Edmund il «fuggitivo» nelle mani della polizia

Edmund il «fuggitivo» nelle mani della polizia INUTILE L'ULTIMO DRIBBLING DELL'ATTACCANTE IL BRASILE NON L'HA PIÙ' PERDONATO Edmund il «fuggitivo» nelle mani della polizia personaggio mw^wa FIRENZE EDMUNDO si è consegnato nella notte alla polizia a Rio de Janeiro. Lo ha annunciato la radio brasiliana CBN. L'ex calciatore della Fiorentina, condannato a quattro anni e mezzo di reclusione in regime di semilibertà per un incidente stradale con tre morti da lui provocato nel 1995, si è presentato verso le 21 locale - l'una di notte in Italia - al commissariato della Polinter, la sezione di polizia specializzata nella ricerca dei latitanti e ha passato la notte in prigione. Edmundo era ricercato dalla polizia da ieri pomeriggio, quando una Corte di appello di Rio aveva confermato La condanna per triplice omicidio colposo già inflitta in primo grado nel marzo scorso. L'avvocato dell'ex giocatore della Fiorentina, Paulo Reis, aveva annunciato che il suo cliente si sarebbe presentato alla polizia nella giornata di oggi. Il tribunale Superiore di Giustizia di Brasilia non si è ancora espresso su una richiesta da parte dei legali del giocatore che potrebbe permettere a Edmundo di tornare in libertà perlomeno sino alla sentenza di terzo grado. Allo stato attuale delle cose, il calciatore brasiliano potrà allenarsi e giocare liberamente durante la giornata, ma ogni sera dovrà dormire dietro alle sbarre. A leggere le ultime agenzie che sono arrivate dal Brasile, pare di entrare direttamente nella sceneggiatura di un film con Steve McQueen, tipo Bullit. Fughe, inseguimenti, federali che braccano il ricercato pronto a tutto. Lui, il fuggitivo, sarebbe stato braccato dal commissario Claudio Nascimento. La storia è antica. Edmundo, ormai quasi trentenne, è diventato re grazie alle fantasie di cui è capace nel calcio. Una famiglia neppure povera, anzi arricchita progressivamente. Eppure un fratello tossicodipendente con una fedina penale lunga così. Un fratello che arriva anche a derubare il consanguineo campione, penetrandogli in casa, con una pistola addosso e che si accontenta di un videoregistratore e poco altro. Una storia di eccessi, nella vita ma anche sul campo verde. Edmundo immenso e stridente, prestigiatore del calcio. Divertente sino a diventare stucchevole, pre- suntuoso e irresistibile. Uomo che potrebbe fuggire anche da Alcatraz, anzi la sua vita è proprio una fuga. Via da casa, via dal Brasile per l'Italia, via da Rio per nascondersi. Un duro o un «animale» così come lo chiamano. Istinto primitivo, come suggeriscono altri. Donne, pugni e le pepite dei suoi piedi. Gioca in Italia, bene, la sua squadra (la Fiorentina) è incredibilmente prima in classifica. Contro il Milan si fa male il suo capitano, Batistuta, e lui parte (o fugge, se preferite). Dove? Al Carnevale, dove sfila con la sua scuola di samba. Ma anche dai propri avvocati che tentano di salvargli la libertà. Sì, una vita spericolata, da re viziato. Il suo vicepresidente del Vasco da Gama, Miranda, lo coccola nella bambagia. Si va in trasferta? Gli altri partono in pullman, lui no, lui vola in elicottero. Se mostro deve essere, sono tanti i dottor Frankenstein che lo hanno costniito. Noi lo ricordiamo bene. Forse era anche un attore consumato, però più che il Mostro ci è apparso la «creatura». Un pomeriggio di un anno fa, restammo da soli, nel ventre oscuro dello stadio Franchici lasciò a bocca aperta. Edmundo parlava (e pensiamo parli ancora) benissimo l'italiano. Nelle conferenze stampa faceva finta di dover ricorrere al portoghese ma solo perché così aveva il tempo di soppesare le proprie risposte. Quel pomeriggio Edmundo parlò di sé. Ci disse: «Non vi spiegate come mai pensi solo a tornare a Rio? Ora che vivo a Firenze e guadagno una cifra subordinarla? Be', voi conoscete Rio? No? Venite e capirete...». Come surriscaldato ci raccontò il suo calcio e ci conquistò, ci raccontò i suoi amori e ci fece tenerezza, ci spiegò la sua vita e diventammo comprensivi. Era il suo momento migliore. Poi la parentesi a Rio per il Carnevale, la rottura (durissima) con i compagni di squadra (Rui Costa ma anche gli altri) e un'estenuante Unstezza. Anzi, quattro mesi di tristezza, senza soluzione. Infine la felicità ritrovata, ancora al Vasco da Gama. Era lì che doveva ritrovare la propria stabilità. Non è stato così. Braccato dagli agenti si è costituito durante la notte a Rio de Janeiro ■ Edmundo ha deciso di arrendersi

Persone citate: Batistuta, Claudio Nascimento, Donne, Gama, Paulo Reis, Steve Mcqueen