Brahms fa le piroette

Brahms fa le piroette Successo per Georges Prétre che ha aperto a Torino la stagione sinfonica della Rai Brahms fa le piroette Le «danze ungheresi» al Lingotto Paolo Gallarati IORIIH) Non poteva iniziare meglio hi Stagione Sinfonica della Rai; sul palco dell'Auditorium del Lingotto, adorno di fiori gialli <• azzurri, l'Orchestra Sinfonica Nazionale, accesa da Georges Prètre nei suoi colori più vivi, ha ottenuto un'ovazione lunghissima da parte del pubblico che affollava la sala, nonostante la concomitante inaugurazione dell'Unione Musicale. Brahms, con cinque «Danze ungheresi» orchestrate da lui e da altri, apriva questa stagione che si annuncia di alto livello per l'importanza dei direttori invitati; segno eli una crescita che, negli ultimi anni, ha ormai porta io l'Orchestra ;i competere con i migliori complessi europei. Buona l'idea di iniziare' con le danze ungheresi, tul io uno scalpitare di ritmi zingareschi, con indugi e accelerazioni, salti e piroette, moli per lo più circolari che si avvitano, sovente, sino all'ebbrezza. Niente eli Micelio per stabilire un tono festivo, adatto al clima dell' i uiiii); u raziono. Brahms non e solo un genio della malinconia: sa, quando vuo le, tuffarsi nella vitalità dello spirito popolare e servircela allo statn puro, con contagiosa allegria, Dopo una mezz'ora di que sto graditissimo preludio, che lui messo tutti di buon umore, Piètre e risalito sul podio per dirigere hi «Prima Sinfonia» di Mahler, grande poema della natura il cui clima e fissato sin dal primo movimento: «Lento, strascicato, come un suono di natura». Sembri! di entrare in unii foresta; e l'altra sera, il brillare del sole tra le foglie, i richiami degli uccelli, le profondità degli echi, hanno trasformato la sala da concerto in un Leal ro. Merito c 1 <:I direttore, clic e un vero maestro del colore, e in ciò tiip presenta al massimo grado, lii cultura musicale francese che gli si.ii alle spallo: sentire il timbro degli strumenti come un fatto espressivo di per se, e sempre stata una specialitii parigina, da Rameau a Ravel. Attratta in quest'orbita, la musica di Mahler perde il peso che sovente le conferiscono le orchestre' tedesche: diventa ariosa, scintillante, piena di incanto e di soffuso mistero. dosi, l'altra sera, la tavolozza della Sinfonia ha potuto brillare in tutte le suo sfumature. La presenza de: 1 lii natura, silvana e selva); già, epii e importante come nel «Franco Cacciatore» di Weber: è l'elemento primordiale, ehi cui la vit.ii nasce, e nel quale si dissolvi?. Nei primi tre movimenti l'ebbrezza vitale, l'umor nere) e la nostalgia del canto senibrano uscire: dal bosco attraversato dai cucii, suoni misteriosi, pulsazioni, fruscii, e farvi ritorno, spegnendosi nel sile.'iizio. Tutto queste) era espresse) benissimo nell'esecuzione dell'Orchestra H;ii, che lui rase) ce>n passione anche l'ultimo meivimonto, più trionfalistico e: pletorico, se non fosse per lo squarcio dell'Adagio che vi si apre con la sua lancinante intensità. D'altronde Hrétre!, più e:he: squadrare la costruzione delle grandi forme, richiede varietà di tinte, e indie:a che; il canto deve espandersi il più possibile;: ceisa e:he; e puntualmente avvenuta, causando il sue'e:esse) eli e:ui s'è: ele:tt.o. E con la Prima Sinfonia di Mahler l'auditorium si trasforma in foresta Grandi direttori per un programma di altissimo livello Qui accanto Georges Prètre, che ha diretto l'altra sera all'Auditorium del Lingotto. In basso le sorelle Lebeque, protagoniste al Teatro Regio del primo concerto dell'Unione Musicale

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