Zeman spara a zero; «Cimurro pesa e il pentito c'è»

Zeman spara a zero; «Cimurro pesa e il pentito c'è» Dopo essersi accordato con i turchi del Fenerbahce, il tecnico boemo si «congeda» con un altro clamoroso atto d'accusa Zeman spara a zero; «Cimurro pesa e il pentito c'è» Fra i suoi bersagli, anche Sensi: «Se non è stato un tradimento, poco ci manca» ROMA Lunedi partirà per la Turchia, destinazione Istanbul, panchina del Fenerbahce. Fino ad allora, ogni giorno sarà buono per mandare messaggi. Diretti o trasversali, dipende dall'umore e dagli amori. Ieri, per intenderci, Zeman era un fiume cattivo in piena. Si comincia dalla Nazionale: secondo il boemo per molti giocatori è diventata un peso. «Hanno altri interessi, alla Nazionale ci si dedica poco. Una nazionale non deve divertire, deve rappresentare un Paese e penso che la nostra non lo rappresenta per quello che c'è. Gli interessi dei club sono molto più importanti di quelli della Nazionale». E a proposito di club, a chi come Zaccheroni si è lamentato perché si gioca troppo, Zeman manda a dire che «certe squadre hanno premuto per avere un campionato d'Europa. Lo volevano così e adesso non bisogna piangere. Eppoi, se pensiamo che la preparazione è stata fatta in Sardegna o al mare (il riferimento è ai pre-ritiri di Milan e Lazio a Porto Cervo, mese di luglio, ndr) è normale che qualcosa non vada». L'esternazione di Zeman non si ferma qui, ovviamente. E prende di petto un'altra pagina di fine estate, la confessione di un calciatore che ammette di aver truccato una partita. Per Zeman il pentito esiste, non è un'invenzione: «Falso è chi dice che la storia non è vera. Si possono inventare cose in altro modo, non in maniera così pesante», il boemo non si pente di quello che ha detto sul doping. «Io un personaggio scomodo? Bisogna vedere per chi. Penso di essere stato comodo a tanti». E glissa se gli si chiede se crede che qualcuno gliel'abbia fatta pagare. «Gli sti¬ pendi li ho sempre avuti. Qualcuno la pensa diversamente? Non mi meraviglia». In Turchia sarà obbligato a vincere. In Italia non è mai accaduto. «Molti allenatori hanno vinto lo scudetto e non sanno neppure come hanno fatto». Dopo aver ammesso che il voltaffacia di Sensi gli ha procurato un grande dolore («se non è slato un tradimento poco ci man¬ ca»), Zeman ha spedito un dardo avvelenato anche al nuovo allenatore della Roma. «Vado in Turchia perché mi sento un allenatore e allenare a casa è difficile. Sensi ha detto che Capello e più vicino al Palazzo? Avrà ragione solo se la Roma vincerà. C'è chi come me ha cominciato ad allenare sui campi di terra battuta come quello del Licata e c'è chi nasce al Milan e alla Juventus. Fosse capitato a me di prendere sette tiri in porta, come è successo alla Roma domenica a Firenze, non so che cosa mi avrebbero detto». Il saluto finale è al mondo del calcio italiano: «Non mi piace, si dicono tante bugie e non ci si rende conto che così si proteggono l'industria che c'è dietro e tutti gli interessi economici. Dove abitano molti interessi, si creano situazioni come quelle per cui un giocatore si vende la partita. Come emerge dalla storia raccontata dal pentito». lg. 1-1 ì

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