Idrovolanti 2000, il grande ritorno

Idrovolanti 2000, il grande ritorno AERONAUTICA CIVILE Idrovolanti 2000, il grande ritorno Potrebbero risolvere in parte la crisi degli aeroporti IL traffico aereo è in continuo aumento; di questo passo, presto si arriverà alla saturazione degli aeroporti. E' difficile ingrandire quelli attuali, più difficile ancora costruirne di nuovi. Si pensa di rimediare costruendo aerei da grande capacità, i cosiddetti Via (Very Large Aircraft). Ma anche questi creano problemi; le piste attuali degli aeroporti non sopportano pesi superiori alle 600 tonnellate. E gli aerei da grande capacità hanno pesi dell'ordine delle mille e più tonnellate. In alternativa, si comincia a guardare con attenzione al mare, ed al ricorso all'idrovolante, mezzo creato apposta per agire sul mare. Vi sono progetti per idrovolatni di grandi dimensioni. Il più recente è il francese Hydro 2000 di Philippe Sytchef, associato con la tedesca Dornier e la russa Beriev. E' stato proposto al Salone Aeronautico di Parigi nel 1997. L'idrovolante è stato tema di un convegno tecnico della Nato ad Amsterdam dal 5 all'8 ottobre 1998, con il titolo «Vehicles Operating Near or in the Air-Sea Interface». Sono stati esaminati idrovolanti da grande capacità, dalle mille alle quattromila tonnellate di peso, compresi quelli comunemente chiamati Ekranoplan. (Noi preferiamo la dizione «schermoplano» proposta da Giuseppe Giampaglia sulla «Rivista Marittima» dell'aprile 1996). Conclusioni del simposio: per lunghe distanze è preferibile l'idrovolante. Per quelle medio lunghe, nelle quali si devono congiungere più idroporti, quindi con più ammaraggi ed involi, il costo-efficienza passa a favore dello schermoplano. C'è un'osservazione da fare. L'idrovolante classico porta un carico pagante inferiore a quello di un aereo terrestre di pari tonnellaggio, a causa del peso dello scafo. Lo scafo del nuovo idrovolan¬ te avrà un peso uguale, o di poco superiore, a quello della fusoliera di un aereo terrestre, specialmente per la presenza di un sistema di ammaraggio. Questo consiste in gambe di forza aventi alette idrodinamiche ad incidenza variabile, comandate da una centralina elettronica. Le alette fungono da sostegno, da freno e da ammortizzazione nelle fasi di involo e di ammaraggio. Lo scafo tocca l'acqua a velocità ridotta, pertanto viene fatto robusto quel tanto che basta, cosi da essere leggero come la fusoliera del terrestre. Il sistema di ammaraggio per idrovolanti è stato oggi realizzato in Italia, dall'Alenia Sistemi Navali, ed ap- plicato ad uno schermoplano, l'SPW-01, sviluppato dalle Interinarmi: di Sarzana. Pesa 85 tonnellate e porta 200 passeggeri. Il passaggio al sistema di ammaraggio non è quindi un salto nel buio, un'innovazione da sperimentare. 11 ritorno dell'idrovolante si prospetta pienamente fattibile. Un segnale del rinnovato interesse per gli idrovolanti è la rinata «Piccola Coppa Schneider» che si è disputata il 19 settembre sul lago di Garda, unica gara di velocità per idrovolanti in Europa. Ha vinto la Targa Agello il ceco Erwin Chip, secondo l'italiano Riccardo Filippi. Tullio Filtri Intanto sul Garda quest'anno è rinata (in piccolo) la gloriosa Coppa Schneider cente è il francese Hydro 2000 di Philippe Sytchef, associato con la tedesca Dornier e la russa Beriev. E' stato proposto al Salone Aeronautico di Parigi nel 1997. L'idrovolante L'idrovolante di Erwin Chip, vincitore della «Piccola Coppa Schneider» disputata il 19 settembre sul lago di Garda (foto S. Lora-Lamia/»Volare») L'idrovolante di Erwin Chip, vincitore della «Piccola Coppa Schneider» disputata il 19 settembre sul lago di Garda (foto S. Lora-Lamia/»Volare») m

Luoghi citati: Amsterdam, Europa, Italia, Parigi, Sarzana