Palazzo Chigi: niente nomi delle spie, per ora

Palazzo Chigi: niente nomi delle spie, per ora D'Alema: è soltanto una montatura politica. Cossiga: è debole la difesa del governo Palazzo Chigi: niente nomi delle spie, per ora Scontro Veltroni-Berlusconi Maria Teresa Meli ROMA La vicenda delle spie del Kgb piomba nel teatro della politica italiana. L'impatto è violento. Il Polo chiama in causa D'Alema, lo accusa di voler «mettere la sordina» all' «affaire Mitrokhin», di «coprire i traditori», gli chiede di andare in Parlamento e di fare i nomi. Palazzo Chigi, con una nota, replica con altrettanta durezza rivendicando un «comportamento lineare che non dà spazio alcuno a speculazioni»: sollecitare il governo a rendere pubblici quei documenti, equivarrebbe a «pretendere che l'esecutivo commetta un reato», visto che sono nelle mani della magistratura. L'intero carteggio sarà trasmesso solo quando l'istruttoria giudiziaria «verrà definita». Una risposta che personaggi diversissimi tra di loro - Fini, Cossie il verde Pecoraro Scanio giudicano «debole», alla stregua di un «alibi». I toni si inaspriscono, volano parole grosse accompagnate da insinuazioni (come quella di alcuni parlamentari di An che vogliono sapere «chi sia il ministro spia attualmente in carica» e se in quella lista c'è «il nome di Cossutta»). Aleggia il clima del sospetto. Raccontano che il premier sia arrabbiato proprio per questo: «Che cosa vogliono da me? - si è sfogato ieri mattina -. Che compia un illecito? Io mi sono comportato correttamente. Che altro posso fare? Questa è una montatura politica». Narrano in Consiglio dei ministri, dopo che Mattarella aveva dato qualche breve ragguaglio sulla vicenda, D'Alema sia intervenuto subito per evitare che in quella riunione ci si dilungasse sul tema. «Non mi pare opportuno - ha tagliato corto aprire un dibattito sull'argomento». Dicono anche che al Quirinale Ciampi (che ha incontrato quel Cossutta bersaglio di tante pesanti allusioni del Polo) sia preoccupato perché la storia sta degenerando. In questa atmosfera Palazzo Chigi prepara le sue contromosse: lascia intendere che è favorevole alla costituzione di una commissione d'inchiesta e tenta di rintuzzare l'offensiva del Polo. Il quale Polo, che il giorno prima sembrava non voler cavalcare la vicenda, adesso invece parte lancia in resta. E' lo stesso Berlusconi a dare la linea a tutto il centrodestra. Il Cavaliere, infatti, confida ai suoi: «Temo che il governo stia tentando di far andare per le lunghe le cose, per insabbiare tutto». Di qui l'affondo del leader del Polo che accusa D'Alema di essere il regista di un'operazione tesa a «nascondere la verità» e a «difendere i nemici dello Stato». Pesante anche Fini: «Forse in futuro - dice il presidente di An - si saprà che questa maggioranza sta in piedi grazie a un "ladro di voti", Mastella, e a una "spia di Mosca": ogni riferimento a Cossutta è del tutto voluto». Pierferdinando Casini invita D'Alema a fare come Forlani, che rese pubblici gli elenchi della P2. E' un precedente (a cui per primo ha fatto riferimento Ernesto Galli Della Loggia in un articolo sul Corriere della Sera che ha suscitato l'ira del premier) che i leader del Polo citano più volte in questa giornata. Fini tenta di ritorcerlo contro D'Alema: «Quando Forlani osserva il leader di An - diede al Parlamento l'elenco dei pidiùsti nessuno a sinistra disse che era stato commesso un reato». Ma la polemica si inasprisce ulteriormente appena si viene a sapere che l'ultima «trancile» del dossier sulle spie del Kgb potrebbe essere giunta in Italia a marzo di quest'anno. «Allora il governo ha qualcosa da nascondere», commenta secco Fini. E il forzitalista Beppe Pisanu aggiunge: «Se così fosse, ci sarebbe un'ulteriore diretta responsabilità di D'Alema nella vicenda». Nel frattempo, dal fronte di An, parte anche una bordata contro Prodi, con Maurizio Gasparri che ventila la possibilità delle sue dimissioni da presidente della commissione Ue, mentre l'azzurro La Loggia prospetta una simile eventualità pure per D'Alema. Insomma, la tensione sale, e i Ds si stringono attorno al loro governo e al loro premier. Il segretario Veltroni chiede che «senza fare speculazioni venga reso noto ciò che può essere noto, se questo non intralcia l'attività della magistratura» e poi spara su Berlusconi: «E' inaccettabile sottolinea - che a condurre queste campagne propagandistiche siano personaggi che hanno fatto parte di organizzazioni come la P2». Ma a sorpresa Cossiga difende il Cavaliere, bollando come «stupidaggini» le affermazioni di Veltroni. Dunque la Quercia difende il premier, eppure anche nella maggioranza e nella sinistra c'è un certo disagio: Bertinotti chiede che vengano aperti gli archivi e Di Pietro starebbe meditando sul] ' opportuni tà di ripresentare la proposta di istituire una commissione d'inchiesta sui finanziamenti illeciti. Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema

Luoghi citati: Italia, La Loggia, Mosca, Roma