La moda sfila in Borsa Stefanel va alle stelle di Ugo Bertone

La moda sfila in Borsa Stefanel va alle stelle I titoli sospesi e riammessi a più riprese La moda sfila in Borsa Stefanel va alle stelle Smentita una scalata da parte di Vuitton Corrono anche Simint (Armani) elttierre Ugo Bertone MILANO Dopo tante manovre tattiche, finalmente, la battaglia del lusso sta entrando nel vivo, investendo i listini di mezzo mondo. A partire, naturalmente, dallo scacchiere italo-francese, il vero asse vincente del mondo della moda. Il primo terreno riguarda la Stefanel. Ieri, in Piazza Affari, è esplosa la febbre per l'azienda che Giuseppe «Bepi» Stefanel ha riportato con grandi sforzi al profitto (14 miliardi per il '98, assai di più, sembra, per il'99). Per ben quattro volte Stefanel è stata rinviata per eccesso di ribasso per poi segnare un prezzo in forte rialzo (+ 14,97%). Le ragioni? Semplice, «Il Sole 24 Ore» aveva annunciato in mattinata il prossimo lancio di un'Opa, attorno ai 2 euro per titolo, da parte della Lvmh di Bernard Arnault. Secca, immediata e assai risentita la smentita dei gruppi interessati. Ma gli operatori, pur prendendone atto, hanno continuato a scommettere su prossime novità in casa Stefanel. Anche per quanto riguarda Lvmh, impegnata assieme a Prada nella caccia alla «maison» Pendi, cresce l'attenzione dei mercati. Ma la ragione non ò misteriosa, a giudicare dai conti : il giro d'affari, nel terzo trimestre, è cresciuto del 31%; nel solo mese di settembre le vendite hanno segnato un record assoluto, a quota 830 milioni di euro. L'industria del lusso, insomma, torna dopo la crisi asiatica a rivivere i giorni migliori. E i più abili cercano di acquisire le posizioni più appetibili. Ecco la ragione principale di una corsa che sembra coinvolgere tutti i «marchi» vincenti tra Milano, Parigi, New York e Londra. In attesa che si chiuda l'asta per l'impero Fendi, i riflettori si sono accesi sulla sorte di Calvin Klein, da pochi giorni ufficialmente sul mercato. Una preda preziosa, che sta risvegliando gli appetiti dei grandi della moda, made in Italy in testa. Ma l'euforia ormai dilaga. Ieri è proseguita, ad esempio, e proseguita la corsa a Bulgari ( + 4,69%), che prevede 850 miliardi di ricavi fine '99 (e utili attorno ai 100 miliardi) nonostante che Francesco Trapani, l'amministratratore delegato, abbia negato l'interesse per Fendi. Cresce , intanto, l'attenzione attorno a Marzotto. Il rialzo del titolo sfiora il 7%, dopo il 4% abbondante della vigilia: anche qui, non è facile immaginare che la timida ripresa dei consumi e i brillanti risultati della Hugo Boss giustifichino da soli un'improvvisa attenzione. Eppoi c'è la Simint di Giorgio Armani, forte di un rialzo superiore al 4%. La spiegazione del rialzo potrebbe in questo caso trovarsi oltre Oceano: Giorgio Armani potrebbe, infatti, stringere un'alleanza in Europa con Calvin Klein, lo stilista Usa che ha affidato a Lazard l'esame di tutte le possibili alternative per dare un futuro alla più famosa «griffe» Usa. Infine, non sfugge al mercato la strategia prudente ma aggressiva della lttierre di Tonino Penìa, che non sembra aver esaurito il suo «shopping» dopo Cavalli e Husky. Nella società di Isernia si è ormai saldata, intanto, l'alleanza tra l'imprenditore molisano e Luigi Giribaldi.

Luoghi citati: Europa, Isernia, Londra, Milano, New York, Parigi, Usa