Da Israele un ultimatum all'Austria di Aldo Baquis

Da Israele un ultimatum all'Austria Durissimo discorso del ministro degli Esteri in Parlamento. Vienna: ne prendiamo atto Da Israele un ultimatum all'Austria «Se Haider andrà al governo richiameremo l'ambasciatore» Aldo Baquis TEL AVIV «Se i neonazisti andranno ;il governo, Israele dovrà ricsa minare le relazioni con l'Anstria e non si può escludere che il nostro ambasciatore sarà richiamato in patria).: cosi il ministro degli Esteri David Levy ha espresso ieri in Parlamento lo sgomento e l'oltraggio del suo Paese di Ironie all'esito delle elezioni che hanno segnato la grande avanzata del pari ito di Joerg Haider. Adesso Israele chiede ai partiti democratici austriaci «un esami! di coscienza» e si attende che escludano Haider dal governo, «l'art il i del gene re - iia detto l.evy, riferendosi al Fpoe, dovrebbero essere' messi fuori legge». E già nelle relazioni fra Gerusalemme e vienna cala una cappa di gelo. Il ministro dello Sviluppo Regionale Shi iddìi l'ere:: ha annullato una visita nella capitale austriaca. Avrebbe dovuto partecipare domenica a un simposio indetto dal Forum bruno Kreisky, «ma i tempi ■ ha spiegato un SUO collaboratole non sembrano ora più adalli». Di fronte ai perentori avvert unenti israeliani, il ministero degli Esteri austriaco si e limitato a «prenderne atto». Haider ha detto invece di non comprendere affatto la posizione israeliana. «In vent'anni di carriera politica - ha precisato - non ho mai fatto una dichiarazione antisemita. Il nostro partito - ha aggiunto mantiene relazioni positive con la comunità ebraica au-, siriaca». Secondo Levy, invece, gli ebrei austriaci «sono adesso sconvolti» e i seguaci di Hai¬ der sono «neonazisti che ci fanno tornare col pensiero ai periodi più oscuri della storia». Del resto, le relazioni tra Israele e Austria non sono mai slate facili. Negli Anni '70 celebri erano le polemiche fra il cancelliere Kreisky e il premier di.Ida Meir: membri en traudii dell'Internazionale socialista, ma in contrasto su tutti i grandi temi della politica internazionale. «Kreisky spiegava la Meir, improvvisandosi psicoanalista - odia l'ebreo che ha in sé». Nel 1986, una nuova crisi segui all'elezione alla carica di presidente di Kurt Waldheim, un ex ufficiale dell'Intelligence della Wehrmacht che nella Seconda guerra mondiale partecipò nei Balcani a rastrellamenti di partigiani e di ebrei. Mentre lo organizzazioni ebraiche lanciavano una forte campagna di stampa contro il presidente austriaco, Israele si astenne dal nominare un nuovo ambasciatore a Vienna. Per sei anni le relazioni rimasero cosi a livello di incaricato d'affari. La colpa principale che i commentatori israeliani addossano ora agli austriaci è di non aver fatto - a differenza dei tedeschi - un esame critico della loro storia recente e di non aver ammesso che l'Anschluss realizzava in realtà le loro aspirazioni. «Proprio da queste reticenze - secondo il quotidiano Yediot Ahronot - è nata una situazione in virtù della quale un austriaco su tpiattro la pensa come Haider». «Noi oggi possiamo esprimere solo disgusto» ha concluso Levy. «Adesso tocca ai partiti democratici austriaci fare il loro dovere». I ministro degli Esteri Levy (a sinistra) con il premier Barak