Amianto, un killer ancora misterioso

Amianto, un killer ancora misterioso PROTEZIONE DELL'AMBIENTE Amianto, un killer ancora misterioso Occorrono nuovi studi per renderlo inoffensivo BASTA una notizia alla tv e improvvisamente ci troviamo circondati: la scuola ha amianto nelle intercapedini dei muri e verrà chiusa per essere bonificata, nell'ultima riunione condominiali! ancora non si è risolto il problema del sottotetto coibentato con amianto. Il capannone in giardino ha il tetto in Eternit e nello scantinato i tubi sono avvolti da una specie di bambagia grigia; sospettiamo persino il nostro vecchio asse (la stiro. Che fare? Le reazioni piti comuni vanno da una pericolosa negligenza a un panico eccessivo. Queste reazioni sono entrambe dovute alla particolarità di questo materiale, il (piale è, in apparenza, un solido innocuo; non essendo né solubile né volatile sembra improbabile che possa nuocere alla nostra salute. Esso può però dividersi in fibre invisibili, sospese nell'aria, che penetrano nei nostri polmoni. Un pericolo oscuro e quindi piti spaventoso. L'amianto è un materiale cancerogeno il cui utilizzo è oggi bandito nella maggioranza dei paesi occidentali (in Italia dal 1992). Riinane tuttavia diffusissimo per via dell'uso che se ne è fatto nel corso di questo secolo, da quando si scoprirono le sue eccezionali proprietà meccaniche e termiche: resiste al fuoco e alla trazione, può essere tessuto, non è attaccato da reagenti chimici. Con il termine amianto (più correttamente asbesto) si indicano vari minerali appartenenti a due distinte famiglie di silicati (anfiboli e serpentino) che hanno la caratteristica di cristallizzare in fibre rigide o incurvate, ma sempre lunghe e sottili. Se queste fibre si separano, restano sospese nell'aria e provocano, qualora inalate, una malattia professionale debilitante (asbestosi) e due diverse forme tumorali, il carcinoma polmonare ed il mesoteboma pleurico (forma rara e gravissima, che può comparire anche decine di anni dopo l'esposizione, di cui non sono note altre cause). L'amianto, finché resta rinchiuso tra pareti, o ricoperto da uno strato protettivo, non può far male solo per il fatto di esistere. E' quando le fibre arrivano ad essere sospese nell' aria, in seguito a rimozione, deterioramento o rottura del manufatto, che deve scattare l'allarme. La quantità di fibre in grado di innescare il processo patogeno è relativamente bassa (il limite consentito dalla legge è di 0,2 - 0,6 fibre sospese nell'aria per millilitro; negli anni '60, in alcuni settori industriali si superavano le 50 fibre per millilitro e gli effetti sono stati devastanti tra i lavoratori). 11 1999 lia visto un rinnovato interesse per la questione amianto in Italia: il consiglio dei ministri ha indetto una Conferenza nazionale sub' amianto (Roma, marzo '99), il ministero della Sanità e il Cnr stanno per varare progetti strategici. Ma se l'amianto è ormai bandito, quali sono gli scopi di questi nuovi studi che vengono commissionati? Per quanto gli effetti patogeni causati dalle fibre di amianto siano ampiamente accertati, il meccanismo molecolare con cui agiscono non è ancora ben chiarito. In parole povere si sa che fanno male ma non si sa perché. Giocano certamente un ruolo la forma delle fibre, il tipo di amianto, la sua composizione chimica alla superficie ed il tempo in cui la fibra rimane inalterata nel corpo. Ma le reazioni chimiche e biochimiche che intercorrono tra le fibre inalate e le cellule nel nostro organismo sono ancora oscure. Ne consegue che in tutte le azioni da intraprendere in questo campo - rimozione dell' amianto, sostituzione con materiali alternativi, terapie di prevenzione sulla popolazione esposta - si brancola nel buio. Non tutte le sorgenti di amianto sono egualmente pericolose: mancando una mappatura a livello nazionale dei diversi gradi di rischio, si finisce di delegare il criterio di priorità di bonifica alla magistratura (di fatto si agisce là dove si è avuta una notifica giudiziaria). Si sostituisce l'amianto con materiali fibre di vetro o di roccia - della cui innocuità non si è ancora sicuri. Molti tra gli ex-esposti all' amianto prevedibilmente svilupperanno patologie per le quali mancano ancora terapie adeguate. Infine, come sbarazzarsi dell'amianto in opera? Rimuovendolo, con costi elevatissimi e rischi di dispersione delle fibre nell'aria, o modificandolo sul posto? Mentre forse un trattamento relativamente "blando", ancora da scoprire, potrebbe bastare, si spendono capitali per rimuoverlo con le dovute cautele e distruggerlo completamente, ad esempio usando temperature elevatissime. La cono¬ scenza dei meccanismi attraverso cui l'amianto danneggia la salute potrebbe risolvere questi problemi. Il Piemonte è una delle regioni più coinvolte: la miniera di Balangero, nelle valli di Lanzo, descritta da Primo Levi, ormai dismessa e in fase di bonifica, è la più estesa miniera di amianto crisotilo in Europa; a Casale Monferrato le attività della fabbrica di cemento-amianto Eternit hanno causato un numero assai elevato di vittime, non solo tra gli addetti alle lavorazioni ma sull'intera popolazione e molti nuovi casi sono purtroppo attesi. Le Alpi Occidentali sono largamente costituite da serpentiniti, rocce da cui affiorano svariati minerali fibrosi detti asbestiformi, in quanto presentano caratteristiche assai simili a quelli degli amianti noti ed utilizzati. La loro patogenicità non è ancora nota ma in molte cave di pietre della zona si registrano occasionalmente alte concentrazioni di fibre nell' aria, nei confronti delle quali non esistono norme certe. All'Università di Torino si è costituito da alcuni anni un gruppo di studio sugli Amianti composto da esperti in varie discipline - geologia, mineralogia, chimica, biochimica, biologia molecolare, patologia, medicina del lavoro ed epidemiologia - in quanto è necessario un approccio multidisciplinare. Per avviare una collaborazione fruttuosa l'Università con Environment Park, Arpa e Amiat organizza una giornata di studio (Asbestos at the end of the century: basic science for safe substitutes, adequate inactivation and prevention therapies) che si svolgerà lunedì 11 ottobre all'Accademia delle Scienze, via Accademia delle Scienze 6. BiceFubini Università di Torino All'Accademia delle Scienze di Torino F11 ottobre un consulto tra ricercatori sulla eliminazione di questo materiale

Persone citate: Arpa, Environment Park, Primo Levi

Luoghi citati: Balangero, Casale Monferrato, Europa, Italia, Lanzo, Piemonte, Roma, Torino