Il saccheggio della Terra: ecco le cifre

Il saccheggio della Terra: ecco le cifre ECOLOGIA Il saccheggio della Terra: ecco le cifre r o o e DA diversi anni economisti ed ecologi stanno cercando di calcolare la quantità di energia e materie prime che attraversa le nostre economie per capire concretamente quale sia l'ammontare di risorse naturali intaccate, modificate, mobilizzate e poi trasformate in scarti e rifiuti, in questi processi. Conoscere queste quantità è di grande importanza per attivare concretamente politiche che consentano di modificare lo straordinario impatto che esercitiamo sulle risorse e gli ambienti di tutto il pianeta. Recentemente alcuni studiosi, a cominciare da quelli del Wuppertal Institut sul clima, l'ambiente e l'energia, uno dei centri di ricorca internazionali più innovativi sulle problematiche ambientali, economiche e sociali, hanno elaborato interessanti metodologie per calcolare i flussi dei materiali delle nostre economie. Gli ultimi studi forniscono dati di grande interesse: ricercatori tedeschi, statunitensi, olandesi e giapponesi hanno calcolato i flussi di materiali dei loro Paesi. Una analisi focalizzata sull'anno 1991 ma che si e basata su di una serie di dati statistici omogenei e comparabili di questi Paesi del periodo 1975-1994. individua il cosiddetto Total Material Requirements (Tmr) degli stessi. In pratica la massa totaledi materie prime utilizzata nel processo economico (e quindi le esigenze energetiche, i metalli, i minerali, la sabbia, la ghiaia, le pietre, i materiali da ! costruzione, i suoli erosi, i prodotti agricoli e zootecnici, il ' pescato, il legname, tutte le materie prime, i semi-lavorati 0 ! i prodotti finiti importati e cosi via.). Stati Uniti, Germania, Olanda e Giappone richiedono dalle 45 alle 85 tonnellate prò capite annue di Tmr. In queste econoI mie per ottenere 100 dollari di j prodotto interno lordo (Pil) ci ' vogliono almeno 300 chilogramI mi di materie prime. Gli studiosi riconoscono che non si può | andare avanti cos'i, in un mondo sempre più sovrappopolato (abbiamo raggiunto ormai i sei miliardi di abitanti) e con un consumo eccessivo di risorse, in particolare da parte dei ricchi della Terra. F' sempre più necessario rivedere gli indicatori che governano le nostre economie e guidano le nostre politiche. Sappiamo bene che il Pil, elaborato come sistema di contabilità nazionale a partire dagoli anni Quaranta, ha ormai assunto un valore simbolico in tutti i Paesi del mondo, tanto da divenire l'autentica bandiera della ricchezza e del benesseri: di una nazione. Da molto temilo alcuni economisti ed ecologi hanno dimostrato come il Pil sia un indicatore bugiardo. Infatti, tanto per fare un esempio tra i tanti, non tiene assolutamente conto e quindi non contabilizza tutti i danni ambientali, sociali e sanitari provocati dalla stessa crescita economica come l'erosione de! suolo, la distruzione delle foieste, l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e dei terreni II Tmr costituisce un indicatore di grande importanza per comprendere meglio le reali dimensioni ambientali delle nostre economie. Non vi e dubbio che bisogna procedere alla riduzione del Tmr dei Paesi industrialmente maturi e molti ricercatori credono che, nell'arco dei prossimi 30-50 anni, sia necessario ridurre di un fattore 10 l'intensità di energia e materie prime per la produzione di beni e sei-vizi, il che significa in pratica, ottenere 100 dollari di Pil con circa 30 kg di materie prime. Esistono già le tecnologie per ridurre di un fattore 4, come dimostrato da uno splendido rapporto al Club di Roma dallo stesso titolo (von Weizsaker e coniugi Lovins, «Fattore 4», edizioni Ambiente) e il nuovo ist ituto creato da Friederich Schmidt-Bleek, : Istituto Fattore 10 a Carnoules in Francia, sta seriamente approfondendo la praticabilità proprio di un fattore 10. E' orinai indispensabile che tutti i Paesi si dotino di una contabilità ecologica, parallela a quella economica, con i conti fisici delle attività economiche ed a questo scopo sta lavorando anche l'ufficio statistico delle Nazioni Unite nonché, in sede europea, l'Eurostat. Abbiamo davanti la grande sfida di cominciare a connettere seriamente l'ecologia all'economia. Gianfranco Bologna Segretario generale Wwf Italia

Persone citate: Gianfranco Bologna, Lovins, Schmidt, Wwf Italia

Luoghi citati: Francia, Germania, Giappone, Olanda, Roma, Stati Uniti