Amalia Rodrigues, il fado perde la voce di Osvaldo Guerrieri

Amalia Rodrigues, il fado perde la voce La grande cantante è morta ieri a Lisbona. Aveva 78 anni e non si esibiva più in pubblico dagli Anni Ottanta Amalia Rodrigues, il fado perde la voce Ha fatto conoscere al mondo l'anima del Portogallo Osvaldo Guerrieri AMALIA Rodrigues pollava dentro di sé il destino portoghese. Non si esibiva più dagli Anni 80: colpita da un cancro che era riuscita a debella re, non aveva saputo reagire alla depressioni?. Si sentiva malata, era malata, non voleva più cantare. Unica eccezione l'anno scorso, per l'Expo di Lisbona II pubblico, nel vederla, arido in delirio, Ma, sebbene assente, la «reginadel Fado» restava radica la litri cuore della sua gente, anche perché, .i rinvigorirne la presenza, erano arrivati, due anni la, una raccolta di poesie, «Versos», e un disco, «Segredo», in cui figuravano fado inediti registrali tra il 1965 <• il 1975 negli studi della casa discografica Valentin) de Carvalho. Non alta, non bella, non brut la, Amalia era tuttavia un essere ad alto potenziale sedut tivo. Sessantanni dopo l'esordio al Retiro da Savcra, un locale di fado al Bai ITO Alto di Lisbona, era un autentico simbolo, poiché interpretava una drammaturgia lusitana basala sul predominio del fato, il destino di un individuo, ina anche il destinò di una città, Lisbona, che fu la capitale di un immenso impero e creò una musica in forma di lamento 6 di rumore d'oceano. Il fado, dicono i musicologi, proviene dal Brasile, in cui i ritmi negli si mescolarono ai «Modinhas» dei salotti nobili. Fu importato dagli aristocratici e dai loro domestici che, nel 1807, avevano seguito la corto portoghese nella fuga a Rio de Janeiro, minacciala dalle truppe napu leoniche. Arrivato sulle rive del lago, il fado sembrò illustrare meglio d'ogni altra cosa l'anima portoghese, Nella sua storia ebbi! tre miti, 11 primo fu quello di Maria Severa Onolriana, «la» Severa, una prostituta nata verso il 1820 i! morta assassinata nel 1840. Il secondo fu quello di Alfredo Duarte Marceneiro (1891-1982), cantante dalla voce esile, ebanista di mestiere e attore nato: cantava le sfortune dell'operaio storpiato o della contadina morta per strada. Amalia è il terzo mito. Ila portato il fado dentro la storia mondiale della musica, cosi co¬ me Carlos Gnrdel ha fatto col tango e Edith Piai col varietà. Amalia e innanzi tutto una voce incomparabile. Ned 1941, un critico della rivista musicale «A Cancan do Sul» scriveva dopo averla ascoltata: «Abbiamo sentito tutto ciò che la natura ci offre di più bello: il mare. E il mare non ci ha svelato i suoi segreti... E' la natura in tutto il suo mistero». Mistero della voce, e romanzo della vita. Allevata dai nonni, Amalia frequentò la scuola dai novi.' ai dodici anni. Imparava «la lezione a orecchio», poiché non possedeva che un solo libro scolastico, un lesto di geografia donatole dalla nonna analfabeta su consiglio della maestra. In classi; impara «il bel portoghese», piange e si commuove al ritmo dei sonetti di Luis de Camoes (ne l'ara più tardi un disco). E intanto, alla radio, ascolla il fado plebeo, ascolta li! star del momento, Maria Alice, Ercilia Costa. Si procura i «folhetos», i piccoli canzonieri stampati, venduti por strada dai ciechi. Ricamatrice a dodici anni, operaia in una pasticceria a tredici, Amalia comincia a coltivare una sua segreta malinconia. Dirà: «Poiché la morte esiste, la vita è assurda. Da quando oro piccola avevo questi pensieri tristi. L'idea della morie mi ha accompagnata dai tredici ai diciotto anni». Amalia sognava. Immaginava di essere l'attrice Sylvia Sydney e di morire fra le braccia di Henry Fonda. Scriverà nell'autobiografia: «Dopo avere visto Greta Garbo nella "Signora dalle camelie", bevevo aceto e mi esponevo alle correnti d'aria per ammalarmi come lei». A diciannove anni, il primo successo. Sposa contro la volontà dei familiari un meccanico. Lo lascia dopo tre anni. Amalia canta fado tradizionali, ma, prestissimo, vi innesta una rivoluzione letteraria. Sceglie i parolieri fra i migliori. I suoi compositori fanno corpo col suo canto. Frederico Valerio, famoso per le sue audacie musicali, darà alla voce di Amalia la lucentezza che ancora le manca. Creano insieme alcuni grandi successi, fra cui «Fado do ciume» (il fado della gelosia). E' il 1942. Il 1902 e l'anno del matrimonio con Alain Oulman, un musicista di origini! francese che ammira Leo Ferrò per le sue interpretazioni di Rutebeuf, Riinbaud e Verlaino. Oulman mette in musica i grandi poeti portoghesi - Luis de Camoes primo fra tutti - e offri; alla sua star, Amalia, quelle melodie di tenerezza struggente. Uomo di sinistra, Oulman e arrestato nel '66 dalla polizia politica di Salazar. Solo gli sforzi di Amalia riescono a ridargli la libertà e a garantirgli il passaggio in Francia. Ma questo gesto fa sospettare Amalia di connivenze salazariane. La cantante ne soffre e neppure la successiva «Rivoluzione dei garofani» e l'amicizia personale con Mario Soares riescono ad attenuare quell'ombra depositatasi nella sua coscienza. Ma, anche quando l'artista era guardata con sospetto, la sua popolarità non s'è mai offuscata: «Foi Deus», «Povo quo lavas no rio», «Barco negro», «Coimbra», «Una casa portuguesa», «AI mouraria», «Lisboa antiga» diventano nel tempo eco e iridescenza dell'anima portoghese. E Amalia ne è la sacerdotessa venerata, eternamente vestita di nero, accompagnata da pochi strumenti e necessaria al Portogallo come l'aria lo è alla vita. Il fatto che, alla sua morte, il primo ministro Antonio Guterres abbia proclamato tre giorni di lutto nazionale lascia immaginare la profondità di un amore durato mezzo secolo. Fu paragonata al suono del mare Interpretò brani indimenticabili come «Coimbra» e «Lisboa antiga» Mescolò letteratura e cultura popolare Il primo ministro proclama tre giorni di lutto nazionale / Il primo ministro proclama tre giorni di lutto nazionale Due immagini di Amalia Rodrigues; al centro della pagina. la cantante con il presidente portoghese Mano Soares, qui sotto, la sua «erede» Dulce Pontes

Luoghi citati: Brasile, Francia, Lisbona, Portogallo, Rio De Janeiro