«Ora i Ds lascino in paco il centro »

«Ora i Ds lascino in paco il centro » IL MINISTRO SCONFITTO AL CONGRESSO «NIENTE LAMENTELE, MA LA SINISTRA FACCIA LA SINISTRA» «Ora i Ds lascino in paco il centro » Zecchino: a quei voti deve pensare il Ppi intervista Maria Teresa Meli ROMA EMtempo di autocritica, per ^il Ppi, perché il rischio è quello di fare la fine dei «cristiano sociali che hanno la loro nicchia nei Ds». E allora basta «giocare di rimessa» sulle scelte del premier, per i popolari è ora di fare il proprio mestiere: ben ancorati nel centro sinistra, ma con l'occhio rivolto a quell'elettorato che se rie è anelato, parte in Forza Italia, parte nella Lega. Sono queste le convinzioni del ministro dell'Università Ortensio Zecchino, candidato di minoranza alla segreteria dell'ex De, che però esprime una posizione che adesso è comune a tutta Piazza del Gesù, come dimostrano le recenti dichiarazioni di Pierluigi Castagnetti (con cui, peraltro, Zecchino si incontrerà oggi). Ministro, adesso che il Ppi sembra meno mansueto nei confronti di D'Alema, la sua posizione nel governo, come quella dei suoi colleghi, sarà più difficile... «Noi dobbiamo farglielo capire, a D'Alema, qual è il problema. La sinistra faccia la sinistra, che noi dobbiamo pensare a fare il centro. Del resto, conviene pure a lui, alla fine. A sinistra hanno raschiato il fondo del barile, quello che possono ancora ottenere è un'ulteriore riduzione del consenso di Rifondazione comunista, mentre al centro c'è un elettorato da recuperare». Ma a quell'elettorato guarda anche il presidente del Consiglio per rafforzare la propria posizione. «Lui guarda, è vero, ma non può attrarre i voti di centro. Quello è compito nostro». I voti di cui lei parla sono andati a finire a Forza Italia. «Io proverei veramente un grande imbarazzo a stare nel Polo. Però è vero che quelli che un tempo erano i nostri voti sono andati in gran parte a finire li. E allora il Ppi, usando le armi giuste, deve fare la battaglia per svuotare Forza Italia, la Lega... Noi dobbiamo stare in prima linea su quel fronte, piuttosto che fare la concorrenza in seno all'alleanza. Quello non ha senso». Per la verità, l'impressione che potreste dare adesso è quella di un partito mosso soltanto da un senso di rivincita nei confronti dei Ds. «Sarebbe un errore gravissimo quello di pensare di rilanciarci attraverso la lamentazione nei confronti dell'alleato forte. Ciò che ci occorre, adesso, è innanzitutto fare autocritica perché in tutto questo tempo ci siamo appiattiti sui Ds, eccezion fatta per qualche baruffa sui posti. Baruffa, badi bene, che io non considero cosa immonda perché non è sbagliato chiedere che vengano rappresentate delle posizioni espressione di una determinata ragione sociale. 11 problema è un altro, e cioè che noi la ragione sociale abbiamo rischiato di perderla. Fin qui abbiamo giocato di rimessa e ci siamo impuntati in alcuni momenti, ma non abbiamo mai espresso una linea sui grandi temi che andavamo affrontando. Non è che tutto ciò si risolve ora facendo la figura dei rompiscatole». Parrebbe però che adesso tutto il Ppi sia su queste posizioni da lei espresse. «Al congresso, per la verità, io ho sentito echeggiare posizioni simili a quelle dei cristiano sociali, ho sentito l'autocompiacimento in alcuni di coloro che usavano la definizione "cattocomunisti". Ma io penso e mi auguro che con Castagnetti non sia più così».

Persone citate: Baruffa, Castagnetti, D'alema, Maria Teresa Meli, Ortensio Zecchino, Pierluigi Castagnetti, Zecchino

Luoghi citati: Roma