Verga un despota in famiglia

Verga un despota in famiglia Pubblicate le lettere Verga un despota in famiglia F—AMMI portare a casa il servizio di piatti che comperai e non dimenticare di mettere la naftalina in tanti involti di carta nel cassetto del mio comò dov'è la mia roba da inverno, e nella mia pelliccia e paletò». Non è una massaia che, il 20 maggio 1894, scrive al fratello Pietro, bensì è uno dei maggiori scrittori italiani, Giovanni Verga. Era un epistolografo di tutto rispetto il narratore catanese: sono più di mille le lettere da lui lasciate. Sciascia si era proposto di farne un'edizione, che poi non realizzò. L'autore di 2'odo modo era affascinato dall' esibizione di quel caratteraccio, del connotato più turpe ed un po' bieco che il narratore mostrava nelle lettere private. Come testimonia ora la raccolta di 22 epistole scritte tra il 1893 e il '94 e fino ad oggi inedite, Tre immagini per le lettere al fratello Pietro, che sta per uscire accompagnata dai disegni di Piero Guccione presso la piccola casa di edizioni di arte Orizzonti Bibliofilia Italiana di Fortunato Grosso. Lettere in cui il narratore appare il ritratto di uno dei suoi personaggi piii famosi, mastro don Gesualdo. Come lui connotato dal suo attaccamento alla «roba», lo scrittore è attento al centesimo, pignolo, autoritario, un vero despota in famiglia. ini. s.l IERI alle 20,30, ora in cui i bimbi male allevati (i nostri, quasi tutti) circolano ancora davanti alla tv, Tmc dava «Il silenzio degli innocenti». Film bellissimo, ma terrificante, orario legale: non c'erano donne nude o sconcezze che turbano l'infanzia. Che si può fare, allora? Forse sognare una commissione di genitori fifoni con potere di veto. Forse, arrabbiarsi inutilmente. ICEiMStG

Persone citate: Fortunato Grosso, Gesualdo, Giovanni Verga, Piero Guccione, Sciascia