 4798* Dipendent. 24.224 10.517 | * cui si sommerebbero altri 525 promotori Ina Sim per un totale di 5323 min