Dalle carte segrete spuntano i nascondigli di armi di Giovanni Bianconi

Dalle carte segrete spuntano i nascondigli di armi Dalle carte segrete spuntano i nascondigli di armi La procura si muove con cautela, ma cominciano gli interrogatori i documenti Giovanni Bianconi ROMA Ci sono le liste delle 261 presunte spie - oppure persone solo contattate o «attenzionate» dal Kgb, o addirittura già scagionate dalle indagini degli 007 - nel falcione di carte che i carabinieri del Kos hanno recapitato ieri sulla scrivania del procuratore di Roma Salvatore Vecchione, ma non solo. Tra lo carte arrivate dal Sismi, e prima ancora da Londra, ci sono pure indicazioni di nascondigli di anni e altri strumenti di guerriglia, con tanto di cartine per localizzarle, rapixirti che potrebbero riguardare anche finanziamenti giunti dall'ex-Unionc Sovietica, e altro materiale ancora. Man mano che i documenti classificati dagli inglesi come «segretissimi» arrivavano a Roma, nel corso degli ultimi quattro anni, il Sismi ha svolto l'attività di controspionaggio di cui ha parlato ieri l'ex ministro della Difesa Andreatta, e probabilmente anche di quello c'è traccia nel dossier ora allo studio dei magistrati, così come della valutazione generalmente negativa del «dossier Mitrokhin». Come s'è saputo, ieri, infatti, gli 007 militari hanno considerato talmente poco attendibili le informazioni da non informare l'autorità giudiziaria. In altri casi, invece, il Servizio segreto ha passalo le notizie alle forze dell'ordine per effettuare alcuni «recuperi». Nelle scorse settimane, ad esempio, i carabinieri del Ros hanno ritrovato, in due diverse zone di campagna del Lazio, due radio ricetrasmittenti con congegni di autodistruzione, cioè un dispositivo in grado di farle esplodere. Un recupero è avvenuto dalle parti di Rocca di Papa, alle porte di Roma, un altro nelle campagne intorno a Rieti. Le indicazioni per effettuarli erano giunte proprio dal Sismi, che le aveva tratte dal «dossier Mitrokhin». Di tutto questo materiale il procuratore Vecchione e il suo sostituto Franco Ionta hanno cominciato ieri mattina l'analisi. «La documentazione è abbastanza voluminosa, la stiamo esaminando - ha detto ieri mattina il capo dell'ufficio, parco come sempre di parole e informazioni -. Adotteremo i provvedimenti necessari quando avremo rilevato, se ci sarà da rilevare, la presenza di situazioni di interesse penale». Una dichiarazione che si può leggere come un invito alla prudenza, considerato che le valutazioni che faranno i magistrati avranno certamente un riflesso sulla polemica politica che s'è accesa sul «caso Mitrokhin». Per adesso, il fascicolo rimane classificato tra quelli degli «atti non contenenti notizie di reato», e solo se e quando emergeranno elementi che possono far ipotizzare qualche reato l'inchiesta giudiziaria arriverà a una prima svolta. Al momento non ci sono iscritti sul registro degli indagati; ma, per svolgere accertamenti sulle singole persone sospettate di spionaggio, la registrazione sul «modello 21» della procura potrebbe diventare un atto dovuto. E la procura capitolina non intende perdere tempo. Già ieri, a tarda sera, nella massima segretezza e in locali diversi da quelli dei propri uffici, i magistrati hanno sentito almeno una persona, con l'obiettivo di ripercorrere le modalità di arrivo del dossier in Italia. La persona, ascoltata per oltre due ore, potrebbe avere avuto o avere tuttora un incarico nell'ambito del nostro Servizio segreto militare. E' chiaro che gli elenchi delle presunte spie andranno letti con attenzione per vedere quanto c'è di concreto. A parte il fatto che le indagini svolte dal Sismi avrebbero già determinato la scarsa consistenza delle notizie su molti nomi, lo stesso ex ministro Andreatta ha spiegato che, per quanto ne seppe dal capo del Servizio segreto militare, «non c'erano indicazioni di fatti attribuiti a ciascuna delle persone indicate». Bisognerà quindi procedere a parecchie «scremature», oltre che alla traduzione delle carte che sono ancora in lingua inglese, mentre in Italia e fuori continua il tam tam sulle categorie delle persone inserite negli elenchi: funzionari, personale delle ambasciate, giornalisti, sindacalisti. Dall'Inghilterra si continua a sostenere che tra i nomi ci sarebbe pure quello di un personaggio influente nell'area dell'attuale governo. Il che non signifi.ca che si tratti di un ministro, specificano nei palazzi romani dove quelle carte sono già passate. Se davvero nel «dossier Mitrokhin» si fa riferimento anche a finanziamenti arrivati in Italia all'ex impero sovietico (e sarebbero vicende diverse dalle ipotesi di spionaggio di cui s'è parlato finora), l'attività della magistratura dovrà verificare pure questo aspetto, così come verrà esaminato il comportamento dei vertici dei Servizi segreti per quanto riguarda le comunicazioni alle autorità di governo. Se poi eventuali ritardi nelle informative, non solo ai politici ma anche all'autorità giudiziaria, dovessero essere considerati ingiustificati, ixitrebbe scattare la contestazione del reato di omissione d'atti d'ufficio. La nuova inchiesta potrebbe infine rivelare dei punti di contatto con quella condotta negli anni scorsi dallo stesso pm Ionia sulla cosiddetta «Gladio rossa», terminata con l'archiviazione; è possibile che la nuova documentazione arrivata da Oltremanica suggerisca una diversa lettura di episodi già valutati in passato. Due ore sotto il fuoco di fila del pm; l'uomo sarebbe ancora nei Servizi militari

Persone citate: Andreatta, Franco Ionta, Mitrokhin, Salvatore Vecchione, Vecchione