Confindustria all'attacco dei contratti di Gian Carlo Fossi
Confindustria all'attacco dei contratti Il leader media tra le diverse anime dell'organizzazione: «I due livelli devono essere distinti tra loro» Confindustria all'attacco dei contratti Fossa attacca Welfare e Rsu: «Bastapiatti indigesti» Gian Carlo Fossi ROMA La «bomba» sui contratti ò innescata, ma la miccia non sarà accesa prima di qualche mese e, in ogni caso, gli effetti non dovranno essere devastanti. E' questa linea uscita ieri dalla consulta dei presidenti di Confindustria, all'indomani di un ampio dibattito su contrattazione, concertazione e competitività delle impresi', che ha messo in luce tre diversi schieramenti sul tema contrattuale: il primo dei «falchi», capitanato da Antonio D'Amato, chiede l'abolizione tout court di un livello contrattuale; il secondo delle «colombe», tra cui Pietro Marzotto, difende la concertazione e mette in guardia dal rischio di rompere con sindacati e governo; il terzo dei «pragmatici» rifiuta le «guerre di religione» e propone di mantenere i due livelli di contrattazione (nazionale e aziendale), rendendoli però compatibili con le esigenze di competitività delle aziende (ad esempio, un contratto nazionale «cornice» che fissi i minimi salariali ogni quattro anni e accordi integrativi chi! stabiliscano gli incrementi salariali veri e propri, rigorosamente legati alla produttività. Comune, peraltro, la volontà di migliorare nettamente l'attuale sistema, mentre il ministro del lavoro Cesare Salvi si dichiara «disponibile ad (Mitrare in campo, se richiesto dalle parti, con il l'ine di evitare una situazione di contrasto insanabile». Cosi, interpretando le diverse «anime» affiorate nel dibattito al direttivo e nella stessa consulta, il presidente Giorgio l'ossa attenua la portata dell'attacco alla contrattazione, che era sembrato dovesse avere coni laccoliti (piasi immediati. Nello stesso tempo, però, ha ribadilo che il problema esisti! e che prima o poi occorre trovare soluzioni adeguate. «Due livelli contrattuali così come sono spiega - non possono durali! nel tempo. Bisogna andari; su diversi livelli o, puri; mantenendo dui! livol- li, bisogna fare chiarezza perchè non si può avere una sommatoria di costi per le imprese». Quale il percorso da seguire? Anzitutto una riflessione allenta all'interno, poi la definizione di un documento con proposte concrete e in novembre o in gennaio discussione e decisioni in Giunta. Infine, apertura di un confronto con il sindacato. Dunque, a prima vista, parrebbe superato il rischio di intralci all'avvio del negoziato per il nuovo integrativo Fiat, «apripista» per tutti gli altri. Comunque, Fossa insiste: «I costi devono essere legati a un livello contrattuale o a un altro. Ci possono essere due livelli, ma chiaramente distinti tra loro, l'orò questa soluzione potrebbe non andare bene per tutte le imprese; ed appaiono ragionevoli aggiustamenti legati pure al territorio che soddisfino maggiormente' aziende e lavoratori». E, qui, un siluro alla proposta di legge sulle Rsu; «Sono stati violati gli accordi». Infine, un avvertimento sul welfare: «Prima di sederci a (pici tavolo, vogliamo capire che ci sarà nel piatto. Se dovesse essere indigesto, non credo che ne varrà la pena». A sdrammatizzare lo scontro sulle Rsu interviene il leader della Cisl Sergio D'Antoni chiedendo al governo di convocare le parti sociali subito dopo l'approvazione del provvedimento alla Camera per verificare le discrasie rispetto all'intesa del '93 e concordare eventuali modifiche al Senato. Invece, sulla contrattazione, arrivano a Fossa reazioni piccanti proprio dai sindacati dei metalmeccanici galvanizzati sul rinnovo dell'integrativo. «Se la contrattazione aziendale - osserva il segretario generale della Uilm Antonino Regazzi - va al di là dei patti la responsabilità è si del sindacato, ma in egual misura anche delle aziende che, in molti casi, offrono premi svincolati dai parametri dell'accordo del 23 luglio. Gli industriali abbiano il coraggio di rispedire al mittente piattaforme non coerenti con indici concordati di redditività, produttività o qualità».
Persone citate: Antonino Regazzi, Antonio D'amato, Cesare Salvi, Pietro Marzotto, Sergio D'antoni
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