Jaguar, sempre più in alto di Michele Fenu

Jaguar, sempre più in alto Browning, il n. 1 : e nel 2001 lanceremo la «piccola» X-400 Jaguar, sempre più in alto Il successo della nuova berlina S-Type spinge le vendite in Italia e nel mondo Michele Fenu inviato a MILANO Chiusi gli anni della crisi e rinvigorita dai cospicui investimenti della Ford, la Jaguar guarda con fiducia e ottimismo al Terzo Millennio, gettando le basi di una crescita che dovrebbe rapidamente portarla al traguardo delle 200 mila vendite all'anno. Jonathan Browning, oltre che bravo, deve essere anche fortunato, perchè dall'estate e diventato amministratore delegato della Casa britannica ed essere al vertice di un'azienda in ascesa è sicuramente positivo. Browning sta facendo un giro per l'Europa allo scopo di conoscere in modo approfondito i vari mercati e le loro problematiche. «In Italia - dice - la situazione è per noi roseti. Stiamo vendendo come non mai, soprattutto per merito della nuova S-Type, che é piaciuta veramente molto. Ma i buoni risultati italiani sono emblematici di quelli mondiali. E' un anno di record e nuovo slancio ci aspettiamo sia dalla presentazione nel 2001 della nuova X-400, un modello di tipo medio, siti dalla partecipazione al Mondiale di Formula 1». li, allora, avanti con le cifre, che confermano come la sfida lanciata dal Giaguaro alle Case tedesche del lusso sia valida. Ne! 1998 la Jaguar ha consegnato 50 mila vetture, quest'anno prevede di arrivare a quota 80 mila (53 mila le auto distribuite da gennaio a settembre) e nel 2000 di avvicinarsi alle 100 mila. Una metà delle vendite è rappresentata dalla S-Type, che, naturalmente, sarà poi superata nei volumi dalla X-400, per il cui sviluppo sono stati investiti 1200 miliardi di lire. «Pensiamo di farne 100 mila all'anno» dice Browning. Jon Lewis, presidente della Jaguar Italia, può sorridere. «Con settembre - spiega - abbiamo già superato le vendite dello scorso anno: 1628 unità contro le 1325 di tutto il '98. Dovremmo chiudere a quota 2200, con oltre 1300 S-Type. Nel 2000 immatricoleremo 3200 vetture. E questi dati sarebbero anche maggiori se avessimo una più ampia disponibilità di S-Type». E' evidente che si tratta di volumi, sia a livello globale che italiano, contenuti rispetto a quelli realizzati da Audi o Bmw o Mercedes, ma l'importante per la Jaguar é slato ricominciare. «11 nostro marchio aveva conservato il suo fascino ma l'immagine dei prodotti era scaduta. Crediamo di aver rimediato a questa situazioni.', il pubblico internazionale ora sa che qualità e affidabilità rientrano nel patrimonio Jaguar». La Jaguar fa parte del Premier Automotivt! Group della Ford, che lega i marchi nobili della Casa di Detroit: Jaguar, appunto, Aston Martin, Volvo e l'americana Lincoln. Marchi chiamati, secondo una ricetta mondiale, a conservare le proprie caratteristiche e tradizioni ma a svilupparsi con l'aiuto di sinergie di vario tipo (componenti, logistica, servizi). «La forza della sterlina non è certo un vantaggio per noi - ammette Browning -, tuttavia oggi possiamo gestire con efficacia la situazione. In ogni caso l'Europa per la Jaguar è partner commerciale essenziale». Se il Nord America, con gli Usa in particolare, è il primo mercato del Giaguaro, Gran Bretagna, Germania e Italia (a pari merito con Giappone) incalzano. «I nostri conti sono in attivo da tempo e torniamo ad assumere personale» conclude Browning. Con la X400, che verrà prodotta nel nuovo impianto di Halewood, la Casa inglese passerà dagli attuali 6500 dipendenti a novemila. In un futuro così roseo l'unica incertezza è legata all'avventura in Formula 1 con Irvine ed Herbert. Ma Iti Jaguar ha un patrimonio sportivo splendido e l'immagina andava pur rinnovata. Così vìi il mondo. La Jaguar S-Type è piaciuta: quest'anno se ne venderanno oltre 40 mila unità

Persone citate: Browning, Jon Lewis, Jonathan Browning