Vicini & lontani

Vicini & lontani Vicini & lontani Giuseppe Serafino Quando si dice gruppo... Ebbene quello di Giuseppe Serafino e dei suoi amici è un gruppo davvero. Al punto che lo rivela persino il nome da loro scelto per cantare tutti insieme: «Hora Nona Gospel Singers», chi se ne intende di musica Gospel e di corali, sa che la dicitura «singer» significa gruppo musicale privo di leader, un gruppo in cui ognuno è responsabile di se stesso e tutti sono di volta in volta soliti, a seconda del repertorio. Uno per tutti, tutti per uno. E la forza degli «Hora Nona» sta proprio nell'essere amici ancora prima che componenti di una delle più affermate compagini di musica gospel torinese. Giuseppe & C non solo trascorrono insieme le ore necessarie per la preparazione dei loro concerti - ricerca dei testi, adattamenti delle musiche, prove, prove, prove, fortissimamente prove - ma anche il loro tempo libero, dedicato soprattutto alle escursioni in montagna durante le quali non mancano di intonare i suggestivi canti del loro repertorio. E' in quell'occasione, siamo sicuri, che hanno «libertà di gorgheggio» anche i componenti esterni del gruppo, quelli per intenderci, stonati e senza un filo di voce, che, in compenso, sono preziosissimi nelle attività di supporto: tecnici, archivisti, autori dei testi e del sito Internet. Recentemente premiati per la loro composizione «My prayer song» dal Grinzane Cavour, gli «Hora nona» hanno un sogno: realizzare un CD e destinarne i proventi alla Fondazione La Pierre. Un sincero impegno sociale, ovviamente di gruppo. All'inizio erano soltanto una grande cassetta di colori acrilici e un gentile cognato armato di seghetto da legno. Adesso sono un attrezzato laboratorio al centro di Milano e una lunga sfilza di clienti. La storia è quella di Livia Tavallini, metà torinese, metà milanese, diventata negli ultimi anni notissima decoratrice d'interni. Da sempre maniaca del disegno («non c'è pezzetto di carta che si salvi dai miei schizzi») e appassionata di bricolage («per il compleanno i miei amici mi regalano trapani e cacciaviti») Livia ha incominciato quasi per gioco a dipingere su vecchi mobili recuperati tra soffitte e mercatini. Le sue rivisitazioni di antichi giochi tradizionali, tipo gioco dell'oca (è incredibile quanti e quanto affascinanti siano quelli creati tra il '600 e il '700!) usate per decorare vassoi e tavolini, portariviste e pannelli, sono piaciute a tal punto che gli undici metri del suo corridoio di casa si erano trasformati in un enorme, inagibile magazzino. A quel punto, tra l'esasperazione del marito e dei figli, Livia Tavallini ha capito che era il tempo di un salto di qualità. E non si è più fermata. Oggi i suoi tavolini, le sue testiere da letto, i suoi finti tendaggi rigorosamente in legno dipinto sono diventati pezzi da collezione. E non solo in Italia. Se passate per Osaka non perdetevi il più famoso dei ristoranti made in Italy: è decorato con quindici pannelli di Livia, ognuno dedicato ad una città e ad un antico gioco italiano.

Persone citate: Giuseppe Serafino, Gospel, Livia Tavallini

Luoghi citati: Grinzane Cavour, Italia, Milano