La vittoria del trash

La vittoria del trash La vittoria del trash Grotteschi epostumani Marco Rosei UNA sesta Artissima nella nuova sede di Palazzo Nervi, al quale è dedicata un'apposita mostra di fo I tografie e disegni progettuali, tendenzialmente aperta alla generazione internazionale «media», postsessantottesca, e giovane, al medium fotografico, alla figurazione sopratutto trash, postumana, grottesca, un po' meno versante poveristico e di installazione, ormai da tempo più legato al rapporto diretto fra operatori di livello e notorietà internazionale e collezionisti e musei di stretta vocazione contemporanea che non al tramite delle gallerie. Che sono comunque presenti come una sorta di piattaforma ormai storicizzata, da Artiaco di Pozzuo¬ li a Ferranti di Roma, con un bell'abbinamento installativo fra Domenico Bianchi e Kounellis, ai torinesi, appunto, «storici», Persano, Stein anche se emigrata a Milano, Tucci Russo. Quest'ultimo è particolarmente pimpante con un Cragg non usuale in bronzo e il progetto dell'ambiente mediale di Vittorio Messina che sarà proposto alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea. In effetti, il vero simbolo complessivo appare piuttosto rappresentato dalla multivisione Horror Vacui curata da Moreno Gentili, con la sua tempesta di immagini fra storia del secolo, realtà, fiction, artificio. In questo senso, il modello più rappresentativo, al di là, o al di qua, di ogni giudizio di merito potrebbe essere indicato nella scuderia giovanile interna- zionale di In Arco, con le sue immagini trash e postumane; obietterei però che un artista di punta di quella scuderia come Daniele Galliano non fa che riproporre con una sorta di gelatina metafotografica le sublimi vagine finali eh un maestro storico come Moreni. La circolazione della giovane generazione è ormai comun- que un fenomeno stabilizzato nelle sue varie espressioni «nomadi che» lungo tutto l'arco della figurazione d'ogni tipo alla concettualità, anche attraverso una rete di gallerie specifiche, dalle torinesi Area e Over alla bolognese Neon. Ma anche Peola, ad esempio, presenta, accanto a Boetti, Pusole, De Paris, la Borghi e la Carocci e Botto & Bruno Con questi ultimi arriviamo al settore sempre più fiorente della specializzazione mediale fotografica: Raffaella Cortese ed Emi Fontana a Milano, Barbieri a Vene zia. Minimi a Brescia, Dryphoto a Prato; con l'ampia apertura internazionale di The Box a Torino e de Il Ponte Contemporanea a Roma, che esponi.1 le immagini scioccanti di Tracey Moffat e Erwin Olaf Fra questi (lutti giovanili e fotografici, appaiono quasi come isole di antiche spiagge i novecentismi della Tesoriera o della Nuova Gissi o la tradizione francotedesca ili Tendances di Parigi. Più ricca e più complessa l'immagine fra tradizione astratta e contemporaneità offerta da Valente di Finale Ligure, che affianca ai suoi Fontana, Veronesi, Hartung, Ma- thieu e (bellissimi) Sanfilippo le raffinatezze odierne ili Avalle e di De Alexandris. e dalla Martano, con una preziosa antologia del MAC, capolavori di Rambaudi come preannuncio della prossima mostra e un sontuoso Gasimi Affascinanti alcune «monogra fiche»; Carol Rama incisa da Masoero, Boltanski da Lambert di Parigi, i perspex pop di I.odola da 'lega a Milano, l'accoppiata fra Mondino e Ontani da Astimi di Fano, la Benedilli presso Spazio tempo di Milano, un'istallazione preziosa in grafite di Marco Papa con spada di samurai dalla Gianferrari, e ilue straordinari «lugger» fintamente ingenui-popolari, l'africano (congolese?) Chéri Samba da Bilinellidi Bruxelles e l'afroamericano Jackson Nkumanda da Raffelli di Trento. Claudia» di Erwin Olaf. una delle fotografie della serie dedicata a una vamp di mezza età, in alto a destra "San Sebastiano Lillipuzianodi Luigi Ontani