«Troppi utili e troppi incidenti» di Fabio Galvano

«Troppi utili e troppi incidenti» «Troppi utili e troppi incidenti» Infuria la polemica sulla privatizzazione Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Prima l'orrore, poi la pietà, ora la rabbia. Rabbia per un incidente che forse si poteva evitare, se soltanto fossero stati adottati i costosi impianti automatici di sicurezza sui quali le compagnie ferroviarie britanniche tentennano ma senza i quali, ha ammonito ieri il sindacato dei ferrovieri, i macchinisti incroceranno le braccia. Le accuse cadono, inevitabilmente, sull'industria privatizzata, che ha tagliato e ricucito il panorama ferroviario britannico. «Gli utili prima della sicurezza?», domandano quasi a una voce i giornali inglesi: «Troppi incidenti, troppi morti, troppe vite rovinate da quando le ferrovie sono privatizzate». Al centro delle polemiche è un marchingegno che si chiama Atp. Sta per «Automatic Train Protection»: reagisce ai semafori rossi e attiva i freni se il macchinista è distratto. E' l'apparecchio che avrebbe forse scongiurato la tragedia di Ladbroke Grove, ma al quale finora la maggior parte delle compagnie resistono perché costerebbe, se installato su tutti i treni inglesi, 750 milioni di sterline, circa 2250 miliardi di lire. Eppure, sottolinea il «Sun», le tre aziende coinvolte nell'incidente di martedì hanno registrato l'anno scorso utili record: 428 milioni di sterline Railtrack, che controlla i binari; 92 milioni la holding che raggruppa la Great Western; 41 milioni il gruppo cui appartiene la Thames Trains. «I treni non possono essere rinazionalizzati - scrive in un editoriale il «Mirror», giorna¬ le di fede laburista - ma si può imporre che siano gestiti correttamente e in sicurezza». E' un chiaro messaggio al governo Blair, accusato esplicitamente di non avere imposto nuove misure di sicurezza dopo l'incidente di Southall, in cui 7 persone morirono due anni fa. Anche allora il vicepremier John Prescott promi¬ se inchieste, ma finora senza esito. Dice Bob Crow, vicesegretario del sindacato: «L'industria delle ferrovie è un disastro, con tante società e sottogruppi. E' un puzzle cui mancano pezzi». Prima ad avere una ferrovia - da Stockton a Darlington, nel 1B25 - la Gran Bretagna è stata anche la prima a nazionale e delle 2543 stazioni affidata alla Railtrack; dall'altra i servizi passeggini e merci suddivisi fra 25 diverse aziende private. I primi bilanci, se ci si astrae dalla tragedia di questi giorni, sono ancora incerti; ma è certamente deluso chi si aspettava, dalla privatizzazione, un improvviso miglioramento dei servizi. 11 materiale rotabile è vecchio, i nuovi convogli ordinati dalle compagnie privati; devono ancora materializzarsi. 1 passeggeri soffrono, e neppure in silenzio: i pendolari si lamentano, come sempre, dei ritardi. Se poi ci sono incidenti come quello di Ladbroke Grove è fin troppo facile attribuirne la colpa alle aziende privatizzate e ai «gatti grassi» che le dirigono. Dove sono finite, ci si domanda, le «adeguate misure» promesse da Blair e Prescott dopo l'incidente di Southall? Peggio, perché si sono lasciati convincere a non imporre l'Atp (preferito dal sindacato ferrovieri) in favore ili un altro sistema (il Tpws, Traili Protection and Warning System) che costa un terzo e che dovrebbe essere installato entro quattro anni, ma che non fa l'unanimità fra gli addetti ai lavori? Chissà se i 50 o 100 o pi ìi morti di Ladbroke Grove sapranno dare una risposta. Le tre aziende che gestiscono le ferrovie hanno guadagnato in t un anno 1700 miliardi 1 macchinisti: se non verrà installato subito l'Atp (che blocca i convogli ai semafori rossi) sarà lo sciopero t giocare fino in fondo la carta delle privatizzazioni. Il processo, voluto dal governo conservatore di John Major, convinto che fosse questo l'unico modo di restitutire efficienza al carrozzone della Britisb Rail, si è avviato nel 1994 e si è concluso tre anni dopo: da una parte la gestione dei 16.(506 chilometri della rete Teloni ricoprono il vagone sul quale vi sarebbero decine di cadaveri

Persone citate: Bob Crow, Darlington, Grove, John Major, John Prescott, Southall, Stockton

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra