La stagione del Lingotto apre con Wagner, Strauss e Schubert di Leonardo Osella

La stagione del Lingotto apre con Wagner, Strauss e Schubert La stagione del Lingotto apre con Wagner, Strauss e Schubert CHRISTIAN Thielemann, 40 anni, è berlinese di nascita e ricopre la carica di direttore musicale della Deutsche Oper Berlin. Ha avuto tra i suoi predecessori Lorin Maazel e Bruno Walter (assistente di Gustav Mahler). Mercoledì 13 alle ore 20,30 Thielemann e il suo complesso sinfonico daranno il via alla stagione di Concerti del Lingotto, con un programma impostato su autori dell'area austro-tedesca. Il primo brano è il preludio del primo atto di «Lohengrin», che Ri- Dopo l'esordio con Thielemann e l'Opera di Berlino, i Concerti del Lingotto prevedono altre sette serate, tutte del medesimo alto livello. La più ravvicinata è fissata per martedì 26 ottobre, quando sarà di scena nel grande auditorium il violoncellista Yo-Yo Ma. Arriverà solo soletto con il suo strumento, per eseguire un concerto che suonerà assolutamente nuovo quasi per tutti. Questi i titoli: «Appalachia Waltz» di 0' Connor, «Seven Tunes Heard in China» di Sheng, «The Cellist of Sarajevo op. 12» di Wilde e, unico nome conosciuto, Kodaly con la «Sonata per violoncello op. 8». Salvo smentite, Yo-Yo Ma dovrebbe eseguire la prova generale davanti ai giovani che siano interessati ad assistervi. Sabato 20 novembre salirà sul podio una giovanissima stella, quel Daniel Harding che a soli 23 anni ha già diretto orchestre come la London Symphony, la Los Angeles Philharmonic e persino i Berliner Philharmoniker, quale assistente di Simon Rattle e Claudio Abbado. Stavolta avrà davanti a sé la Mahler Chamber Orchestra, con la quale presenterà Beethoven («Ouverture Egmont» e «Sinfonia n. 5») e Prokofiev (il «Concerto n. 3 in do maggiore», con la partecipazione di una pianista entusiasmante come la russa Lilya Zilberstein). Si arriverà così a domenica 12 dicembre, quando i torinesi potranno assistere al ritorno a Torino di Semyon Bychltov. Ci sarà con lui la WDR Sinfonieorchester Kòln, per proporre una sola composizione, ma di quelle che lasciano il segno: la «Ottava Sinfonia in do minore» di Anton Bruckner. Dagli spiegamenti di forze tardoromantici si passerà, sabato 15 gennaio, a un organico chard Wagner trasse dallo stesso ciclo di leggende che comprende la vicenda di Parsifal. Ed in effetti il Preludio, articolato in un arco che dal pianissimo sale a un ripieno di ottoni per tornare a spegnersi nel nulla, rappresenta secondo le parole dell'autore stesso «la miracolosa discesa del Santo Graal con la scorta delle falangi angeliche e la sua consegna a uomini insigni» (il Graal, come si sa, è la coppa in cui venne custodito ii sangue versato da Cristo sulla Croce). Legata a temi ultraterreni è anche la seconda pagina della serata, il poema sinfonico «Tod und Verklàrung» (Morte e trasfigurazione) di Richard Strauss. Il titolo è programmaticamente enunciativo di quanto la musica propone, tanto che in un secondo tempo Alexander Ritter non faticò a scrivere una poesia illustrativa in proposito. Si comincia in un'atmosfera tetra, con il morente che ansima man mano che si avvicina al trapasso: si alternano le immagini della vita trascorsa, tra gioie e sofferenze, finché l'anima trasvola nell'aldilà e, liberata dai pesi terreni, si trasfigura nell'eterna beatitudine. Il momento della morte è rivelato da una leggera scala cromatica di archi, flauti, oboi.clarinetti e fagotti: una battuta e mezzo di musica che il musicologo Vito Levi ha descritto efficacemente accostandola alla «Myrrhine» di Pascoli, la cui anima «svolò con lo stridio d'una falena». Poi il ritmo cadenzato e pesante del tamtam e del pizzicato di contrabbassi accompagna una complessa armonia che via via si fa più ampia e complessa, tra gli svolazzi e gli accordi delle due arpe, in un crescendo irresistibile fino all'apoteosi finale. Una curiosità poco nota. Una pagina dall'impianto analogo, «Dalla morte alla vita», fu scritta dall'inglese Charles Hubert Parry, con la prima parte dolente e grave e la seconda in tempo di màrcia «alla Elgar». Chissà che un giorno qualche istituzione musicale torinese non decida di programmarle insieme. Chiusa la parentesi, va detto che per concludere Thielemann ha scelto la «Sinfonia in do maggiore» di Schubert, detta «La grande». Il sottotitolo ben le si addice per la maestosità della concezione complessiva e per la lunghezza (considerevole, se si rispettano tutte le indicazioni di ritornello). Questo capolavoro mostra a quali altezze fosse pervenuto il compositore a soli 31 anni e ormai alla soglia della morte. L'iniziale fiero assolo dei due corni apre la strada a quattro tempi di sfavillante ottimismo: im autentico inno alla vita e alla vitalità. Leonardo Osella I La stagione del Lingotto apre con Wagner, Strauss e Schubert Christian Thielemann inaugura mercoledì 13 la stagione del Lingotto con il preludio del Lohengrin un poema di Strauss e Schubert

Luoghi citati: Berlino, Torino