Dalle carie del Kgb ombre anche sui giudici di Giovanni Bianconi

Dalle carie del Kgb ombre anche sui giudici Le voci sul coinvolgimento di magistrati innescano una nuova polemica del centrodestra Dalle carie del Kgb ombre anche sui giudici II segretario dell'Anni: il Csm deve indagare subito Giovanni Bianconi ROMA C'erano pure le spie con la toga sulle spalle? Ci sono dei magistrati fra i nomi delle persone contattate o arruolate dal Kgb in Italia? E' bastato che un telegiornale dicesse che forse sì, nelle carte del «dossier Mitrokhin» si parla anche di qualche giudice, per aprire un nuovo capitolo del «caso», già approdato al Csm prima ancora che ci sia una conferma ufficiale. Ma ò inevitabile che ciò accada, in una storia ancora coperta dal segreto e che giorno dopo giorno continua a dipanarsi senza certezze. E cosi ieri mattina e stata una dichiarazione del segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Mario Cicala, ad accendere l'ultima miccia. «L'ipotesi che nel dossier Kgb siano coinvolti magistrali ha dettato alle agenzie di stampa - esige un immediato chiarimento. Il Consiglio superiore della magistratura, cui la Costituzione attribuisce il governo autonomo dei giudici, ha gli strumenti per procedere ai necessari accertamenti». Come dire che il Csm si deve muovere immediatamente, chiedendo ogni chiarimento alla Procura di Roma che ha in mano i documenti. Da palazzo dei marescialli, sede del Csm, ha subito risposto Nello Rossi - consigliere di «Magistratura democratica», la corrente di sinistra dell'Anni, mentre Cicala appartiene a «Magistratura indipendente», di centro-destra - ricordando che esistono ben tre circolari in base alle quali i pubblici ministeri sono tenuti a comunicare ogni notizia di rilievo penale, o anche solo amministrativo e disciplinare, riguardante i magistrati coinvolti nelle inchieste. «La regola è quindi già scritta - conclude Rossi - e troverà integrale applicazione anche nella vicenda del cosiddetto Dossier Mitrokhin». Traduzione: se c'è qualcosa, la Procura di Roma non tarderà a comunicarcela, inutile alzare polveroni preventivi. Ma un altro consigliere, il «laico» del Ccd Michele Vietti, usa toni più perentori e annuncia la richiesta di apertura di un fascicolo: «L'intervento del Csm è senza dubbio un atto dovuto. L'organo di autogoverno non può esimersi dal verificare il coinvolgimento di magistrati nella vicenda, che comporterebbe responsabilità gravissime con la conscguente necessità di adottare provvedimenti proporzionati». Qualche chilometro più in là, nel palazzo di giustizia, il pm Franco Ionta fa la spola tra il suo ufficio, al quinto piano, e quello del procuratore Vecchione, al terzo. Il fine settimana era già destinato allo studio del «dossier Mitrokhin», e ora scoppia quest'altra «grana» da risol¬ vere: c'è davvero qualche magistrato tra i 261 nomi sparsi in quelle carte? Dopo la dichiarazione di Cicala, arrivano le prime sollecitazioni a dare una risposta nel più breve tempo possibile. Ma non è facile, perché non ci sono liste preconfezionate e il «dossier» è fatto di centinaia di fogli scritti in inglese. Il procuratore Vecchione, che in passato ha diretto l'ufficio ispettivo del ministero della Giustizia, sa bene che ogni eventuale scoperta dovrà essere comunicata al Csm senza ritardi, ma prima di compiere un passo ufficiale (l'invio delle carte o una smentita che sgombri il campo da sospetti e illazioni) ci vogliono certezze. Nel frattempo Cicala spiega che lui non voleva accendere nessuna miccia, ma solo fare chiarezza. «L'altra sera - racconta il segretario dell'Anni - facevo zapping davanti alla tv e mi sono imbattuto in un tg che parlava di magistrati coinvolti. Se sia vero non lo so, ma una risposta deve arrivare. La Procura impiegherà il tempo che sarà necessario, ma il Csm deve avere una comunicazione. Io non ho solle, vato alcun polverone, semmai cerco di bloccarlo; nel villaggio globale in cui viviamo, un'informazione di questo genere data in televisione interessa alla società intera, oltre che alla categoria dei magistrati. Se è falsa tanto meglio per tutti, ma dobbiamo saperlo». E' la stessa posizione di Vietti, che precisa: «La confusione nasce dal fatto che i nomi non sono disponibili, da oggi ogni categoria rischia di avere le sue spie occulte. Io non auspico nessuna caccia alle streghe, dico solo che abbiamo bisogno di informazioni chiare a tutela del mondo giudiziario». Informazioni che a questo punto può dare solo la Procura di Roma. Magistratura democratica «Rispettiamo le regole senza alzare inutili polveroni» Troppi sospetti e illazioni E in procura vogliono muoversi coi piedi di piombo

Persone citate: Franco Ionta, Mario Cicala, Michele Vietti, Mitrokhin, Nello Rossi, Vecchione, Vietti

Luoghi citati: Cicala, Italia, Roma