COLLEGIO VALDESE

COLLEGIO VALDESE Jjcmpagni di. \cuola COLLEGIO VALDESE «E durante la lezione di filosofia una poiana volò sulla cattedra...» a cura di Renato Scagliola au ANDO il Presidente dell'Associazione Amici del Collegio Gianfranco Mathieu - scrive Giorgio Cotta Morandini, avvocato, attuale presidente della Comunità Montana Val Pellice - mi ha chiesto di scrivere due righe di ricordi degli anni passati al Collegio ho accettato subito, perché gli otto anni trascorsi come allievo del Collegio Valdese di Torre Pellice hanno lasciato dentro di me un ricordo indelebile di cui sono riconoscente ai professori e all'ambiente. Il Collegio nacque nel 1835 nell'edificio di via Beckwith, a Torre Pellice dove ha sede tutt'ora - per iniziativa del canonico anglicano Gilly, che lo volle sull'esempio inglese, tanto che lo chiamò, allora, Uoly Trinity College, e doveva servire come scuola per i pastori evangelici. Nel 1898 divenne Lice pareggiato alle scuole del regno. Oggi, gestito da una commissione nominata dalla Tavola Valdese, ospita Liceo classico, scientifico ed Europeo, con 04 studenti provenienti da tutto il circondario. Due fatti della mia vita hanno lasciato tracci; indelebili: gli otto anni del Collegio ed i due anni di deportazione nei campi di concentramento tedeschi. Sono andato cosi a sfogliare la mia memoria ed un album di fotografìe che ancora oggi ogni tanto mi diletto di guardare anche se sono trascorsi oltre settantanni, Ricordo che in prima ginnasio avevamo come compagne tre ragazze: Laura, Matilde e Olga, quest'ultima proveniente dal Montenegro e che era ospite da una zia residente a Torre Pellice. Al termine della terza ginnasio le nostro compagne ci abbandonarono e siamo quindi rimasti una classe di soli maschi, molto affiatati fra di loro e pronti sempre a fare qualche scappatella: tantoché il Preside di allora il prof. Davidi: Jahier al quale avevamo fatto la poesia: «Il David è quella cosa che Un appello per rintracciare i diplomati ragionieri del 1949 all'Istituto Quintino Sella di via Montecuccoli 12, firmato da Giulio Ferraris, Luigi Massiniello, Valerio Ostino, tutti residenti a Torino, e da Piercarlo Sandri che adesso abita a Sovizzo in provincia di Vicenza. «Cari compagne compagni di classe - scrivi; Massimello correva l'anno 1949 e noi ci siamo diplomati ragionieri nonché periti commerciali ad indirizzo mercantile. La foto pubblicata è ciucila della Quinta A. A cinquantanni dal diploma farebbe piacere ritrovarsi per rivedere i vecchi compagni e raccontarsi.,.una vita di cose! Siamo un piccolo gruppo della sezioni; A (prevalentemente maschile), che organizza un incontro per il giovedì 21 ottobre, allargato alle sezioni B e C, entrambe femminili. Siamo riusciti a reperire una ventina di nomi su 80, poiché, specialmente per le donne che sposandosi cambiano cognome, risulta ardua impresa rintracciarle. Il mese di ottobre è stato scelto per due ragioni, perchè il cinquantenario scade proprio in questo mese, dando cosi anche posto a chi, come lo scrivente, ha ottenuto il diploma riparando un paio di materie a ottobre, seconda ragione dar modo a chi verrà da lonta- l'avella alla toscana, che saluta alla romana ed è quasi Podestà», ci chiamava repubblica senza presidente ma dimostrava nei nostri confronti una particolare simpatia. In quarta e quinta ginnasio abbiamo avuto come professore Adolfo Tron che noi chiamavamo «Fofu». Di lui ricordo la cordialità ma anche la severità, era sempre un mistero quando dovevamo essere interrogati perché aveva escogitato un sistema di roulette tipo casinò, ognuno di noi aveva un numero e quando veniva estratto il numero ci toccava essere interrogati. Ricordo con affetto e stima i professori del liceo, molto preparati ma devo confessare che la disciplina non era molto rispettata. Ad esempio il prof. Attilio Jallà aveva moltissimi incarichi extrascolastici per cui aveva l'abitudine di fare il lavoro anche a scuola il che ci permetteva di fare sempre i nostri comodi. Ricordo un episodio di poco rispetto verso il prof. Jallà. Avevo catturato, perché già andavo a caccia, una poiana ferita ad un'ala: d'intesa con i miei compagni decidemmo di portarla in classe, di chiuderla in un armadio a muro e di aprire l'armadio durante la lezione di filosofia del prof. Jallà: cosa che facemmo col risultato che la poiana si posò sulla cattedra del professore sparpagliando tutti i fogli che egli teneva per il suo lavoro extrascolastico. Dopo l'episodio il professore ci invitò a catturare l'animale ed a richiuderlo nuovamente nell'armadio. Ho detto prima che la nostra classe era composta soltanto di maschi, molto affiatati e con uno spirito goliardico non indifferente. Nell'album delle fotografie che numerose conservo degli otto anni del collegio, ho ritrovato questa foto scattata al termine della prima o seconda liceo, non ricordo con precisione. Ogni anno alla fine della scuola era consuetudine che mia madre e mia nonna invitassero la mia classe per un tè, e così è avvenuto quando è stata scattata la fotografia che allego. Eravamo in sei, Gardiol seduto con la pipa in bocca, era semplicemente un amico. Di questi alcuni non ci sono più e soltanto due sono attualmente soci degli Amici del Collegio: io e Debettini. Da rilevare che tutti i componenti della mia classe nella vita sono riusciti a crearsi una posizione sociale di riguardo e che sono morti prima del tempo. nardi, Ruffini, eccetera, i bidelli Bernardo e Lena...Ricordate che avevamo i pantaloni alla zuava e le mezze maniche nere (i maniot), e le ragazze i grembiuli neri d'ordinanza che non lasciavanmo intravedere niente, ma noi immaginavamo lo stesso? Si sparava ancora in città (ai tempi delle prime, nel 1945), e noi avemmo la nostra aula falciata da una mitragliata, durante una pausa di mezzogiorno, dalla caserma di fronte ancora in mano ai repubblichini...e tanti ricordi ancora che ci verranno in mente guardandoci negli occhi. I soldi erano pochini, ma le gambe erano buone e le biclette tante e giravamo felici nella nostra Torino senza problemi. Un pensiero affettuoso andrà anche a chi dei nostri non c'è più; li ricorderemo insieme, ci saranno anche loro e li sentiremo vicini. L'appuntamento è al ristorante La Vignassa di Pino Torinese; vi preghiamo di prenotare direttamente al ristorante (011/84.02.00/84.34.98), dando anche comunicazione agli organizzatori. Contiamo di trovarci alle 10,30 per aver tutto il tempo di chiacchierare fino all'ora di pranzo. Per contatti: Luigi Massimello, telefono e fax 011/69.68.495 e-mail Lumassimctin.it; Giulio Ferraris, tel.011/38.56.876.

Luoghi citati: Montenegro, Pino Torinese, Sovizzo, Torino, Torre Pellice, Vicenza