«Il Fmi sapeva dei trucchi di Mosca»

«Il Fmi sapeva dei trucchi di Mosca» UN DOCUMENTO CHI SMENTISCE LE AUTORITÀ' FINANZIARIE INTERNAZIONALI «Il Fmi sapeva dei trucchi di Mosca» / revisori dei conti lo avvertirono nel 1995 reportage Giuliette Chiesa inviato a MOSCA PERCHE' l'amministrazione Clinton ha mantenuto ii silenzio su tutto ciò, che è forse il massimo esempio di violazione dei diritti umani?». Non è una citazione di Li Pene, ma di Steve Forbes. E il silenzio riguarda il piccolo dettaglio che «decine di milioni di russi, circa il 40% della forza lavoro, sono vittima di un nuovo - di fatto sistema di servaggio». Cioè non vengono pagati per il lavoro che compiono, mentre «l'amministrazione Clinton-Gore e il Fondo Monetario Internazionale stanno finanziando questa vergogna, riversando miliardi di dollari sul corrotto governo russo». La linea difensiva di Clinton-Gore, e dell'architetto della politica russa dell'amministrazione americana, Strobe Talbott, è stata fino a ieri centrata su argomenti del tipo: non è poi andato tutto cosi male; ovvero: sapevamo che c'era della corruzione, ma era inevitabile; ovvero: era un rischio calcolato. La linea difensiva dei massimi responsabili del Fini, Michel Camdessus, Stanley Fisher e colleghi, fu invece: noi non ne sapevamo niente. Io ricordo un grande articolo delle «Izvestija» del 4 marzo di quest'anno, intitolato: «Fmi - arma assoluta degli Stati Uniti», nel quale si scriveva che «la Casa Bianca sta giocando con la Russia un gioco geostrategico in cui l'intransigenza del Fmi è solo spettacolo, mentre gli affari più grossi si trattano nei corridoi». Quali affari? Politici. Ratificare lo Start-2, accettare la linea Nato sul Kosovo, chinare il capo di fronte ai bombardamenti sull'Iraq, chiudere i programmi di cooperazione con l'Iran, ridurre i programmi di vendita di armi e tecnologie militari alla Cina e all'India. A quel punto, forse faceva capire la signora Albright all'adora premier Primakov - l'America busserà alla porta del Fmi per conto della Russia. Così e infatti avvenuto in tutti questi anni: denaro contante per comprare una resa politica. E, dopo ogni «contratto» cosi stipulato, toccava al Fmi spiegare al mondo che tutto in Russia andava benissimo, che il mercato era sull'orlo di una spettacolare fioritura, e che i prestiti venivano dati proprio per assecondare le riforme in corso. Nel frattempo - effetto indotto, forse indesiderato ma inesorabile - si realizzava la demolizione della Russia. Nikolaj Conciar, deputato della Duma, membro della Commissione bilancio, snocciola conti impressionanti. «Lei capisce? Quest'anno abbiamo dovuto scrivere a bilancio un'uscita di 106,8 miliardi di rubli per il servizio del debito. Sono quasi 7 miliardi di dollari, il 29,1% delle uscite dello Stato. E' pazzesco. Nessun Paese può reggere a tanto. Ma nel 2000 dovremo prevedere 220 miliardi di rubli su quella voce. Non c'è che una via di uscita: dichiarare il "default" e chiedere alla comunità intemazionale di bloccare tutti i conti esteri dei russi...». Sorridi.'. E' lui il primo a capire che è una via impraticabile. «Ma almeno dobbiamo capire come si è arrivati a questo punto - esclama perché c'è qualcosa che sfugge a molti osservatori occidentali, ed è la dimensione. Nel 1990 il debito dell'Urss era di 37 miliardi di dollari. In nove anni è salito a oltre 16( miliardi. La domanda è: come i potuto accadere che, riducendo 1; popolazione di oltre 100 milioni di persone, mantenendo '.ulte le risorse naturali dell'Unione Sovietica, realizzando un saldo attivo della bilancia commerciale, riducendo drasticamente tutte le spese di bilancio, con tutto questo il debito si sia moltiplicato per quattro? E' chiaro che siamo di fronte davvero ad una deformazione sistemica. Parlare di mafia è ridicolo. E' il vertice politico che ha fatto tutto questo. E non da solo». Dunque, quelli che in America parlano di riciclaggio mafioso, seppure su larghissima scala attraverso la Russia, vedono solo l'albero ma non la foresta? «Esattamente. Mi creda, tutta la storia della Bank of New York è una manovra diversiva. Le voci le hanno fatte uscire proprio i protagonisti del disastro. Cosa vuole che siano 15 miliardi di dollari rispetto al totale? La verità semplice è che la Bank of New York era il lavandino di tutta l'elite. Siccome ci sono tutti, grandi e piccoli, sperano che nella grande ressa ogni dettaglio sparisca, e i pesci grossi riescano a mimetizzarsi». Che cosa si intende per pesci grossi? «Le banche degli oligarchi, in primo luogo. Poi ci sono i nomi di illustri uomini di governo, già filtrati in America [si tratta di quei nomi pubblicati da "Usa Today" alla fine di agosto, tra cui Tatjana Djacenko, Anatolij Ciubais, Oleg Soskovets, Aleksandr Lifshitz, Vladimir Potanin, ndr], infine potrebbero esserci grossi nomi delle stesse istituzioni finanziarie intemazionali. Per (pianto concerne il banchiere centrale Jurij Dubinin sappiamo che il procuratore Skuratov apri un procedimento penale contro di lui a gennaio». E (pai c'è un altro punto da chiarire. I presidenti della Banca Centrale Russa in questi anni sono stati solo due: Viktor Gherashenko e Jurij Dubinin. Che