VIERI dalla Nazionale spinta per il Pallone d'Oro di Marco Ansaldo

VIERI dalla Nazionale spinta per il Pallone d'Oro La squadra di Zoff ha raggiunto Minsk, dove domani affronterà la VIERI dalla Nazionale spinta per il Pallone d'Oro Marco Ansaldo inviato a MINSK Sono gli ultimi mesi, prima della votazione di dicembre, che decidono chi vince il Pallone d'Oro, la contestabile ma affascinante consacrazione del miglior giocatore d'Europa e ormai del mondo perché i più bravi tra gli extra-continentali stanno qui e dal 1995 li si può eleggere. Fino a dicembre, Christian Vieri godrà soltanto di una vetrina per esporre la propria mercanzia: la partita di domani a Minsk, intorno alla quale ruotano i nostri destini. Gli avversari hanno le Coppe, lui no. Quando scelse Moratti, Vieri disse che non badava al dettaglio che sarebbe uscito dal giro internazionale. «Se fai bene in Italia, lo sanno ovunque e poi non è che me ne freghi molto», spiegò. Adesso si sentirebbe più tutelato dalla Lazio in Champions Leaguc. Con i mesi, gli è cresciuto il gusto di essere il primo. Glielo dicono tutti, perché dovrebbe essere lui a frenarsi? «E' chiaro che ci tengo a vincere il Pallone d'Oro - ammette mentre si vola verso la Bielorussia perché si può discutere se abbia premiato sempre il più bravo in quell'anno ma sicuramente ò andato sempre a un grande campione. Tra quello e uno scudetto è normale che vorrei lo scudetto: ma perché devo scegliere e non puntare a tutti e due?». Minsk come il capolinea della sua stagione internazionale. Lui qualcosa ha già ottenuto. «Con tutto il casino che c'è stato per il mio trasferimento - dice Vieri -, qualcuno dimentica che a maggio ho vinto la Coppa delle Coppe». Segnò un gol nella finale a Birmingham, contro il Maiorca, giocò più di un tempo con la testa rotta. Però Beckham è il simbolo del Manchester United che ha razziato tutto, Shevchenko è il giovane che trascina l'Ucraina e sta conquistando il Milan e l'Italia, Rivaldo è la nuova stella del Brasile in Europa e il Barcellona ha fascino, appoggi e carisma sufficienti a procurargli i voti. Vieri invece ha soltanto il campionato dell'Inter a sospingerlo e questa Nazionale zoffiana che non fa delirare gli osservatori stranieri. «Rivaldo è il più pericoloso confessa il centravanti azzurro -, se mi chiedessero una preferenza gliela darei, perché ha una grandissima tecnica, segna e fa segnare. Ora può mettersi in mostra nella Champions League e io no. A me rimane questa partita. Se la gioco bene e segno, l'Italia si qualifica e qualcuno in più si ricorderà di me, se usciamo dall'Europeo posso scordarmi il Pallone d'oro per quest'anno e pure per il prossimo, perché sarà l'Europeo a decidere a chi darlo, come è successo a Zidane con la Francia dopo gli ultimi Mondiali». Quando ci riflette, Vieri concorda che i gol pesanti saranno proprio quelli di giugno, tra Belgio e Olanda. Questa è una occasione di passaggio. «I gol veri, importanti sono quelli dell'Europeo ma il primo passo è la qualificazione. Potevamo aver risolto tutto, non è stalo così e sarebbe un guaio se scendessimo in campo a Minsk rimpiangendo ancora l'occasione gettata via con la Danimarca. Abbiamo girato pagina e basta». Mai cosi popolare, mai così multimediale, mai così esposto tra il calcio, i videoclip, le comparsale televisive, la pubblicità, Vieri ha tutto per diventare l'erede di Gianni Rivera, Paolo Rossi e Roberto Baggio, gli unici italiani che l'Europa abbia considerato i più grandi di un anno, tra molte amnesie e qualche macroscopica ingiustizia, da Zoff a Franco Baresi (per non dire Maradona, che se fossero valse le attuali aperture agli extraeuropei l'avrebbe monopolizzato per anni). Ora Bobone vuole inserirsi nella Hall of Fame del pallone, nella quale, come oriundo, figura pure Omar Sivori, un fenomeno tanto diverso da lui e molto più simile a suo padre, Roberto, un talento disperso, quello che un giorno disse a un giornalista amico: «'Un ci badare al mi figliolo, 'un è bbono, 'un ciò i piedi». Per fortuna a dicembre non sarà lui a votare. «I miei avversari hanno le coppe, io no Campionato a parte non mi rimane che questa partita Sarei uno stupido se non ne approfittassi» ale onquistando il Milan e l'Itaa, Rivaldo è la nuova stella el Brasile in Europa e il Barcellona ha fascino, appoggi carisma sufficienti a procuargli i voti. Vieri invece ha oltanto il campionato dell'Iner a sospingerlo e questa Naionale zoffiana che non fa delirare gli osservatori stranieri. «Rivaldo è il più pericoloso onfessa il centravanti azzuro -, se mi chiedessero una preferenza gliela darei, perché ha una grandissima tecnica, segna e fa segnare. Ora può mettersi in mostra nella Cham Christian Vieri, 26 anni, novanta miliardi di valutazione