Treni

Treni Treni CHE pianeta bizzarro, nell'universo dei treni, i convogli speciali destinati a determinate categorie di utenti, come i tifosi che seguono le squadre di calcio in trasferta, o i malati che vanno a pregare la Madonna a Lourdes. A bordo si deve creare un'atmosfera lievemente claustrofobica, e comunque del tutto in contrasto con quella d'un treno vero, dove ci si trova continuamente in compagnia di sconosciuti, e capita d'incontrare persone che mai e poi mai vorremmo frequentare appena rimesso piede a terra; là invece si appartiene tutti alla stessa tribù. Sarà per questo che i tifosi, dopo qualche ora, vanno fuori di testa e cominciano a squartare i sedili e dar fuoco alle imbottiture? Mah... I malati, se è solo per questo, avrebbero molte più ragioni per farlo, ma non risulta che si sfoghino così: sarà perché ci sono le suore, con quello non si sgarra. Forse anche sui treni dei tifosi bisognerebbe imbarcare delle suore, volontarie, s'intende, in luogo degli inutili poliziotti di scorta; loro sì che saprebbero tenerli in riga, i ragazzi, genere «Blues Brothers». E sì che i convogli speciali, se non altro, si muovono e alla fine arrivano da qualche parte, pensate cosa dovevano essere, quanto a claustrofobia, quei treni-co¬ mando in cui vivevano i generali della Prima Guerra Mondiale, che in realtà non andavano da nessuna parte, perché il quartier generale stava formo nello stesso luogo per mesi, se non per anni... S'erano condannati tutti quanti a vivere in treno perché era il simbolo della civiltà moderna, e della sua velocità di spostamento: e ora non potevano ammettere che il fronte ora bloccato, gli eserciti sepolti nelle trincee, e che avrebbero potuto benissimo scendere dal treno e andare a vivere all'albergo; no, loro restavano lì, ostinatamente, mentre sulle rotaie cresceva l'orba e i vagoni arrugginivano... Certo, orano treni comodissimi, attrezzati con tutti i comfort, ottima cucina e cantine fornitissime, ma dopo un po' gli odori dovevano ristagnare, l'umidità far marcire i sedili, e i letti, con tutta la buona volontà, erano sempre un po' corti... Si capisce che poi li abbiano usati anche per firmare l'armistizio, nel famoso vagone che poi anche Hitler volle riciclare nel '40; almeno, alla fine, si poteva dimostrare che erano serviti a qualcosa...Quanto a me, m'è capitato soltanto una volta di viaggiare su un convoglio riservato, per fortuna di tutt'altro genero; ma no parleremo la prossima volta. di Alessandro Barbero

Persone citate: Alessandro Barbero, Hitler, Treni