differenza c'è tra loro? E c'è una differenza? Ricordo che Gherashenko era odiatissimo dai «riformatori» eltsiniani, che lo accusavano di voler fare una politica inflazionista, alla sovietica, e che riuscirono a farlo cacciare da Boris Eltsin sostituendolo appunto con Dubinin. Poi Dubinin viene cacciato dopo il 17 agosto, giorno del crollo del niblo, e Gherashenko ritorna alla testa della Banca Centrale, assieme a Evghenij Primakov, premier voluto dalla Duma. Ma Gherashenko sembra essersi nel frattempo convertito. Infatti tutto continua come prima, o quasi. Nikolaj Conciarsi lascia sfuggire una smorfia. «Nei tre anni in cui Gherashenko non ha fatio il banchiere di Stato, ha fatto tuttavia il banchiere. E prima ancora, ai tempi immediatamente post-sovietici, il creatore di "Fimaco" fu lui. Vada a vedere la storia della Royal Bank of Scotland e della sua filiale Koyal Bank of Scotland Trust Company con sede a Jersey, e troverà le tracce di Gherashenko. Fu appunto questa banca la prima proprietaria di "Fimaco", attraverso cui "girarono" i soldi dell'ex pcus. E che poi si specializzo in acquisti dei debiti sovietici all'estero, pagandoli il 10% e rivendendoli alla Banca Centrale a prezzi di mercato». E siamo cosi tornali al centro dello scandalo più grosso, quello dei 50 miliardi di dollari transitati attraverso "Fimaco", una singolari' offshore con 1000 dollari di capitali' versato nell'isola di Jersey. E Nikolaj Gondar è tra quelli che ne sanno di più, avendo potuto dare un'occhiata, e forse anche due, ai materiali del procuratore generale Skuraov. E non solo. Fu Conciar, nello scorso luglio, a tirare fuori la prova lefìnitiva che il I-ini sapeva dell'uso improprio e truffaldino che la Banca Centrale faceva delle proprie risene e anche dei prestiti ricevuti dallo varie istituzioni internazionali. Come? Esibendo estratti di un documento del 1995 della Coopers and Lybrand, l'impresa incaricata di effettuare la revisione dei conti della Banca Centrale negli anni 1993-1994 (gestione Gherasnenko). Dai quali si evince che la Coopers and Lybrand aveva scoperto e denuncialo i micchi. Gonciar afferma di sapere che quei documenti furono consegnati al Fmi non dopo la fine del 1995. Conferma ora questa denuncia? «Senza dubbio, lo ho capii il meccanismo nel 1997, per mio conto, quando ero presidente della Commissione bilancio del Consiglio della Federazione. Per questo promisi alla Camera Alta di respingere il rendiconto della Banca Centrale, palesemente irregolare», Posso dare un'occhiata? C'è una citazione bene evidenziata della verifica contabili' del 1994: «In precedenti revisioni esprimemmo il nostro dubbio circa l'investire fondi in "Fimaco" e raccomandammo che [la Banca Centrale, udii si rivolgesse ai servizi di altre com¬ pagnie di investimento, con piii ione reputazione. Insistiamo con queste raccomandazioni». E i revisori non gogoliani della Coopers and Lybrand aggiungono altrove, su un capitolo di dettaglio: «Per (inalilo possiamo comprendere, la sorgente dei 1854 miliardi di rubli depositati dalla Banca Centrale in "Fimaco"... sono crediti che il ministero delle Finanze ha ottenuto dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale». E quando andiamo a vedere l'elenco delle banche che hanno acquistato dollari dall'ultimo prestito del Fondo Monetario Intemazionale, quello del luglio 1998. troviamo anche "Evrofinans". Che è una delle società di facciata le cui proprietarie sono, per il 35%, "Evrobank" (filiazioni' della Banca Centrale Russa con sede a Parigi) e che sorpresa! - per un altro 35% proprio Fimaco. Cioè: al la Banca Centrale ha pompalo denaro in società fittizie, i cui profìtti venivano riesportati all'estero e non figuravano nei conti; bl il procuratore facente funzione Jurij Ciajka dice il falso quando afferma che nel 1998 Fimaco non partecipò al gioco truffaldino, I Hinque il vizio era di lunga data. Nikolaj Conciar aggiunge di poter dimostrali' che la Banca Centrale nascose milioni di dollari di profitti generai i dalle operazioni attraverso Fimaco, cioè accusa la Banca Centrale di avere sottratto denaro al bilancio statale in quanto, in base alla legge in vigon;, la Banca Centrale Russa e tenuta a trasferire sul bilancio federale il 50% cento dei suoi profitti. E il Fini sapeva? «Sapeva tutto», risponde Gonciar categorico. Peccato che in diverse occasioni, dopo lo scandalo scoppiato in Russia a febbraio 1999 con le denunce di Skuratov, i portavoce ufficiali del Fondo Monetarii) Internazionale affermarono di non essere a conoscenza neppure dell'esistenza della Fimaco. La «Coopers and Lybrand»: «11854 miliardi di rubli depositati dalla Banca Centrale di Mosca nella Fimaco provengono da Banca mondiale e Fmi» «Abbiamo già espresso i nostri dubbi sull'opportunità di quegli investimenti e raccomandato di rivolgersi ad altre società con più forte reputazione» e a lì so t noKyriKA 6-01 MMN à Un bambino aspetta la madre davanti a un ufficio cambi nei giorni immediatamente successivi al crack del rublo Viktor Gherashenko presidente della Banca Centrale russa Silurato. fu sostituito dajuri| Dubinin e richiamalo al suo posto dopo l'agosto nero del rublo l'anno scorso