Quando il calcio diventa canzone

Quando il calcio diventa canzone Da Rita Pavone a Ligabue, dal Quartetto Cetra a De Gregori e Venditti: coni e cambiato, nel tempo, il rapporto fra il pallone e la musica leggera Quando il calcio diventa canzone E tutto più duro, la legge del gol e la vita da mediano Marco Ansaldo C'è più didattica nella vita da mediano di Ligabue che cita Oriali o nella dura legge del gol spiegata dagli 883, cioè Max Pezzali, pure lui tifoso dell'Inter? Il calcio come espressione dei comportamenti umani, magari di un destino. Una volta il pallone entrava in motivetti freschi e scacciapensieri. Rita Pavone si lamentava del fidanzato che non la portava alla partita, col dubbio ■ che non ci andasse manco lui, e il Quartetto Cetra si esibiva nel mitico ritornello: «Oh, oh, oh che centrattacco, sei meglio di Levratto, ogni tiro va nel sacco». Poi arrivò Francesco De Gregori con «La leva calcistica del '68» e il salto di qualità fu enonne. «Nino non aver paura di tirare il calcio di rigore», diventò un messaggio. Quella era e resta l'unica canzone di calcio, la storia di un bambino di dieci anni che vive il provino in una squadra, in un campo di periferia tra i palazzi in costruzione. Anni di silenzio e siamo all'inflazione. Autori e cantautori pescano dal calcio e non è roba leggera. La coscienza di Zeman ha scatenato Guariniello sul doping, ma intanto e il titolo dell'ultimo disco di Antonello Venditti, che dovrebbe pagare le royalt ies albi Roma per gli spunt i che gli lìti dato, dall'inno ufficiale a «Grazie Roma» intonili a al Circo Massimo. «Zeman ipotizza nella squadra un comunismo utopistico, per il gioco perfetto», ha dichiarato il cantautore romano a Marinella Venegoni. Che il boemo possa inseguire qualsiasi co¬ munismo, seppure utopistico, è abbastanza sorprendente. C'è di più. O di peggio. «La gente si rispecchia sempre nel vincitore: ma Zeman ha saputo unire i tifosi della Lazio e della Roma. E' simile a Cristo, che ha vinto morendo», ha aggiunto Venditti entusiasta. Si teorizza eli tutto pur eli giust ideare la presenza del calcio e dei suoi personaggi nei testi di una canzone. «L'operazione di Venditti mi sembra un po' tirata per i capelli - sostiene il critico Riccardo Bertoncelli -, ma siamo soltanto all'inizio di un fenomeno. Il calcio è tra i pochi argomenti che siano alla portata di tutti, una lingua comune, un esperanto come non è più la musica. Quando Ligabue parla di una vita da mediano Hit ti capisco¬ no a cosa si riferisce, c'è unti trasposizione immediata dal campo alla vitti». Non c'è anche la voglia eli marciarci su? «Lo spunto è popolare. Se ne ricava attenzione anche se mi piacerebbe che si imitasse di piti il modello di storia lanciato da De Gregori. Non eie do che i richiami calcistici siano ancora una finzione o una moda. Parlando con Ligabue per scriver ne Iti biografia mi sono accorto che la passione per il calcio e veramente una parte della sua vita». La polemica infuria, l'ino Daniele ha attaccato i colleglli furbi che tirano a far successo con il calcio, Adriano Celentano ha annunciato che nella trasmissione che cominciti oggi su Raiuno non inviterà i calciatori «per¬ che sport e spettacolo sono in antitesi: chi si interessa di sport si infuria se in tv trasmettono uno show più che una partita e viceversa». C'è da chiedersi chi siano, allora, i milioni di teleutenti anomali che l'Auditel assegna indifferentemente alla Nazionale di Zoff e alla Carré. Qualche sospetto di opportunismo tuttavia galleggia, se Francesco Baccini per lanciare hi «Ballata di un ragazzo qualunque» si serve di Christian Vieri per il videoclip. «E' il simbolo vincente di una generazione di ragazzi qualunque», è la giustificazione. Vieri guadagna IO miliardi all'anno, cambia una ragazza a sera e non stira mai in fila per un concorso alle Poste. Serviva lui per descrivere un ragazzo qualunque? Antonello Venduti e Francesco De Gregori, due cantautori che hanno testimoniato, con la loro musica, l'amore per lo sport

Luoghi citati: Lazio, Roma