«Nessuna trappola a Prodi» di Antonella Rampino
«Nessuna trappola a Prodi» L'ESPONENTE DI RIFONDANONE «Nessuna trappola a Prodi» Rizzo: asse Nesi-Ciampi contro Bertinotti intervista Antonella Rampino ROMA UN Cossutto con gli occhi velati da lacrime di incredula felicità, e un Bertinotti che, pur avendo appena strappato a Prodi la legge sulle 35 ore, ha dipinta sul volto un'incongrua contrarietà. Nel racconto di Marco Rizzo, c (linaiole l'ilei, la caduta del govorno Prodi, di cui ricorre oggi l'anniversario,comincia li. Comincia in realtà nell'ottobre 1097, data della prima crisi, poi sventata, (piando il leader di Rifondazione va da Enrico Micheli per «trattare» il consenso al governo. «Bertinotti torno portando a casa le 35 ore, il massimo, e non era contento: perchégià allora voleva rompere, dissolta non se l'aspettava. Solo dopo abbiamo capilo che Bertinotti in realta non aveva raggiunto alcun risultato, e per questo poi delle 35 ore non se n'è più fatto niente. Perché Prodi, convinto che se il governo l'ossi; caduto ci sarebbe slato il reincarico, mezz'ora prima dell'appuntamento aveva saputo da Scalfaro che l'incarico sarebbe invece stalo dato a Violante. E dunque, Prodi ha dovuto convincere Bertinotti a sostenerlo» Però Rondolino ricordava, proprio sulla Slampa, che Cossutla aveva garantito la scissione già a luglio '98. «Mi spiace, ma ò falso. La verità è che io e Diliberto già a febbraio avevamo capilo che non si poteva tirare avanti con Bertinotti: ma con Cossutta non ne parlammo né a febbraio, né a luglio. Cilicio facemmo notare solo a settembre: e Cossutta disse "vedremo". Perché sperava sempre che non si sarebbe arrivati a spaccare il partito. Decisione che invece fu presa nel suo ufficip alla Camera, sarà stato il 4 o il 5 di settembre. Prima, Cossutta mise in campo diverse iniziative, compresa la "fiducia critica", per raddrizzare la linea di Bertinotti, che mirava chiaramente alla rottura con Prodi». Che genere di iniziative? «Per esempio, gli incontri che Nerio Nesi ebbe con Ciampi sulla finanziaria, a maggio e giugno, e in cui raccolse la disponibilità a una finanziaria che entrasse nel merito, senza rimandare le patate bollenti a ottobre. Cosa che a Bertinotti avrebbe fatto comodo, lui voleva un Dpef leggero a giug.no, per rompere in autunno, nel momento di più alta tensione politica. Dunque Nesi chiese la famosa nota aggiuntiva, e fu crocifisso da Bertinotti. Fu a quel punto che Prodi capì che Bertinotti l'avrebbe mollato. E infatti cominciò a non rivolgergli nemmeno più la panila». Allora ha ragione Rondolino: già da giugno si sapeva che il ticket Cossutta-Bertinotti non avrebbe retto. «No, perché proprio i tentativi messi in campo da Cossutta dimostrano che abbiamo fatto di tutto per correggere la rotta». Tra le molte ricostruzioni sulla caduta di Prodi c'è il luogo comune del complotto di D'Alema contro Prodi. «Prodi è morto di morte naturale: è caduto sul pallottoliere di Parisi, sull'incapacità dei suoi non di portare a casa i voti degli altri, ma di tenere anzitutto i propri. Questi sono i fatti. Ciò detto, D'Alema non ha fatto il trappolone. Sempliceniente non ha fatto nulla. Ha lasciato ai prodiani la ricerca dei voti di sostegno in Parlamento. Ma Prodi non avrebbe del resto mai lasciato al Pds quel delicato compito. E su quest'onda è saltato Bertinotti, che negando i voti ha tradito il patto sottoscritto con gli elettori dell'Ulivo. Bertinotti che accusa oggi noi Comunisti italiani di "tradimento", credendo così di lavare da sé la responsabilità di aver fatto cadere il governo di centro-sinistra. Però vorrei aggiungere che l'interesse all'anniversario della caduta di Prodi nasconde il desiderio di commettere un attentato contro D'Alema». Addirittura! «Certo, perché D'Alema è l'unico che può far vincere la sinistra, e dunque c'è la convergenza di interessi della destra, di parli della coalizione, del risentimento dei prodiani, e anche della destra vera nascosta in alcuni settori dei cosiddetti "poteri forti". Un attacco concentrico. Quello al quale stiamo assistendo in questi giorni». Marco Rizzo A destra: Romano Prodi
Luoghi citati: Roma
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