L'Iva al 10% per edilizia e baby sitter di Francesco Manacorda

L'Iva al 10% per edilizia e baby sitter Supersconto da gennaio anche per chi segue malati. L'Italia «graziata» sul piano-lavoro L'Iva al 10% per edilizia e baby sitter Via libera dall'Ecofin, che frena invece ilpacchetto-Monti Francesco Manacorda <nviato a LUSSEMBURGO Dal I gennaio prossimo sarà più economico ristrutturare la prò pria abitazione, ma anche assumere una persona che segua un malaioo un bambino in casa. E' il risultato della decisione presa ieri dai ministri delle Finanze e dell'Economia europei, che hanno raggiunto l'accordo politico per ridurre l'Iva su cinque settori «ad alta intensità di lavoro» per almeno tre anni, con lo scopo dichiaralo di stimolare l'occupazione. L'approvazione ufficiale di'l provvedimento e orinai solo una formalità e avverta nelle prossime settimane. Adesso, comnienta cosi il ministro delle Finanze Vincenzo Visco, «siamo in grado di presentare gli emendamenti all.i finanziaria» del 2000, dove per l'appunto il governo avi'va già previsto la riduzione dal 20 al 10% dell'Iva sulla mano doperà per le ristrutturazioni di abitazioni private. Della stessa misura scenderà anche l'Iva sui «servizi a domicilio alla persona», e.ioe tutte le l'orme di assislenza a «bambini, anziani, tnalat i ti disabili» a patto che - naturalmente - chi li esegui; rilasci una regolare fattura, tinsi, anche se Visco ammette ili non saliere se l'agevolazione riguarderà anche le baby sit ters, la questione appare puramente teorica. Ma più die sui servizi alla persona, il governo punta sul mal Ioni.' per creare nuovi posti di lavoro e facilitare l'emersione del e nero». «Ci costerà un sacco di soldi, oltre 3 mila miliardi l'anno per 3 anni», dice Visco parlando del mancato gettito dovuto agli incentivi per l'edilizia nel loro complesso. Oltre alla riduzione dell'Iva che si applica alla mano d'opera e solo in minima parte ai materiali utilizzati - il governo continuerà infatti nella prossima finanziaria anche l'incentivo che consiste nella deduzioni; dall'imponibile di una parte di quanto si spende per le ristrutturazioni. Quest'anno l'aliquota è del 41%, il prossimo si potrà dedurre il 31% o forse il 36% delle spese sostenute. Per quanto invece riguarda gli effetti che questi nuovi incentivi potranno avere sull'occupazione, Visco non fa previsioni: «Dico solo che gli incentivi all'edilizia già in vigore hanno funzionato, grazie a loro ci sono oltre 400 mila cantieri aperti». Più in generale l'accordo raggiunto ieri dai ministri europei prevede una lista di cinque categorie di servizi, da cui ciascun Paese potrà scegliere i due che preferisce. Oltre alle ristrutturazioni edilizie e ai servizi alla persona, scelti dall'Italia come dalla Francia, ci sono anche i piccoli servizi di riparazione - dai meccanici di biciclette ai calzolai - le pulizie domestiche e l'attività di parrucchiere. Alla soddisfazione dell'Italia per l'accordo sull'Iva ridotta si aggiunge anche quella per la misera fine delle raccomandazioni fatta dalla precedente Commissione europea sui piani nazionali per l'occupazioni!. Quei giudizi, resi pubblici il G settembre scorso, erano assai poco lusinghieri per il nostro Paese, ma adesso - su richiesta di molti Stati insoddisfatti per i criteri seguiti - verranno cambiati. «Sono destinati ad essere rivisti - spiega il ministro del Tesoro Giuliano Amato - perché è unanime l'opinione secondo cui queste linee guida servono non a condurre una politica europea sull'occupazione, ma a migliorare le posizioni nazionali secondo principi comuni, e quindi il dialogo con gli Stati membri é un elemento essenziale». All'Ecofin c'é invece da registrare una battuta d'arresto sul «pacchetto fiscale» portato avan¬ ti dal commissario Mario Monti ed ora passato a Frits Bolkstein. La Commissione aveva proposto che tutti i redditi da risparmio di residenti in un Paese Uè percepiti in un altro Paese dell'Unione venissero sottoposti ad una ritenuta del 20% o, in alternativa, che l'amministrazione finanziaria del Paese dove si percepivano i redditi passasse le informazioni al Paese di origine del risparmiatore. Un primo passo verso quel coordinamento fiscale che piace alla grande maggioranza dei Quindici, ma che ha incontrato ed incontra la strenua resistenza della Gran Bretagna, preoccupata di danneggiare il suo fiorentissimo mercato delle Eurobbligazioni. Ancora ieri Londra ha ribadito la sua contrarietà a questa ritenuta unica e nonostante un incontro tecnico-politico che a novembre dovrà cercare di appianare le differenze, e sul quale Visco si mostra piuttosto ottimista, sembra assai difficile che entro fine anno si riesca ad attuare - come invece era previsto una nuova politica di coordinamento fiscale in Europa.

Persone citate: Frits Bolkstein, Giuliano Amato, Mario Monti, Vincenzo Visco, Visco

Luoghi citati: Europa, Francia, Gran Bretagna, Italia, Londra, Lussemburgo