Coppa Davis: Italia nella tana degli spagnoli di Giorgio Viberti

Coppa Davis: Italia nella tana degli spagnoli Tennis: sorteggio sfavorevole agli azzurri, che dovranno giocare fuori casa (dal 4 al 6 febbraio) Coppa Davis: Italia nella tana degli spagnoli Nargiso: «Match terribile, abbiamo una chance su 10 di passare» Giorgio Viberti Nel 1° turno della Coppa Davis 2000 (4-6 febbraio) l'Italia farà visita alla Spagna, un avversario terribile. Si sperava nell'Inghilterra, che avrebbe permesso all'Italia di giocare in casa e sulla terra rossa, dove Rusedski ed Henman non sono imbattibili, Invece è stata pescata la Spagna, con la quale il bilancio dell'Italia è ancora favorevole (7 vittorie a 3), ma è figlio del passato remoto. L'ultima sfida, nel '97 a Pesaro, fu un trionfo italiano (4-1, con successi di Camporese, Furlan e del doppio). «Ma adesso la Spagna lia 3 giocatori Ira i primi 20» precisa il et. Bertolucci. Corretja e n, 10, Moya n. 17 (ina e stalo anche n. 1), poi ci sono Mantilla, Albert Costa, Clavct e altri ancora, con 8 tennisti nei primi 50 Ira i {piali Martin, che quest'anno ha già vinto due tornei Atp. «Una squadra in cui Mantilla è riserva ci concede poche speranze - aggiunge Bertolucci - ma non andremo là già battuti, anche se loro sono nettamente lavoriti». Su quale superficie si giocherà? «Devono decidere loro, ma credo che sarà un campo indoor». L'ultimo confronto dell'Italia in Spagna fu un disastro: Berasategui, Bruguera, Carbonell e Carlos Costa nel '94 travolsero a Madrid gli azzurri (4-1) fra i quali esordi Andrea Gaudenzi. Anche gli iberici sono reduci dai ripescaggi, ma non hanno faticato a rifilare un cappotto alla Nuova Zelanda. Diego Nargiso, doppista azzurro, e contrariato: «Un pessimo sorteggio, che ci dà solo il lOper lOOdi possibilità di vittoria». «Siamo lavoriti - sottolinea invece Albert Costa - perche sulla terra battuta abbiamo ottimi giocatori, Il capitano Santana avrà soltanto il problema della scelta. Penso che giocheremo all'aperto, a Majorca o a Marbclla, ma dovremo temere gli italiani, che di solito in Davis rendono molto più che nei tornei».